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19 aprile 2018 – La ragazza con la Leica raccontata dall’autrice Helena Janeczek a Ferrara e Adria

Doppio incontro per Il Fiume , a Ferrara e Adria per presentare il libro “La ragazza con la Leica” di Helena Janeczek sulla figura di Gerda Taro, compagna e ispiratrice di Robert Capa.

Roberto Muroni, storico,  con Chiara Fabian in collaborazione con ISCOFE ne parlerà alle 17.00 nella Sala dell’Arengo presso il Municipio di Ferrara.

Alla 21.00 ad Adria presso il MAAD (Museo Arte di Adria e del Delta) in Corso V. Emanuele,  l’Associazione il Fiume  e i rappresentanti di importanti istituzioni ritroveranno l’autrice per altri spunti di riflessione.   A introdurre l’incontro segue una nota di Cristiana Cobianco collaboratrice di REM (Ricerca Esperienza Memoria) il periodico di cultura del Delta del Po.

“E’ di evidente attualità l’incontro con Helena Janeczek, autrice del libro “La ragazza con la Leica”, giovedì 19 aprile alle 21:00 presso il MAAD di Adria in Corso Vittorio Emanuele.    L’incontro organizzato dall’Associazione Il Fiume” (http://www.associazioneilfiume.it/) in collaborazione con MAAD (http://www.museomaad.it/), Fondazione Bocchi (http://www.fondazionecarlobocchi.it/la-fondazione/), Voci per la Libertà Amnesty Rovigo (http://www.vociperlaliberta.it/) e l’Associazione Nazionale Partigiani sez. di Rovigo si inserisce in un momento storico particolare in cui temi quali guerra civile, rifugiati, giornalismo d’indagine e fotografia di guerra sono ancora di grande attualità. A partire dal passato la vicenda di Gerda Taro ci aiuta ad affrontare il presente.

L’Associazione “Il Fiume” è da anni impegnata a raccontare la grande storia partendo dalle storie individuali per ragionare e cercare di capire anche il nostro presente; Amnesty international cerca puntando i riflettori sui singoli di far valere i diritti universali dell’uomo; l’Associazione Nazionale Partigiani cerca di non farci dimenticare il coraggio della resistenza ai fascismi che in Spagna ha visto i primi caduti. Tutti insieme si sono dati appuntamento al MAAD con la scrittrice Helena Janeczeck, intellettuale che ha nella cassetta degli attrezzi molte storie individuali e autobiografiche per aiutare la comprensione di meccanismi umani, troppo umani fino a diventare eroici.

La scrittrice e’ cofondatrice della rivista culturale “Nazione Indiana” e collabora con la rivista letteraria fondata da A. Moravia e P.Pasolini “Nuovi Argomenti”. Sicuramente da leggere anche “Le rondini di Montecassino” libro precedente è un mosaico di storie e tempi che aiutano a comprendere da più punti di vista la situazione storica della seconda guerra mondiale  in Italia partendo da una battaglia. Ne “La ragazza con la Leika” , invece, si parte da alcuni fotogrammi che Helena Janeczek descrive e compara all’inizio delineando pian piano il ritratto di una donna coraggiosa, artista nel senso più alto del termine, di quando l’arte serviva a far crescere e a svegliare le coscienze.

Gerda Taro frequenta gli intellettuali antinazisti nella Francia degli anni venti e giovanissima parte per la Spagna per testimoniare i coraggiosi che al fascismo tentano di resistere. “Da vicino” Gerda voleva fotografare da vicino con la sua Leica, perchè le foto venivano meglio e per questo era disposta a rischiare anche la vita. E così andò che la foga di documentare le costò il respiro, schiacciata sotto un carrarmato nell’epica battaglia di Brunete.

Foto che riuscivano con sensibilità a cogliere la guerra vista anche dai civili, dai bambini e non solo dagli eroi combattenti. L’inferno vissuto assieme al compagno Robert Capa, con cui in quegli anni condivise lavoro, vita, pericoli e arte. Ma forse proprio questa morte prematura a ventisette anni non ha permesso che Gerda trovasse una sua autonomia storica e artistica, tanto che Helena Janeczek decide di farcela raccontare da altri due uomini Willy Chardack lo spasimante borghese, Georg Kuritzkes il fidanzato rivoluzionario. La guerra di Spagna vede le donne scendere in campo, non solo Gerda Taro ma anche una delle prime corrispondenti di guerra Martha Gellhorn. Anche lei, sempre associata ai cinque anni di matrimonio con Hemingway, è uno sguardo diverso alle vicende degli ultimi, dei civili. Donne che hanno affascinato artisti, intellettuali, rivoluzionari per il loro coraggio e per il loro talento.     Dal Medio Oriente, ai diritti umani dei rifugiati, dalla guerra vista dai civili all’autonomia e indipendenza artistica femminile, di tutto questo approfondiremo al MAAD con l’autrice presentata da Chiara Fabian instancabile ricercatrice di storie di passaggi. E ci piace concludere proprio con una citazione dal libro frutto della ricerca dell’Associazione il Fiume “… Siamo qui solo di passaggio” perchè pensiamo che incontri e libri di questo tipo servano proprio a renderci tutti più civili.              “Vedi, ci sono ancora deboli residui di civilizzazione rimasti in questa barbara carneficina che un tempo era conosciuta come umanità.”

