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10 febbraio 2025: giornata del Ricordo

Lo spirito della legge voluta nel 2004 ha lo scopo di “commemorare le vittime delle foibe, l’esodo dei cittadini di Istria, Fiume e Dalmazia e la complessa vicenda del confine orientale”.

In sintesi si ricordano sempre gli italiani infoibati ossia uccisi e gettati nelle profonde cavità carsiche quando le sorti della seconda guerra mondiale si sono volte al peggio per le forze dell’Asse Germania e Italia e soprattutto quando le forze alleate e i partigiani Jugoslavi hanno raggiunto e conquistato i territori che erano sotto dominio fascista.  Lo sguardo si allarga poi all’esodo delle popolazioni costiere italiane che dovettero scegliere se rimanere nella Jugoslavia di Tito e accettare di cambiare lingua e regime o rifugiarsi in Italia che raggiunsero come profughi.  Alla fine si fa cenno alle complesse vicende del confine orientale.

Come invece non partire dalle complesse vicende del confine orientale e poi analizzare quello ne fu la conseguenza?

Lo abbiamo fatto con storici come  Fabio Todero (2013) , Sandi Volk (2010),  Alessandra Kersevan (2011),  Federico Tenca Montini (2023), Stefan Cok (2024) e negli anni in cui non era ancora perseguitato per le sue puntualizzazioni sulle foibe ma aveva già scritto testi sulla occupazione italiana dei Balcani, Eric Gobetti.

Ma soprattutto abbiamo sentito più volte e portato con noi nelle scuole, il prof. Boris Pahor letterato triestino ma di cultura slovena. che nelle sue opere ha illustrato il clima delle terre in cui il fascismo si espresse nei termini più duri.

Abbiamo anche fatto conoscere ai ragazzi delle scuole la storia degli esuli attraverso il libro sotto forma di graphic novel di Caterina Sansoni e Alessandro Tota,  “Palacinche”.

Recentemente, per restare nel nostro territorio, abbiamo incontrato casualmente nella lettura del testo di Gino Bedeschi sulla Repubblica Sociale nel Polesine,  una frase estrapolata dalla corrispondenza di un soldato polesano*  impegnato nelle retrovie del fronte jugoslavo,  che ci ha illuminato ancor più su questo tema.

Ora qui stiamo distruggendo diversi paese con i cannoni. Se vedessi certi paesi sono tutti rovinati, si distrugge case e gente dentro, perché sono delinquenti comunisti traditori; ma ora non adoperiamo nessuna pietà per nessuno. Questi farabutti sono loro che vogliono così; ma noi li distruggeremo tutti…*
Era un giovane strappato alle terre del Polesine per la follia di una guerra che pensava di prender tutto e ha lasciato l’Italia con un pugno di mosche in mano.
La sua lettera verrà censurata per ovvie ragioni.
Come Associazione Il Fiume, da anni cerchiamo di raccontare la storia dall’inizio, non dalla fine. Da violenza scaturisce violenza e le condizioni le dettano i vincitori, ammesso che vi siano, perché ogni guerra ha lo stesso volto quello della disumanizzazione del nemico e l’allentamento di ogni freno o remora morale nell’esercizio della violenza da parte di tutti.
Nella guerra spesso non è facile distinguere i buoni dai cattivi, e come abbiamo visto molte volte non sempre ci sono vincitori o sconfitti chiari e definitivi.
Su questo vogliamo meditare con i ragazzi ai quali ci rivolgiamo negli incontri nelle scuole come quelli fatti nella giornata della Memoria e che faremo per il Giorno del Ricordo con lo storico Alessandro Cattunar che ci parlerà di cosa portò alla divisione dei confini tra Gorizia e il mondo Jugoslavo .
* nome del soldato e collocazione del documento originale si trovano in : G.Bedeschi, “A monito e primo esempio. La Repubblica Sociale in Polesine 1943- 1945”, ed. Apogeo, Adria , 2018

Gennaio e Febbraio 2025- Save the date!

