29 gennaio 2017 – Riflessioni sul Giorno della Memoria

George Bensoussan e Laura Fontana

Prima ancora che si spenga l’eco delle molteplici attività legate al 27 gennaio data in cui ogni anno si ricorda lo sterminio di milioni di ebrei uccisi dal nazi-fascismo, abbiamo avuto modo di presenziare a due incontri di riflessione sul senso della giornata.

Gadi Luzzato, storico e direttore del CDEC ne ha parlato sabato 28 gennaio a San Martino di Venezze (RO), mentre George Bensoussan, tra i maggiori storici francesi della Shoah, ne ha discusso oggi a Rimini ad un seminario organizzato da Laura Fontana, responsabile italiana del Memoriàle de la Shoah di Parigi.

In entrambe le occasioni si è confermato come “celebrare” milioni di morti non abbia nessun senso, come non è di nessuna utilità suscitare emozioni quando si parla di sterminio, tanto più quando in questo quadro, ormai, si tende a inserire quante più categorie possibili  sminuendone, in questo modo, il significato.   “Se tutto è Shoah, allora niente è Shoah“, afferma Bensoussan.

Gadi Luzzato a San Martino di Venezze

Trovarsi a discutere sul significato del giorno della memoria quando ancora non si è potuto fermarsi a riflettere sembra un pò strano.  Vogliamo, perciò, elencare e ricapitolare quanto e cosa abbiamo fatto in queste due lunghe e sofferte  settimane.

Come Associazione Il Fiume abbiamo offerto alle scuole e alle istituzioni che ci hanno coinvolto, una seria organizzazione di momenti di riflessione sulla “shoah”, consapevoli che non si può metter nelle teste dei ragazzi in un colpo solo, tutta la storia della formazione del substrato che ha generato questa catastrofe dell’umanità.

A dire il vero, nella piccola scuola media di provincia di Pettorazza Grimani (RO), alla presenza di circa 50 ragazzi e con tre ore di tempo, abbiamo provato a proporre un excursus storico generale intervallato da spezzoni video di testimonianze, più che dell’orrore dei campi.

In genere, abbiamo preferito concentrarci su alcuni degli aspetti per approfondirli, specie nelle scuole superiori. Abbiamo parlato del Porrajmos a Ferrara agli studenti del Liceo Ariosto con Eva Rizzin che si occupa specificamente del genocidio di Rom e Sinti.   Abbiamo trattato con i ragazzi delle medie di Costa di Rovigo (RO) lo stesso tema anche se adattato al livello degli studenti, e comunque tracciando  analogie e differenze tra le culture di ebrei e rom.

Il sindaco di Costa Antonio Bombonato ed Eva Rizzin

Con i ragazzi delle medie di Ficarolo e Stienta (RO) abbiamo allargato il cerchio parlando della militarizzazione delle giovani generazioni durante il fascismo e di razzismo coloniale e poi biologico nei confronti degli ebrei valendoci di un esperto, lo storico Gianluca Gabrielli.

Gianluca Gabrielli a Stienta

Quest’anno ci siamo occupati degli IMI, Internati Militari Italiani che con la “shoah” c’entrano perché ne hanno condiviso la sorte nei campi di concentramento di Polonia e Germania, ma rappresentano un capitolo a parte che la legge e la storia, comunque, impongono di ricordare.

Con gli Istituti Comprensivi di Ariano Polesine e Adria Uno abbiamo collaborato ad un concerto-storico dal titolo “186 gradini e altre storie… Voci della shoah” che ha avuto molta presa sugli studenti e sul pubblico presente ed è servito, grazie alla preparazione e passione dei docenti, a parlare di cultura ebraica, non solo di sterminio.

Abbiamo presentato agli studenti della Scuola media “Bonifacio” di Rovigo il tema della “shoah” degli ebrei italiani e di quelli stranieri, fermati e deportati dall’Italia, con un passaggio sulle storie locali di salvezza e di assassinio.

Chiara Fabian con i ragazzi della media Bonifacio di Rovigo

Ci siamo anche prestati alla commemorazione ufficiale della Provincia di Rovigo, atto istituzionale,  meno utile forse, ma comunque doveroso, fornendo l’intervista filmata fatta ad Arduino Nali, cittadino di Adria deportato e sopravvissuto a Mauthausen- Gusen.

Alla fine di tutto, che per noi non è una fine, pensiamo di aver dato un contributo alla conoscenza dei giovani senza ricorrere a nessun film anzi rendendo forse più facile collocare i film che i ragazzi hanno visto e che vedranno, nel contesto di eventi raccontati in successione storica. Il pubblico eterogeneo delle classi ormai multiculturali ha ascoltato attento.   Nessun rifiuto o contestazione di quelli che sono stati fatti incontestabili e ben argomentati.         Non abbiamo avuto titoloni sui giornali, né particolari ringraziamenti ma non era questo lo scopo.

Con alcune amministrazioni pubbliche lavoriamo da tempo e soprattutto “per tempo”, cercando di dare una consequenzialità dei temi anno per anno, esempio su tutte, Costa di Rovigo, un piccolissimo borgo che su questi temi ha fatto grandi cose in questi anni di collaborazione. Con altre, Gavello e la sua Biblioteca, abbiamo iniziato un rapporto con la presentazione del libro “Siamo qui solo di passaggio” che speriamo continui.

La copertina del libro “…Siamo solo di passaggio”sull’internamento libero in Polesine

Dal dibattito in corso su “giorno della Memoria si o no” abbiamo ricevuto spunti per perfezionare una impostazione che pensiamo sia, nella sostanza, abbastanza corretta e che ci fa affrontare il tema dal punto di vista di come si sono create le condizione perché tutto avvenga. Non ci sogniamo mai di dire ai ragazzi “state attenti e imparate perché questo non accada mai più”, piuttosto usiamo gli esempi dei “giusti” per far capire che la responsabilità e le scelte personali sono ciò che può fare la differenza.   Allora come oggi, e su questo punto un parallelo con l’attualità ci sentiamo di farlo, convinti che non sia “banalizzazione della Shoah” bensì un richiamo alla specificità umana della violenza col solo scopo del potere e dello sfruttamento di altri esseri umani.