“Grand Hotel Budapest”, dal film di Werner del 2014 ispirato all’opera di Stefan Zweig

Per approfondire consigliamo il sito della scrittrice con le foto e il materiale relativo alla ricerca su Gerda Taro http://www.helenajaneczek.com/

Cristiana Cobianco

28 marzo 2018 – L’uomo è animale politico – Aristotele 340 a.c.

All’esame di maturità mi toccò in sorte il greco come seconda prova e in particolare la versione presa dal testo  “La Politica” di Aristotele che titolava  “l’uomo è animale politico” , per questo  e forse anche per l’esito non proprio felice della traduzione dal greco, la definizione mi è rimasta impressa.  Marzo 2018 è stato il mese delle elezioni politiche e la politica riguarda la nostra vita quotidiana, investe il nostro impegno culturale, determina l’indirizzo della nostra istruzione, condiziona le scelte del tempo libero e quindi non fare politica è come non –vivere.

L’esito del voto ha premiato le forze di centro-destra, poco male, nella dialettica politica ci sta l’alternanza, ma quel che preoccupa è che entro queste forze sono confluite con regolari formazioni, simboli e programmi le forze che si ispirano al fascismo.   Come è stato possibile nonostante una Costituzione, difesa ad oltranza nell’ultimo referendum da una strana accoppiata destra-sinistra estrema, che esplicitamente vieta la ricostituzione del partito fascista o di partiti ad esso ispirati?   Non lo so.

Accanto alla destra un Movimento 5 Stelle, nato come rottura, al grido simbolico di “vaff..” ha preso un terzo dei voti e con l’euforia di chi non ha niente da perdere ma tutto da conquistare, nonostante le prove al di sotto della sufficienza dei suoi sindaci finora eletti, si propone alla guida del paese.

La Sinistra “…che parla sempre di tasse e di regole e con la sua petulante ossessione per la cultura, la sinistra mai semplice, mai alla mano…” come scrive il noto commentatore Michele Serra, non è utile al nostro paese, anche e forse perché nella sua ultima versione pur provando ad uniformarsi a certo pensiero economico di destra non ha convinto quasi nessuno.

Ora la formazione del Governo è affidata all’unione delle due forze politiche, apparentemente opposte, che hanno ottenuto la maggioranza. A Roma, nei giorni dell’euforia, è apparso un murales che mostra i due leader uniti da un bacio appassionato, non il bacio di Giuda, ma proprio un bacio appassionato.

Un murales accanto a quello con una Giorgia Meloni anti-migranti con un bel negretto in braccio. Bei murales molto ironici che sono stati subito cancellati … con la destra non si scherza! Peccato che, nell’era dei social la foto di questi murales abbia fatto il giro del mondo e rimarrà ad imperitura memoria e ad emblema della politica da ora in poi.

Una politica di cambiamenti repentini, di coincidenza degli opposti per opposti motivi, detta fatta e cancellata subito dopo, messa in streaming al bisogno e chiusa nelle segrete stanze all’occorrenza. Una politica senza partiti ma con società finanziarie alle spalle che accumulano somme enormi e gestiscono dati di milioni di persone che li affidano allegramente per poi lagnarsene subito dopo.

E’ comprensibile l’entusiasmo dei tanti giovani del Movimento 5 Stelle, che non avrebbero avuto nessuna possibilità in partiti tradizionali dove si richiedevano impegno a indire riunioni, trovare le sedi, affiggere manifesti, organizzare feste di finanziamento, mentre ora da casa con un clic al pc riescono a catapultarsi a Roma.

E’ comprensibile l’inebriante senso di “finalmente è possibile”, e che arrivare allo scopo prefisso si può passar sopra a quanto detto, scritto, giurato e spergiurato. Speriamo solo che l’incoerenza e il vendere la dignità porti a qualche beneficio che non siano quattro soldi promessi per calmare masse senza speranza.