Di seguito gli incontri ai quali siamo stati chiamati per dare il nostro contributo di conoscenza sulla storia degli anni ’40 del Paese ed in particolare del nostro territorio con una puntata dedicata anche alle storie del confine orientale negli anni burrascosi della ridefinizione postbellica e drammatica dei confini
22/1 /2025- Cinema Duomo Rovigo. La proiezione del film di Ruggero Gabbai “Liliana” sulla vita e sulla figura della senatrice Liliana Segre, sarà introdotta e commentata da Francesca Panozzo, collaboratrice del Fiume e storica presso il Museo ebraico di Bologna. L’intervento in streaming verrà effettuato alla fine della proiezione delle 19:00 e prima della proiezione delle 20:45.
23/1 – Rovigo Palazzo Cezza – ore 17:00 in collaborazione con Istituto Polesano per la storia della Resistenza ed Età Contemporanea,  parleremo di Antisemitismo e Shoah in Polesine con Pierluigi Bagatin (Presidente dell’Accademia dei Concordi) e Luigi Contegiacomo (Presidente di Istpolrec)
27/1 – Porto Viro (Ro) – ore 8:00  Scuola secondaria di I grado “Internamento libero in Polesine.  Le vicende delle famiglie degli ebrei turchi Razon e Afnaim”  col prof. Roberto Felloni
Le pietre d’inciampo della famiglia Schloss
29/1 – Fiesso Umbertiano (Ro) – Biblioteca comunale – ore 10:30.
Posa delle “Pietre d’inciampo” della famiglia Schloss deportata da Fiesso e uccisa ad Auschwitz. Alla presenza del Sindaco Luigia Modonesi, del Rabbino di Ferrara Luciano Caro e delle scuole verranno posati i tre cubetti d’ottone e letto un messaggio di Raya Cohen, membro della famiglia.
31/1 – Polesella (Ro)- Sala Agostiniani ore 21:00 presenteremo il Libro “…Siamo qui solo di passaggio “ con Daniele Millan dell’Associazione Polesella Cultura e Territorio
3/2/2025 – Adria (Ro) -Istituito scolastico Adria2 – ore 10:30 parleremo di internamento libero e scelte individuali con i ragazzi delle terze madie alla presenza di Cosetta Ferrante figlia del farmacista e partigiano dott. Ferrante Ferrer in predicato per il conferimento del titolo di Giusto tra le nazioni.
12/2 -Adria (Ro) -Istituito scolastico Adria2 – ore 10:40 proporremo ai ragazzi delle terze  medie una riflessione sul ricordo degli avvenimenti del Confine orientale che hanno dato vita a allo sradicamento dal luogo a violenze, assassini e al grande esodo delle popolazioni istriane.
Ne parlerà ai ragazzi il prof. Alessandro Cattunar dell’Associazione 47/04 di Gorizia.
ore 18:30 – Fratta Polesine (Ro) – presso Museo Etnografico Il Manegium,  in collaborazione con Biblioteca comunale,  Associazione il Manegium e Anpi intercomunale,  presentazione del  libro “Storia di una linea bianca” con l’autore Alessandro Cattunar , sulle vicende della divisione del confine tra Italia e Jugoslavia e la scia di drammi che a partire dagli anni ’20 si estesero fino agli anni ’50 del  ‘900.

29 dicembre 2024 – Auguri

Come messaggio degli ultimi giorni di un anno che ci ha lasciato senza parole, ci sentiamo di augurarvi di svegliarci a gennaio e accorgerci che è stato tutto un brutto sogno…

Siamo stati spettatori di una diatriba tra chi vuole distinguere e puntualizzare i “genoicidi” dai  “crimini di guerra” quando sappiamo tutti che è la guerra stessa ad essere un crimine.

Abbiamo visto lotte per il posto di lavoro di settori considerati in via di estinzione mentre non c’è cassa integrazione per i lavoratori delle industrie belliche.

Abbiamo visto cadere dittatori e assurgere a capi delle più potenti democrazie marionette comandate dal più ricco sulla terra.

Abbiamo visto che le donne e i bambini sono sempre i primi a rimetterci ed in modo intollerabile.

