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Si ha democrazia quando il popolo può controllare l’operato del governo: accetterò il controllo del popolo, ho bisogno dell’energia del popolo, voglio ascoltare la voce del popolo.
Aung San Suu Kyi, 14 novembre

7 ottobre 2023 – La strage degli innocenti

“Allora Erode, vedendosi beffato dai magi, si adirò moltissimo, e mandò a uccidere tutti i maschi che erano in Betlemme e in tutto il suo territorio dall’età di due anni in giù” (Mt 2:16). Il gesto criminale di Erode è dettato dalla sua egoistica difesa del trono. Questa crudeltà corrisponde al suo carattere: per eliminare ogni ostacolo che mettesse in pericolo il trono, egli fece uccidere anche tre mogli e alcuni figli (tra cui Aristobulo). Quando egli era a Gerico per una malattia incurabile fece uccidere due capi (Yehuda ben Serifa e Matatia ben Marguloth) con i loro discepoli che si erano ribellati. Pare fosse il 13 marzo del 4 a. E. V., perché Giuseppe Flavio parla di una eclissi lunare in quella notte. Erode fece poi convocare a Gerico i più ragguardevoli cittadini della Giudea, li fece rinchiudere nell’ippodromo e ordinò alla sorella Salomè che fossero uccisi alla sua morte perché vi fosse del pianto nella Giudea. In una crisi di dolore tentò di uccidersi. Il figlio Antipatro, saputolo, insistette per essere liberato dal carcere in cui il padre lo aveva rinchiuso. A sua volta, Erode lo fece uccidere. Cinque giorni dopo anche Erode finalmente morì. Non per nulla Augusto, sapute queste cose, con un gioco di parole disse in greco: “È meglio essere un porco [üs] di Erode che non un figlio [üiòs]”, alludendo alla nota avversione degli ebrei per la carne suina. Erode non avrebbe ucciso un porco, ma con facilità uccideva i figli. Tutto questo depone per la storicità della strage dei bambini ordinata da Erode.

Matteo, di fronte a questa carneficina, vi applica il lamento di Geremia posto in bocca a Rachele, la cui tomba si trovava a Rama, circa otto km a nord di Gerusalemme: quasi che, sollevandosi dalla sua tomba, Rachele emetta lamenti per i suoi figli avuti da Beniamino e condotti in prigionia da Nabucodonosor. In Ger 31:15,16 il testo dice: “Così parla il Signore: ‘Si è udita una voce a Rama, un lamento, un pianto amaro; Rachele piange i suoi figli; lei rifiuta di essere consolata dei suoi figli, perché non sono più’. Così parla il Signore: ‘Trattieni la tua voce dal piangere, i tuoi occhi dal versare lacrime; poiché l’opera tua sarà ricompensata’, dice il Signore; ‘essi ritorneranno dal paese del nemico’”. Matteo cita il passo in 2:18.

Yeshùa rimase in Egitto fino alla morte di Erode, che viene fatta risalire al 4 a. E. V.. Dopo di ciò viene portato a Nazaret dove crescerà. Matteo, con un’accomodazione (Mt 2:15), vi applica la profezia di Os 11:1 che riguardava Israele: “Quando Israele era fanciullo, io lo amai e chiamai mio figlio fuori d’Egitto”.

La storia è piena di sangue innocente. Dalla Bibbia, alle scorribande di predoni,  alle invasioni dei barbari.

Il progresso delle guerre moderne in cui si combattono eserciti ha avuto corso breve. Da dopo la guerra di trincea  attraverso i bombardamenti si è tornati ad uccidere i civili .  Il corpo a corpo di uomini armati contro civili inermi,  donne, anziani e neonati è una tappa dell’inumanità che si è compiuta sotto il nazismo e che si ripete ai nostri giorni in nome di Allah.  “C’è troppo Dio in questa storia” recitava una vignetta triste.

12 e 14 dicembre – Seminario per insegnanti su antisemitismo e Shoah

ADRIA (Ro) – Casa delle Associazioni – via Dante 13 

Lunedì 12 dicembre          ore 16.00-18.00

Claudio VERCELLI       Storico contemporaneista 

L’antisemitismo come premessa della Shoah

Mercoledì 14 dicembre        ore 16.00-18.00

Frediano SESSI
Saggista, scrittore, traduttore, insegna Sociologia generale all’Universitàdi Brescia.                                                                                 

L’incubo di Auschwitz

 

Dai primi anni in cui si è introdotta la Giornata della Memoria dello sterminio del popolo ebraico e delle altre minoranze, le iniziative pubbliche e nelle scuole si sono moltiplicate così come le proposte dei media. Parallelamente molto materiale storico si è aggiunto alle più importanti testimonianze a partire da quella di Primo Levi e in tutta Europa gli studi sulla Shoah hanno avuto grande sviluppo. Tuttavia il loro incremento ed approfondimento non sempre non sempre sono giunti nella scuola che in molti casi ha finito per celebrare anziché dare strumenti di conoscenza agli studenti.

