18 gennaio 2019 – La memoria va allenata o sfuma nell’indistinto

Medici all’opera ad Auschwitz

Sembra che la contemporaneità viva e coltivi un progressivo vuoto di memoria. Ovvero esiste tanta memoria come celebrazione imposta e istituzionale che la ricerca dell’approfondimento sembra quasi superflua.

Puntualmente alla ripresa, dopo le feste natalizie, si avvicina la giornata dedicata al ricordo della Shoah e si moltiplicano le richieste di interventi nelle scuole programmati con frettolosa urgenza ai quali verrebbe tanta voglia di dire di no.

No grazie, non ci interessa questa memoria frettolosa, poi però pensiamo al clima che si torna a vivere nell’Europa dei nazionalismi che sembra la stessa che le recenti celebrazioni del primo conflitto mondiale ci hanno fatto conoscere.
Quando si sentono dichiarazioni sovraniste, piene di orgoglio e superiorità che rasentano il razzismo, quando si vedono reticolati e muri eretti a circondare ghetti e uomini e donne respinti verso i luoghi insanguinati e miserabili da cui provengono, allora ci si fa forza e si riprende a lavorare.
Il razzismo biologico è un tema scottante e che sta alla base di ogni distinzione di quanto la “Dichiarazione dei diritti dell’uomo” aveva unificato nel 1948, ossia gli elementari diritti dell’uomo.
Sulle premesse pseudoscientifiche che portarono molti a considerare alcuni esseri umani indegni di vivere e altri semplice materiale su cui sperimentare ci soffermeremo con l’aiuto del dottor Andrea Sensidoni.   Il neurochirurgo studioso delle vicende che portarono all’eliminazione di milioni di uomini donne e bambini nei lager di tutta Europa ci aiuterà a ripercorrere le origini delle teorie che superarono ogni decenza e calpestarono il giuramento d’Ippocrate per toccare i gradini più bassi della scienza medica.

Joseph Mengele “l’angelo della morte”, tra due ufficiali nazisti

Dal male più grande si risale e si studiano antidoti e così parleremo anche di come sia stato necessario introdurre un Codice Deontologico dopo una pericolosa deriva della scienza medica.
L’appuntamento per chi vuol conoscere è per venerdì 18 gennaio, ore 21.00, alla Biblioteca “Manfred Buchaster” di Costa di Rovigo un piccolo borgo che ha vissuto sulla pelle e ha interiorizzato nella sensibilità dei suoi amministratori la shoah nel suo volto italiano e fascista.