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I LAGER DEL NUOVO MILLENNIO

CIE di Gradisca d'Isonzo 2010

Il CIE di Gradisca d’Isonzo, Italia 2010

La nostra associazione si occupa di memoria storica e ha concentrato la sua attenzione sul tempo in cui l’ Italia imitava i tedeschi creando nemici e richiudendoli in lager.

Nel 1941 intere famiglie disperate scappavano dalla Jugoslavia, dalla Germania, dalla Polonia per sfuggire la morte violenta, o per inedia, che era loro riservata dalle politiche razziali.

Dall’Africa colonizzata dagli europei non scappava nessuno, non c’erano nè il miraggio di una vita migliore, nè la possibilità di salire su un battello.

Dai campi di concentramento che Mussolini fece allestire, moltissime persone vennero mandate nei campi di sterminio, molte morirono per le condizioni igienico-sanitarie impossibili, molte scapparono diventando clandestini fino alla disfatta dell’Italia e della Germania alla fine della Guerra.

Oggi in Italia si allestiscono i CIE centri di identificazione ed espulsione dei “clandestini”, per rinchiudere uomini che scappano da paesi in cui è più facile morire che vivere.

Il vescovo Monsignor Lucio Soravito de Franceschi della diocesi di Rovigo, conosce le condizioni e le caratteristiche dei CIE e ha pronunciato chiare parole di condanna su come si affronta il problema dell’immigrazione.

A questo punto la Chiesa ha preso posizione, chissà se il paese la seguirà o se tornerà comodo sconfessarne il messaggio di tolleranza .

 

26 agosto 2010 – Il Professor Boris Pahor festeggia i suoi 97 anni

Boris Pahor

Boris Pahor nasce a Trieste nel 1913, allora porto principale dell’impero austro-ungarico, da una famiglia slovena triestina e la sua vita e la sua carriera sono segnate da questa appartenenza.

Non sono i confini o i territori che stabiliscono le nazionalit,  ma le culture che si esprimono attraverso una stessa lingua o religione,  e questo essere minoranza a Trieste e nella Venezia Giulia per gli sloveni italiani sarà drammatica, come lo sarà di conseguenza per gli istriani italiani in Yugoslavia, dopo la caduta del fascismo.

All’età di sette anni Pahor vede bruciare la casa della cultura slovena ad opera dei fascisti e subisce le persecuzioni verso la minoranza slovena da subito introdotte, questa esperienza lo segnerà nonostante la sua vita successiva trascorra tra gli studi di letteratura e l’invio in Libia con l’esercito italiano.

L’esperienza più drammatica sarà però il lager nazista cui fu inviato dopo la sua cattura tra i partigiani che aveva raggiunti a seguito dell’8 settembre. Nutzweiler-Struthof, Dachau, Bergen-Belsen sono i campi che attraversa riuscendo a sopravvivere grazie a quei miracoli che hanno lasciato in vita i testimoni dell’orrore nazista.   Al suo ritorno riesce a costruirsi una vita a fianco dell’amata moglie Radoslava, ed una carriera di scrittore di grande valore, riconosciuto universalmente soprattutto dopo la pubblicazione del romanzo autobiografico Necropoli .

Come ogni grande scrittore, è nemico dei totalitarismi e delle loro semplificazioni e la sua amicizia con scrittori yugoslavi dissidenti lo renderà inviso al governo yugoslavo impedendogli l’ingresso in Slovenia fino al dopoguerra ed all’autonomia del Nuovo stato, del quale è uno dei principali esponenti letterari.

Ricordiamo con affetto la partecipazione del professore agli incontri organizzati dal Fiume per gli studenti delle scuole superiori e dell’Università di Ferrara nel 2008 e gli auguriamo una lunga vita di testimonianza ferma e lucida di un periodo drammatico nella storia dell’Italia e dell’Europa.    
 