C’è qualcosa di storto nel mondo che andrebbe raddrizzato ma non ci sono abbastanza puntelli.

Buone feste 2023-2024

Buon anno nuovo anche se il 2024 non nasce sotto i migliori auspici.

Guerra tra Ucraina e Russia

Guerra tra Israele e Hammas

Guerra civile in Sudan tra esercito e forzeparamilitari RSF

…mi fermo sono 59.   Fare finta di niente è ipocrisia

7 ottobre 2023 – La strage degli innocenti

“Allora Erode, vedendosi beffato dai magi, si adirò moltissimo, e mandò a uccidere tutti i maschi che erano in Betlemme e in tutto il suo territorio dall’età di due anni in giù” (Mt 2:16). Il gesto criminale di Erode è dettato dalla sua egoistica difesa del trono. Questa crudeltà corrisponde al suo carattere: per eliminare ogni ostacolo che mettesse in pericolo il trono, egli fece uccidere anche tre mogli e alcuni figli (tra cui Aristobulo). Quando egli era a Gerico per una malattia incurabile fece uccidere due capi (Yehuda ben Serifa e Matatia ben Marguloth) con i loro discepoli che si erano ribellati. Pare fosse il 13 marzo del 4 a. E. V., perché Giuseppe Flavio parla di una eclissi lunare in quella notte. Erode fece poi convocare a Gerico i più ragguardevoli cittadini della Giudea, li fece rinchiudere nell’ippodromo e ordinò alla sorella Salomè che fossero uccisi alla sua morte perché vi fosse del pianto nella Giudea. In una crisi di dolore tentò di uccidersi. Il figlio Antipatro, saputolo, insistette per essere liberato dal carcere in cui il padre lo aveva rinchiuso. A sua volta, Erode lo fece uccidere. Cinque giorni dopo anche Erode finalmente morì. Non per nulla Augusto, sapute queste cose, con un gioco di parole disse in greco: “È meglio essere un porco [üs] di Erode che non un figlio [üiòs]”, alludendo alla nota avversione degli ebrei per la carne suina. Erode non avrebbe ucciso un porco, ma con facilità uccideva i figli. Tutto questo depone per la storicità della strage dei bambini ordinata da Erode.

Matteo, di fronte a questa carneficina, vi applica il lamento di Geremia posto in bocca a Rachele, la cui tomba si trovava a Rama, circa otto km a nord di Gerusalemme: quasi che, sollevandosi dalla sua tomba, Rachele emetta lamenti per i suoi figli avuti da Beniamino e condotti in prigionia da Nabucodonosor. In Ger 31:15,16 il testo dice: “Così parla il Signore: ‘Si è udita una voce a Rama, un lamento, un pianto amaro; Rachele piange i suoi figli; lei rifiuta di essere consolata dei suoi figli, perché non sono più’. Così parla il Signore: ‘Trattieni la tua voce dal piangere, i tuoi occhi dal versare lacrime; poiché l’opera tua sarà ricompensata’, dice il Signore; ‘essi ritorneranno dal paese del nemico’”. Matteo cita il passo in 2:18.

Yeshùa rimase in Egitto fino alla morte di Erode, che viene fatta risalire al 4 a. E. V.. Dopo di ciò viene portato a Nazaret dove crescerà. Matteo, con un’accomodazione (Mt 2:15), vi applica la profezia di Os 11:1 che riguardava Israele: “Quando Israele era fanciullo, io lo amai e chiamai mio figlio fuori d’Egitto”.

La storia è piena di sangue innocente. Dalla Bibbia, alle scorribande di predoni,  alle invasioni dei barbari.

Il progresso delle guerre moderne in cui si combattono eserciti ha avuto corso breve. Da dopo la guerra di trincea  attraverso i bombardamenti si è tornati ad uccidere i civili .  Il corpo a corpo di uomini armati contro civili inermi,  donne, anziani e neonati è una tappa dell’inumanità che si è compiuta sotto il nazismo e che si ripete ai nostri giorni in nome di Allah.  “C’è troppo Dio in questa storia” recitava una vignetta triste.