Tutti gli articoli di chiara fabian

Ottobre 2010 – Vogliamo che la storia di EMERGENCY continui…

“Io sto con Emergency”, non è soltanto uno slogan, è la posizione della nostra Associazione rispetto a chi si impegna per garantire diritti ad un numero più vasto possibile di persone, senza toglierli agli altri.

Emergency e i suoi ospedali sono un esempio di efficienza non disgiunta dall’efficacia, anche in condizioni estreme come quelle della Sierra Leone ad esempio, uno dei paesi più poveri al mondo in cui c’è un ospedale che supplisce alle gravi mancanze sanitarie del paese.

E’ all’ospedale di Goderich, la capitale, che Emergency ha dedicato la campagna dell’SMS solidale di quest’anno.

Invitiamo tutti quelli che ci leggono ad inviare al numero 45506 un sms che porterà 2 eu direttamente tra le risorse dell’ospedale, e sul “direttamente” chi conosce la struttura organizzativa di Emergency può garantire!

20 ottobre 2010 – Francesca Cappella ci lascia

francesca cappella

La lotta contro un male devastante è il primo diritto di una persona, il sostegno a questa lotta da parte di parenti ed amici è un importante dovere.

Il “Fiume ” ha provato a sostenere con tutte le sue forze la lotta che Francesca Cappella ha iniziato e condotto con rabbia e determinazione dall’inizio del 2009 fino ad oggi quando le forze le sono mancate.

Abbiamo conosciuto Francesca Cappella, nel corso della nostra ricerca, come storica che conduceva ricerche all’Archivio Centrale dello Stato a Roma proprio sul periodo e sui temi che anche noi studiavamo e le sue scoperte nelle buste polverose e tra gli scaffali, hanno aggiunto nuovi dati e certezza al lavoro che stiamo mettendo insieme.

Già dal 2008 e nel gennaio 2009 assieme a noi Francesca è venuta agli appuntamenti della Memoria che ci hanno portato in Comuni e Scuole del Polesine. In qualità di giovane storica è venuta a contestualizzare con preparazione e puntualità la testimonianza di Lia Hajon e di Estica Danon Ayalon.

La sua simpatia, precisione e carica umana hanno incantato tutti, il suo sorriso aperto ha accompagnato la narrazione delle vicende storiche più tragiche del 900.

Al ritorno a Pisa dove era ricercatrice per la Scuola Normale Superiore, ha messo da parte i libri e gli elenchi accurati che aveva ricostruito nelle sue ricerche all’Archivio Centrale dello Stato e ha cominciato a combattere il cancro che l’ha consumata fino ad oggi.

Il Fiume, rileggendo i suoi sms di speranza e mai di scoraggiamento la saluta con grande commozione ed un abbraccio forte va a Matteo, il suo coraggioso e giovane marito, che l’ha sorretta fino all’ultimo momento.    Ciao France!

 

francesca a Costa nel 2008

francesca ed estika

francesca cappella

francesca e matteo

Non si vede bene che col cuore – L’essenziale è invisibile agli occhi

Oggi pomeriggio ero in un teatro

ma non ho visto uno spettacolo, né ho guardato un film.

Ho ascoltato persone ed ho sentito più volte parlare di memoria.

La memoria…cos’è in fondo??

La memoria è la vita che lascia una traccia dentro di noi.

Il passato che poi diventa la storia di ognuno di noi

La memoria…altro non è che il moto primario e perpetuo della nostra mente.

La nostra mente che sa in partenza cosa riporre nel cassetto dei ricordi, cosa salvare e cosa invece no.

Sa cosa può tralasciare e quali problemi vanno affrontati con subitanea velocità e spesso, ancor prima di averne coscienza, ha già formulato reali ipotesi di risposta.

Ed allora si cercano “nella memoria” quei dati che possono aiutare nella scelta.

Forse, molto più semplicemente, la memoria ci aiuta a discernere tra il bene ed il male. Confermare un’impressione o respingere un’idea, oppure ad esprimere un giudizio, in modo unico ed inequivocabile.

Ed è proprio quello che vediamo con il cuore che crea la memoria.

Nel bene e nel male.

Affinché certe nefandezze non accadano più

nel ricordo della disumanità che ha portato alla Shoah dobbiamo, aiutare la “memoria” per non dimenticare più.

Bisogna divulgare i valori irrinunciabili della coesistenza civile

In famiglia, nei luoghi di lavoro, nelle scuole.

Devi avere chiari “I Valori” dicevano i nostri genitori e prima di loro i nostri nonni….

I valori sono memorie positive che ci aiutano e ci indirizzano nelle scelte

La Civiltà, la Solidarietà, la Libertà!!

È la condivisione del patrimonio culturale con libera circolazione di idee che ci fa crescere e ci dà coscienza del diverso che è fuori da noi.

È la diversità che ci arricchisce e ci fa godere fino in fondo di questo LIBERO SCAMBIO.

Come qui, un gioco che mette in contatto le persone, un incontro e… la storia, come la vita continua.

“Si è liberi quando si gode della libertà della differenza.

Si è liberi quando si ottiene il rispetto dell’altro e lo si ricambia dello stesso rispetto”

Abbiamo ricevuto queste considerazioni in forma quasi poetica, da parte di un’ospite dell’incontro di lunedì 4 ottobre e pensiamo sia giusto trasmetterle a tutti per la loro intensità.
La pubblichiamo in forma anonima, se l’autrice vorrà, con piacere renderemo pubblico il suo nome.