Il professore per le vie di Ferrara

Troppo spesso si leggono nei giornali dichiarazioni di persone di bassissimo spessore culturale sulla storia di 60 anni fa che hanno dell’incredibile, e solo la voce di testimoni come Boris Pahor, che la storia l’hanno fatta e subita, può, per ora, far luce sulle mistificazioni e manipolazioni tentate da più parti.

Tanti auguri Professor Pahor!

31 luglio 2010 – Prima festa de “Il Fiume”

Bilancio positivo quello della prima festa de “Il Fiume” organizzata dall’Associazione sulla chiatta attraccata nell’argine del Po di fronte a Stienta.

Circa una sessantina i presenti tra collaboratori, amici e sostenitori del lavoro che Luciano Bombarda  e “il Fiume” portano avanti ormai da alcuni anni. Per tutti un ricco menù di piatti tipici dell’estate con contaminazioni etniche che andavano dall’insalata greca, ai cevapcici, ad un eccellente cous cous preparato da amiche marocchine.  Anche la musica è stata un sapiente mix di culture mediterranee, balkaniche e del pop italiano.

L'insegna della festa

A dare ulteriore spessore alla serata è stata la presenza di Miriam Meghnagi, cantante e studiosa delle sonorità della musica ebraica nei molteplici aspetti ed espressioni delle diverse anime dell’ebraismo prodotte dalla diaspora.

La cantante, autrice di diverse colonne sonore di film e trasmissioni televisive, ha salutato gli amici dell’Associazione nel corso della serata mentre il presidente ha fatto un bilancio dell’attività svolta nell’anno in corso e dei programmi per l’autunno.

Anche il sindaco Fenzi ha salutato i presenti e plaudito alle attività culturali del Fiume che ha in Stienta la sede e la base da cui spargere i suoi mille affluenti.

A questo punto la voglia di tutti è di ripetere l’esperienza e trovarsi anche il prossimo anno, sulle rive di un fiume che con il suo tramonto ha fornito una cornice speciale alla serata.

31 luglio 2010 – IL FIUME RICEVE TRA LE SUE SPONDE

un'uscita a mare de il fiume!

“Il Fiume” si troverà sabato 31 luglio, dalle ore 20.30, all’imbarcadero di Stienta (Rovigo) la chiatta sul Po che ospita da tempo gli amanti delle sue sponde, per una festa che radunerà  buona parte degli amici presenti alle iniziative dell’Associazione.

La cena come momento di unione e condivisione sarà una miscela di cibi stagionali con meloni, pesche, pomodori, verdure dei campi a far da padroni e prosciutto e salumi a contorno. Non mancherà il tocco mediterraneo di un buon cous cous preparato dalle amiche marocchine.

In una sera d’estate tra lo sciabordare delle onde sulla chiatta e le musiche di tutte le tradizioni, per una volta non si parlerà di legalità o di memoria ma di quanta strada si è fatta insieme e come si continuerà nel futuro a contrastare l’indifferenza ed il disinteresse per quanto ci circonda.

Semplice, familiare e significativo.

 

Info Luciano Bombarda

340 8575283

Gino Strada, Dalla parte delle vittime

Il 18 Giugno 2010, alle ore 21.15, nella Sala Consigliare del Municipio di Stienta, ed in collaborazione con l’Amministrazione Comunale, il giornalista del Tirreno e scrittore Mario Lancisi, presenterà il suo libro dal titolo “Gino Strada. Dalla parte delle vittime”.
Il libro non è una biografia di Gino Strada, ma, come dice l’autore, si parte dal fondatore di Emergency per parlare degli obiettivi e degli scopi dell’Associazione italiana unica nel suo genere.
Una Onlus che ha scelto i toni bassi ma ogni tanto questi toni diventano stridenti per il suo coinvolgimento in dinamiche che non vedono di buon occhio chi agisce ma anche osserva e denuncia le storture della guerra che si maschera sotto pseudonimi.
E’ un libro che si colloca “al di sotto delle parti, là dove si annidano le comuni radici di un’umanità solidale con le vittime e con chi si preoccupa di curarle e di rialzarle alla vita” (dall’introduzione di M.Lancisi).