Organizzare gli appuntamenti e le visite di storici, scrittori e testimoni è un compito lungo e impegnativo che occupa “Il Fiume” per un intero anno e, per questo, si pone grande cura nella proposta di relatori, luoghi e pubblico a cui rivolgere gli interventi.
Dopo che ogni incontro ha avuto luogo, è bene analizzarlo per capire se questo ha avuto efficacia o se poteva essere condotto in modo diverso, generalmente, però, i riscontri sono positivi e questo incoraggia a continuare lungo la strada tracciata.
Il 28 gennaio, Nella Roveri, direttrice della Fondazione Ragazzi di villa Emma, ha parlato ai ragazzi dell’Istituto Comprensivo di Costa di Rovigo, della straordinaria vicenda dei ragazzi che dalla Germania e dall’ex Jugoslavia, raggiunsero Nonantola per essere nascosti e salvati dalla popolazione dopo l’8 settembre del ’43.
La vicenda è stata raccolta in un documentario di Rai3 trasmesso da Gianni Minoli in una puntata de “La storia siamo noi” ed è un esempio grande valore educativo proprio per le implicazioni psicologiche e didattiche che ebbe per i protagonisti, al di là dell’importanza storica, ed è un esempio che ai ragazzi è sempre molto utile. I ragazzi salvati sono oggi sparsi per il mondo e alcuni di questi sono stati intervistati e compaiono nel documentario della Rai, uno di loro Joseph Papo, oggi Joseph Ben Zion è grande amico de “Il Fiume” e attentissimo conoscitore della realtà italiana, che segue attraverso la tv.
Più contrastato è l’approccio che i temi dell’olocausto, applicato alle altre minoranze, provocano nei ragazzi, specie quando la minoranza è quella rom- sinta.
Luca Bravi storico dell’Università di Chieti, ha parlato ai ragazzi del liceo “L.Einaudi” di Badia Polesine, della persecuzione dei Rom e Sinti alla luce anche del presente, così che è emersa una punta di insofferenza verso questa parte della popolazione che non suscita le simpatie della totalità del pubblico, prontamente utilizzata dal relatore a scopo didattico.
Facile è additare gli altri come razzisti, ma spesso sottili impulsi covano all’interno di persone che pensano di esserne immuni e che possono infiammarsi nuovamente all’occorrenza, cosi che “mai più…” diventa una formula vuota e subito superata dalla realtà di fatti visti, anche recentemente, nei telegiornali.
Il Fiume ha oltrepassato il Po e, grazie alla collaborazione con l’Istituto di Storia Contemporanea diretto dalla dott.ssa Anna Quarzi, a Cento (FE), nella Sala Zarri, del Palazzo del Governatore, Ilaria Pavan, docente alla Scuola Normale di Pisa, ha parlato ai ragazzi degli Istituti superiori del tema “L’antisemitismo fascista e le leggi razziali”.
Lo stesso intervento è stato proposto agli studenti dell’Istituto d’Arte “Munari” di Castelmassa (Ro) in cui, grazie all’interesse delle docenti in primis la prof. Daniela Turatti, ogni anno si propone un intervento di grande spessore. I ragazzi hanno ascoltato con attenzione e sono anche intervenuti dopo le sollecitazioni della prof. Ilaria Pavan che, con la sua trattazione serrata e la puntualissima preparazione, ha elencato la sequenza dei maggiori provvedimenti legislativi del fascismo in materia razziale, dai quali non poteva che discendere una persecuzione finale, con spoliazione dei beni, e perdita delle vite.
Castelmassa – La dottoressa Ilaria Pavan e la prof.ssa Daniela Turatti con gli studenti dell’Istituto d’Arte