10 ottobre 2010 – “Fiera del libro” Francoforte

david grossman

Ogni anno alla più importante fiera del libro del mondo, quella di Francoforte, l’Associazione dei librai tedeschi conferisce ad uno scrittore  il “Premio della Pace” e quest’anno il prestigioso riconoscimento è andato a David Grossman.

David Grossman, 56 anni, per chi non lo conoscesse, è uno dei maggiori scrittori israeliani, ma soprattutto un promotore del dialogo di pace fra israeliani e palestinesi, e la sua autorità in materia deriva dal suo spessore culturale ma soprattutto dalla sua umanità, lui che nella seconda guerra del Libano (2006) ha perduto il figlio colpito in pattuglia da un razzo degli Hezbollà.

La sua sofferenza si condensa in uno straordinario libro che è un inno all’amore per quanto tormentato, un atto di amore verso l’arida e straordinaria striscia di terra in cui “tutto ebbe inizio”, contesa  nei secoli ed ancor oggi, uno scavo nella complessità dei rapporti umani e della famiglia.
“Ad un cerbiatto somiglia il mio amore” è il titolo preso da un versetto della Bibbia ed è a questo libro che Grossman ha fatto riferimento nel suo straordinario discorso dello scorso 10 ottobre.

Non possiamo citare solo stralci di un discorso così importante, ma possiamo inserirlo integralmente sotto forma di allegato ed invitarvi a leggerlo, come possiamo invitarvi a leggere “Ad un cerbiatto somiglia il mio amore” certi di aver dato un ottimo consiglio a tutti gli amanti della Pace.

 

 

4 ottobre 2010 – San Francesco

Lunedì 4 ottobre, prima dell’incontro al teatro di Stienta, Schlomo Venezia e la moglie Marica ospiti de “Il fiume”, sono stati accompagnati ad un paio di appuntamenti importanti.

Shlomo Venezia e Iefte Manzotti a Costa

Il primo una visita alla Biblioteca “Manfred Buchaster” che Costa di Rovigo ha dedicato alla piccola vittima della “shoah italiana” internato a Costa con la famiglia fino al 1944. 

Nella bella biblioteca Shlomo, insieme a Iefte Manzotti, presidente dell’AMPI di Reggio Emilia e collaboratore della fondazione che gestisce la Casa Museo dei fratelli Cervi a Gattatico (RE), ha voluto sostare e lasciare il proprio sofferto saluto nel libro degli ospiti, alla memoria di chi ha avuto meno fortuna di lui.

Shlomo e Marica Venezia

Subito dopo c’è stato l’incontro con la presidente della Provincia di Rovigo dott.ssa Tiziana Virgili, che ha voluto che un testimone così eccezionale trasmettesse ai ragazzi di una classe quinta dell’Istituto Statale Tecnico Commerciale “De Amicis ” di Rovigo la propria storia drammatica.

Così nella sala del Consiglio provinciale per più di un ora i ragazzi hanno fatto lezione di storia dalla viva voce di un protagonista che ha raccontato una parte della sua dolorosa vicenda.

L’unicità della testimonianza di Shlomo è il ruolo avuto come membro del “Sonderkommando”ossia il “commando speciale” destinato dalle SS, che gestivano i campi, alla parte finale e definitiva del processo di sterminio del popolo ebraico e delle minoranze scomode, ossia la uccisione con il gas e la distruzione nei forni crematori.

Nel raccontare la sua storia, occasione di grande dolore e sofferenza, Shlomo ha cercato di spiegare ai ragazzi che nulla c’era di volontario nella vita del campo, e che la sola alternativa o scelta possibile era la morte per rifiuto di eseguire un ordine, morte che comunque sarebbe venuta da sola ed inesorabile dopo pochi giorni o mesi della vita in quelle condizioni.

La sofferenza è acuita sempre più dal dover ribadire che “questo è stato” (per ricordare Primo Levi) e quindi alla richiesta di una giovane studente di esibire il numero del campo, Shlomo senza esitare scopre il braccio e mostra il tragico tatuaggio.

Nello stesso giorno su un trafiletto nei giornali si legge che un docente dell’Università di Teramo nega la responsabilità della Shoah da parte di Hitler, con la motivazione che “non c’è ordine da lui firmato”.

Così un sedicente storico attento ai documenti (!)  può con tutta calma, negare centinaia di proclami, dispacci, filmati di adunanze oceaniche, documenti in codice, con i quali lo sterminio veniva ordinato, pianificato, industrializzato , e questo nonostante le ricerche di Istituti storici del mondo intero!  La cosa ha del paradossale per i più, ma per Shlomo e i sopravvissuti di tutto il mondo è solo una ferita sempre aperta.

Nella sala del Consiglio provinciale con la presidente Tiziana Virgili 

Alla conclusione dell’incontro prima dei saluti, delle strette di mano e della foto di rito, Shlomo Venezia ha lasciato ai ragazzi ancora un messaggio, “non credete a tutto quello che vi dicono, pensate con la vostra testa, verificate le cose, non lasciatevi portare per mano dagli altri”.

E solo chi ha subito sulla propria pelle sa quanto questo sia importante anche oggi nell’era della massima diffusione delle informazioni ma anche della loro massima manipolazione.

 

La 5 dell'ITC De Amicis di Rovigo con Shlomo Venezia