Il seminario per gli insegnanti della scuola primaria e secondaria, aperto anche al pubblico esterno ha l’obiettivo è richiamare le premesse teoriche dello sterminio e della Shoah sottolineandone l’unicità seppure all’interno del magma di violenza del ‘900.            Dare degli strumenti per organizzare una efficace trasmissione delle violenze del ‘900 senza spettacolarizzazione ma con una adeguata contestualizzazione è il nostro scopo.

Il seminario che si svolgerà in presenza in due pomeriggi ad Adria, è organizzato dall’ISERS di Badia Polesine, dall’Associazione Il Fiume di Stienta e dal Comitato Pietre d’Inciampo di Adria

6 agosto 2022- MATTEOTTI NELLA MEMORIA CANTATA con l’autore Enzo Bellettato

Il volume di Enzo Bellettato edito da La Minelliana e Istituto Ernesto de Martino

La figura di Giacomo Matteotti ha fornito lo spunto per molta ricerca storica essendo stata una delle ultime voci politiche a levarsi contro Mussolini ed il fascismo. Il suo efferato omicidio costituì il passaggio definitivo dalla democrazia alla dittatura nell’Italia del primo ‘900 trascinando con sè, con la Germania, il resto dell’Europa. Il popolo capì drammaticità del momento ma non aveva armi per opporsi se non quella della memoria e della conservazione dell’ideale. E se ai funerali andarono in migliaia, anche se il regime fece di tutto per evitare il bagno di folla, a tramandare la sua figura ci pensarono i canti sommessi del popolo contadino e operaio che da subito iniziò a comporre musiche e strofe che divennero un deposito prezioso degli ideali e dei valori per i quali il deputato socialista e polesano era stato ucciso.

In tempi di cancellazione della memoria dei fatti per sostituirla con la celebrazione superficiale di un calendario civile che esime dall’impegno più profondo della conoscenza, siamo grati al prof. Enzo Bellettato e ai ricercatori che prima di lui hanno lavorato, per aver condensato in un lavoro esaustivo la mole di contributi dati dalla tradizione popolare ad un ideale di giustizia che sembrava perduto. L’ideale di giustizia concretizzatosi, dopo enormi sofferenze, nell’Europa democratica è tuttavia una conquista che va rinvigorita e sostenuta, che va puntellata contro i tentativi ricorrenti di farla crollare dall’esterno ma anche dall’interno.

Per questo abbiamo colto l’occasione della festa popolare a Stienta alle Zampine in questo torrido 6 agosto per sentirne raccontare dall’autore, coadiuvato da Chiara Crepaldi alla chitarra, e dalle musiche raccolte in un cd.

Chi siamoEnzo Bellettato, laureato in Pedagogia all’Università di Padova e successivo diploma di perfezionamento sui Diritti della Persona e dei Popoli, di professione insegnante e direttore didattico, coltiva nel contempo interessi e attività in vari campi del sapere e del vivere sociale. Negli anni ’90 promuove la Consulta per la Pace e i Diritti Civili del Comune di Rovigo della quale sarà presidente per tre anni. Appassionato di astronomia, fonda il Gruppo Astrofili Polesani e ne diviene presidente curando poi la realizzazione dell’Osservatorio Astronomico Pubblico (con l’Amministrazione Provinciale) e del Planetario Civico (con il Comune di Rovigo). Collabora con varie associazioni culturali per la divulgazione della storia e delle tradizioni popolari.

 

30 luglio 2022 – Perchè serve essere vigili nella difesa della storia del nostro paese

Nella rubrica “Pietre” del quotidiano Repubblica, il giornalista Paolo Berizzi rileva una notizia che lascia a bocca aperta. Un consigliere comunale di Treviso che è meglio non far passare alla storia, fa una proposta: togliere via Matteotti dalla toponomastica.

Le ragioni? Toponomastica inadeguata, obsoleta, poco trevigiana. Sembra una provocazione ma non lo è.

Ecco è come se togliessimo tutte le vie Verdi, Raffaello Sanzio, Michelangelo Buonarroti, Vittorio Emanuele…perchè non sono trevigiane e, diciamolo, rappresentano personaggi del passato!