Speriamo di poter avere un paese più civile, più onesto, in cui le risorse siano distribuite equamente e le opere pubbliche realizzate se servono al paese non ai magnati delocalizzati. Speriamo che ci daranno un paese senza campi di concentramento per migranti, senza omicidi per mafia o senza spaccio di droga, in cui la crescita sia coniugata con il rispetto dell’ambiente e l’ecologia.

Ovviamente non c’è da aspettarselo dalla destra scompatta tutto questo, ma dal Movimento 5 Stelle si. Datecelo, ne avete i numeri e il mandato!

19 gennaio 2018- Ebrei in Piemonte e in Polesine storie diverse e uguali

19 gennaio 2018 – Costa di Ro (RO) Biblioteca Buchaster – ore 20.30, – Adriana Muncinelli   dell’ISRC presenterà il libro, “Oltre il nome.  Storia degli ebrei stranieri deportati dal campo di Borgo San Dalmazzo”, sulla vicenda della deportazione di oltre 355 ebrei stranieri da Borgo San Dalmazzo (CN).

Il libro frutto di una lunga e approfondita ricerca, è un affresco delle vicende delle terre di confine durante le due Guerre mondiali.  Oltre a ripercorrere le storie e gli spostamenti di 355 “persone” costrette ad essere sempre senza patria, il testo fa capire come in tutta Europa i paesi avessero lo stesso approccio alle politiche di accoglimento dei profughi, soggette a restrizioni e a repentini mutamenti che le trasformavano all’improvviso in politiche di respingimento.

Dossier stranieri e fascicoli nelle prefetture e nei Ministeri,  visti di ingresso, campi di raccolta e concentramento, i mezzi e le procedure in Belgio, Olanda,  Francia, Svizzera,  Italia erano gli stessi.   Una sorprendente uniformità tra paesi diversi, alcuni dei quali con la pretesa di essere baluardi della democrazia. E come esito finale la persecuzione di migliaia di famiglie innocue ed innocenti.  Come ogni anno l’Amministrazione di Costa di Rovigo si distingue per la voglia di approfondire le innumerevoli facce della persecuzione antiebraica confrontando quello che accadeva nei comuni del Polesine con il più vasto panorama che circondava l’Italia.

La professoressa Adriana Muncinelli darà voce ad una ricerca condotta con la collega e storica Elena Fallo, con una sensibilità molto femminile. Non per sostenere che esiste una storiografia di genere, ma per sottolineare come l’interesse sia stato dato ai piccoli ma significativi eventi famigliari che si susseguono anche in mezzo alle più terribili vicende della storia. Un affresco che ricorda le saghe dei fratelli Singer, e che sottolinea come la vita e la famiglia nella cultura ebraica prevalessero su ogni difficoltà.

Una storia che pone anche degli interrogativi: perché non lasciar migrare le persone senza visti, sulla base della loro capacità di lavorare e trovare una sistemazione, in modo che ciascuno trovi il suo posto sulla terra?


28 maggio 2017 – Come esser d’esempio

Abbiamo bisogno di esempi, abbiamo bisogno narrazioni positive, abbiamo bisogno di resistenza a tutto il negativo del mondo, abbiamo bisogno di qualcuno che insegni al nostro paese le cose che contano.      Abbiamo bisogno che i giovani imparino quel che è importante e quello che non lo è e dobbiamo usare tutti i mezzi per insegnarglielo.       Credo che l’addio al calcio di Francesco Totti  abbia insegnato molto a tanti giovani.  Una cerimonia retorica ma solo poco poco, in compenso tanto ricca di momenti epici.

Il giro del campo in silenzio, retorica del gesto, forse, ma di sicuro disponibilità e offerta di sé a tutti i presenti per i quali c’è stato un saluto, una foto, un abbraccio, la firma di un pallone. La giusta lentezza a cui oggi non siamo più abituati. Tutto va veloce, lo spettacolo ha i suoi ritmi. Il giro di campo di Totti è stato giustamente un momento lento e solenne.

La musica, tanta e riconoscibile, dall’inno della Roma alla colonna sonora de “il Gladiatore” a “La vita è bella”.  Musica che a tutti parlava in modo personale ma anche universale.

La famiglia accanto a sé.   Bella, importante, quasi all’antica.  Certo il campione ha sposato una soubrette (un tempo si chiamavano così) come tanti calciatori ma, a differenza di molti altri, con lei sola ha messo al mondo tre figli e li sta allevando tra uno strafalcione e l’altro nel suo italiano imperfetto, spesso sfruttato dalla pubblicità, ma genuino.

La lettera scritta in modo molto semplice che parte dall’umiltà del campione che confessa la sua unica abilità, “dare calci ad un pallone”, il lavoro che è anche un gioco, una delle cose bella della vita.  La confessione di chi non sa fare molte cose, ma quelle poche le fa bene e soprattutto le fa per un pubblico, per una società, per una città ma anche per il resto del mondo che assiste allo spettacolo.

