Il programma dell’Associazione il Fiume per la Giornata della Memoria negli anni scorsi era ricchissimo e durava un po’ tutto l’anno. Spaziava dalla persecuzione dei Rom, alla vicenda degli IMI (abbiamo fatto con Arduino Nali e le scuole lavori egregi), agli omosessuali e ovviamente la persecuzione degli ebrei. Si può dire che abbiamo fatto tutto il possibile e che ora molto viene ripreso e scoperto nella provincia di Rovigo e oltre. Con piacere abbiamo visto che la pubblicazione “…Siamo qui solo di passaggio. La persecuzione antiebraica in Polesine 1941-45” è diventato un testo ampiamente utilizzato nei programmi degli interventi nelle scuole di tutto il Polesine e viene elaborato sotto forma di racconti, video e drammatizzazioni varie.
Questo significa che noi, assieme ai molti collaboratori che a vario titolo hanno lavorato su questi temi ma soprattutto Luciano Bombarda, Shlomo Venezia, Andra e Tatiana Bucci nonché Arduino Nali, abbiamo lavorato bene a far emergere la storia del nostro territorio.
Questo ci consente di fare qualche piccolo ma significativo intervento e assistere al molto o troppo che si fa con esiti buoni e meno buoni.
Quanto fatto in diretta dal Fiume sono tre interventi diretti ed uno indiretto
26/1/23 : con le terze medie di Taglio di Po abbiamo parlato di Estica Danon e delle analogie e differenze con la più famosa e sfortunata Anna Frank. Abbiamo parlato di vittime, carnefici, giusti e di indifferenti. Assieme alla fortuna tutte le storie sono determinate da queste quattro categorie di persone.
27/1/2023: Istituti comprensivi di Taglio di Po- Porto Viro – abbiamo portato a conoscenza la storia di Manfred Bernard Buchaster e della sua famiglia, che è storia di fughe e di profuganza.
Insegnare la Shoah significa lavorare con abbastanza tempo, in rete tra insegnanti e con la lungimiranza dei Dirigenti scolastici, proponendo contenuti e lasciando che sedimentino perché le riflessioni le facciano i ragazzi dentro di se’. Il rapporto diretto con i ragazzi è fondamentale perché si possono guardare negli occhi cercando di capire se ciò che si racconta ha un qualche effetto. I cinesi guardano fissi apparentemente senza reazione, i ragazzi di colore ai cenni sul razzismo verso gli africani del fascismo coloniale si guardano intorno cercando di mimetizzarsi. Gli studenti marocchini alzano la mano e alla domanda su i totalitarismi che conoscono citano subito Israele. Le ragazze “secchione” sono preparate ed interessate. Poi c’è anche la giovane che inaspettatamente alla fine della storia di Manni si lascia andare ad un pianto commosso.
Avere il rapporto diretto e ravvicinato è impagabile perché consente di spaziare sui temi più diversi cercando di portare l’attenzione sugli aspetti che contano veramente. La responsabilità. La libertà di ciascuno di scegliere. Le vittime erano designate, non c’era scelta, ma tra esser carnefici, delatori, giusti o indifferenti qui sta la scelta che ogni ragazzo potrebbe esser chiamato a fare nella sua vita.
È fatica, e penso alla fatica cui abbiamo costretto e costringiamo i testimoni ancora disponibili. Tuttavia è giusto caricarsi di questo onere e mettersi nei panni di questi ragazzi che sono lontani e ignari perché il racconto che per noi è stato diretto dalle parole di nonni, zii e testimoni per loro arriva da noi con doppio filtro. Una parola di testimoni vale cento delle nostre che dobbiamo comunque assumerci il compito della trasmissione della memoria.
L’intervento indiretto è stato nell’Istituto alberghiero G. Cipriani Adria, coinvolto nella grande adunata delle scuole di Adria. Le grandi riunioni di massa hanno il solo pregio di aver fatto lavorare prima i ragazzi ma, al momento dell’esposizione, tra i saluti delle autorità e gli interventi più o meno lunghi di tutte le scuole, i ragazzi trascorrono ore seduti irrequieti, sbirciando il telefono e pronti a scattare alla fine delle ore di costrizione senza cogliere l’importanza di quanto ascoltano. Ciò che conta è il lavoro preparatorio che con i ragazzi della classe 4 di Accoglienza, deputati quindi a fare da guida nel territorio conoscendone tutti gli aspetti, abbiamo concentrato sulle Pietre d’inciampo poste nella provincia di Rovigo.
Grazie alla presenza di un Comitato Pietre d’Inciampo, costituitosi recentemente ad Adria, abbiamo posto l’attenzione su questa opera d’arte diffusa che ha trovato posto anche nella nostra Provincia con il proposito di continuare il lavoro di posa e allo stesso tempo di consapevolezza della portata di questi fatti.