Avremmo così delle città in cui da Piazza del Grano gireremo a destra da via delle Petunie per sbucare a via Dei Prati Verdi e dopo vicolo delle Belle Speranze ci troveremo alla Sagra della porchetta e del prosecco. Di questo passo il Rinascimento dovremmo proprio cercarlo in Arabia Saudita, permettete l’ironia.

Giacomo Matteotti fu uno dei tanti martiri delle violenze fasciste e dico martire a ragion veduta perchè chi va in guerra sa che fa un mestiere rischioso e può venire ucciso, altrimenti farebbe l’operatore umanitario, ma chi siede in parlamento o presiede una pubblica istituzione non dovrebbe dimostrare la sua integrità pagando con la vita. Questa vicenda triste ma purtroppo non isolata nell’aria di revisionismo che circola nel nostro paese, dovrebbe invitarci ad approfondire sempre più il valore della figura di Giacomo Matteotti a partire da una visita obbligata delle scuola della provincia alla casa museo Matteotti di Fratta Polesine e con la ferma opposizione a tutti coloro che provano a mistificare la realtà e a rivoltare la storia.

P.S. il giornalista Paolo Berizzi vive sotto scorta a seguito delle minacce di morte di gruppi neofascisti

5 febbraio 2022 – La storia di Andra e Tatiana Bucci a Due Carrare

Il comune padovano di Due Carrare ha offerto la possibilità di fare didattica della Shoah. Grazie ad una Amministrazione comunale consapevole ed attenta, nella persona di Alice Carpanese,  abbiamo tenuto in occasione della Giornata della Memoria un  incontro in presenza con gli studenti  sul tema delle leggi razziali e sulle loro conseguenze per gli ebrei italiani e no.

In questi tempi la presenza è fondamentale per tornare alla normalità nella scuola e, in questo caso, per poter studiare la storia in modo diverso. Cosa trasmettere agli studenti abituati a due anni di lezioni in didattica a distanza?
Di sicuro il contatto diretto tra interlocutori  e questo è stato reso possibile dalla collaborazione con gli insegnanti della scuola media “A.Moro” del comune padovano che hanno accompagnato gli studenti in due turni alla Casa dei Carraresi.
In secondo luogo l’apporto di esperti di storia e di didattica della storia.  Non basta, infatti,  saper la storia per trasmetterla in modo efficace, bisogna saperla insegnare soprattutto in relazione a chi si ha difronte.   Nella rarefazione degli interventi che ci sono stati richiesti sul tema della Shoah, abbiamo potuto lavorare con impegno per dare il meglio assieme ad associazioni e storici che ci accompagnano in questo compito di trasmissione delle conoscenze.
L’intervento a Due Carrare, rivolto alle terze medie, è stato preceduto da una mostra sulle leggi razziali che il CDP, Centro di Documentazione Polesana, ha allestito nell’atrio della scuola.    Le docenti curricolari dei ragazzi si sono incaricate di spiegare i pannelli della mostra negli orari scolastici.  In questo modo gli alunni sono arrivati già preparati all’incontro con la dott.ssa Francesca Panozzo,  studiosa della Shoah, e in servizio presso il Museo ebraico di Bologna.
Francesca Panozzo ha fatto un excursus storico interagendo con i ragazzi per arrivare a far comprendere le immagini del cartone “Una stella per Andra e Tati”  visto subito dopo dalle classi.  Al termine della visione sono stati ripresi i passaggi più importanti per verificare dubbi o perplessità e dare ulteriori spiegazioni.
Solo alla fine si è introdotto il collegamento da Bruxelles via zoom con le protagoniste della storia, le sorelle Bucci che hanno salutato e risposto alle domande dei ragazzi.
La storia di Andra e Tatiana Bucci a partire dalla Russia, terra d’origine della nonna, fino ad Auschwitz è emblematica per capire che le leggi razziali non lasciavano scelta alla collettività.
Tuttavia ragionando sulla vicenda di Andra e Tati ma anche sulla vicenda delle  famiglie Mevorach e Hasson che sono state nascoste per oltre un anno nel borgo limitrofo di Pontemanco e si sono salvate grazie alla collaborazione di una comunità resistente, si è cercato di spiegare ai ragazzi la necessità della partecipazione alle vicende della storia e la possibilità individuale della scelta.
Nonostante i fascismi la scelta personale poteva e può sempre fare la differenza. Apprendere questa lezione è la vera utilità che può avere la Giornata della Memoria.