Parole semplici, ammissione di paura di un futuro in cui non è semplice reinventarsi per chi sa far bene quelle poche cose. Ringraziamento a tutti, familiari, società, compagni di squadra. Ventotto anni sono un quarto della vita di una persona, e spesi nel mondo del calcio professionistico di alto livello significano tantissimi soldi. Ventotto anni in parte spesi a surfare tra una squadra e l’altra, a passare dall’Europa al mondo emergente del calcio, come fanno in molti,  avrebbero significato ancor più soldi, tanti più soldi!

La fedeltà: ma quanti soldi servono ad un uomo per vivere bene con una moglie e tre figli? Evidentemente quelli che Totti ha guadagnato senza tradire un pubblico, una città, una maglia, senza passare in un’altra squadra e segnare ai suoi ex-tifosi, sono abbastanza per far vivere tutti loro e per riuscire anche a distribuirne in beneficenza aiutando gli altri.

Riuscire a incidere per le sue tante doti positive nell’animo dei ragazzi che lo hanno ammirato da tifosi ma anche da tifosi della altre squadre, sarà un altro contributo che quest’uomo darà al nostro paese.  Certo uomini così ce ne sono tanti e la maggior parte restano oscuri ma non è un motivo per denigrare questa uscita dal calcio e far finta che sia una delle tante passerelle che il calcio propone da parte di uno dei suoi “eroi” viziati.   Non fosse altro per la misura delle parole e dei gesti.    Niente interviste prima, niente urla sataniche di commentatori stupidi, niente discorsi lunghi.   Già questo basterebbe se servisse da esempio anche a certa tv.  Possiamo criticare tutto e tutti, del resto Falcone, Borsellino e gli altri “eroi” loro malgrado non sono immuni da critiche, ma se anche solo un ragazzino sarà ispirato da quel che di buono ha fatto Totti, sarà un bene per tutti noi, genitori, insegnanti, politici, ecc ecc     Esser d’esempio finalmente, senza per forza dover morire, mi sembra una buona cosa.

 

10/11 maggio 2017: Eric Gobetti parla di Balcani e di Partizani

Un doppio incontro con Eric Gobetti, si terrà nello stile del Fiume nelle serate di mercoledì 10 a Guarda Veneta e giovedì 11 maggio ad Adria.

Nel complesso si parlerà di Balcani un’area affascinante per il mix di culture che da ricchezza si trasforma spesso in occasione di violenze e conflitti , non a caso nelle definizioni più ricorrenti si parla di “polveriera del Balcani”!

Nella serata di mercoledì 10 maggio, alle ore 21.00, presso la biblioteca di Guarda Veneta (Ro) si terrà il primo di una serie di incontri letterari che la nuova Amministrazione Comunale  ha voluto organizzare per dare ai cittadini  occasioni di riflessione e di incontro.                Eric Gobetti, storico free-lance che si è sempre occupato della storia moderna dell’Ex-Jugoslavia, presenterà il suo libro “Sarajevo Rewind” (Miraggi edizioni) che ripercorre le strade di Franz Ferdinand, l’imperatore della “Kakania” di Musil, e del suo antagonista sconosciuto Gavrilo Princip, giovane irredentista che manderà in frantumi un Impero ed una intera civiltà.

Quella che lo storico e viaggiatore torinese ci presenterà è una storia reale più avvincente di qualsiasi invenzione letteraria, che verrà calata nella realtà post-bellica dei paesi dell’Ex-Jugoslavia, teatro dell’ultima guerra europea.

A seguire, giovedì 11 maggio, sempre alle ore 21.00 presso il cinema Politeama di Adria, in collaborazione con l’ANPI di Rovigo sarà lo stesso storico a presentare il film che ha realizzato assieme a diversi Istituti storici, mettendo assieme testimonianze di reduci e immagini inedite di archivi cinematografici fino ad oggi chiusi al pubblico.

PARTIZANI è la storia di una divisione dell’esercito di Mussolini di stanza in Montenegro che dopo l’8 settembre non si arrende ai tedeschi ma si prende la responsabilità di combattere contro gli ex-alleati per abbreviare la guerra folle che stava distruggendo le nazioni europee frutto della I Guerra Mondiale.    La visione di un documento unico che ricostruisce una vicenda importante nel panorama resistenziale italiano ed europeo è arricchita da un montaggio accurato eseguito con l’aiuto dell’Istituto Cervi e dalla colonna sonora scritta da Massimo Zamboni chitarrista dei CSI.