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Si ha democrazia quando il popolo può controllare l’operato del governo: accetterò il controllo del popolo, ho bisogno dell’energia del popolo, voglio ascoltare la voce del popolo.
Aung San Suu Kyi, 14 novembre

11 luglio 2011- Sono trascorsi 16 anni dal massacro di Sebrenica

una delle donne di Sebrenica che piange i suoi morti

Il massacro di Srebrenica è stato un genocidio e crimine di guerra, consistito nel massacro di migliaia di musulmani bosniaci nel luglio 1995 da parte delle truppe serbo-bosniache guidate dal generale Ratko Mladić, nella zona protetta di Srebrenica che si trovava in quel momento sotto la tutela delle Nazioni Unite.

Il massacro è considerato uno dei più sanguinosi stermini avvenuti in Europa dai tempi della seconda guerra mondiale: secondo fonti ufficiali, le vittime del massacro furono 8.372, sebbene alcune associazioni per gli scomparsi e le famiglie delle vittime affermino che furono oltre 10.000. Al momento, grazie al test del DNA, sono state identificate circa 6.000 vittime, mentre migliaia di altre salme esumate dalle fosse comuni attendono ancora di essere identificate.

L’11 luglio scorso, è stato il sedicesimo anniversario del massacro e la scrittrice bosniaca Azra Nuhefendic, che ha raccontato la guerra nell’ex Jugoslavia nel suo libro “Le stelle che stanno giù”, in alcune corrispondenze dei giorni scorsi per conto di radio e giornali ha dichiarato ” quando si smette di parlare di un genocidio, significa che se ne sta preparando un altro” .

La voce e l’attenzione devono esser tenute alte perché “senza chiarire il passato non si può andare avanti, soprattutto i giovani” afferma ancora Azra, che sarà ospite dell’Associazione Il Fiume nel prossimo autunno.

A noi  piace citare un bellissimo libro di Ivo Andric, premio Nobel per la letteratura nel 1961, nel quale si raccontano una decina d’anni dei consolati francese e austriaco nel mezzo di quelli che allora erano domini turchi in cui convivevano non senza frizioni, mussulmani bosniaci, mussulmani turchi, ortodossi, cristiani ed ebrei.

Nel dialogo tra il giovane console francese Des Fossès e il cattolico fra Julijan, a proposito delle condizioni della Bosnia di allora, e siamo nel 1806, si legge:

D.F.Certo anche il vostro paese un giorno entrerà a far parte dell’Europa, ma può accadere che vi entri diviso e oppresso dall’eredità di concezioni ed abitudini e impulsi altrove superati da tempo che, come fantasmi, ne impediranno il normale sviluppo e ne faranno un mostro d’altri tempi, preda di qualsiasi occupante come lo è oggi del turco. Questo popolo non se lo merita. Come vede nessun popolo, nessun paese in Europa fonda oggi il suo ordinamento su basi religiose…”

Il frate contrappone alle argomentazioni illuministe l’idea che invece bisogna restare fedeli alla religione dei padri, e allora il giovane francese continua:

 D.F. ” Così lei pensa davvero che i popoli della Bosnia, che oggi sono sotto il dominio turco e che si chiamano con nomi diversi e seguono fedi religiose diverse, non potranno un giorno, quando l’impero ottomano cadrà e i turchi abbandoneranno queste regioni, trovare una base comune alla loro esistenza, una formula più larga, migliore, più razionale e umana …”

F.J.” Noi cattolici questa formula l’abbiamo da tempo: è il Credo della chiesa cattolica romana. Non abbiamo bisogno di niente di meglio”

D.F.”Ma lei sa che non tutti i suoi conterranei in Bosnia e nei Balcani seguono la Chiesa Cattolica, né mai tutti la seguiranno. Nessuno in Europa si unisce più su queste basi, occorre cercare un altro denominatore comune.”[1]

Parole profetiche e non ancora messe in atto nella Europa, in cui tutti chiedono di entrare, ma nessuno  sa quale sia il vero denominatore comune!

 


[1] Ivo Andric,  La cronaca di Travnik, ed. A. Mondadori Editore, Milano  2001 , pag 349-350

2a Festa de “Il Fiume” – Stienta

Per chi non ha potuto partecipare, è giusto pubblicare alcune note sullo svolgimento della serata che ha visto l’Associazione Il Fiume riunire amici e sostenitori sulla chiatta degli “Amici del Po” ancorata lungo l’argine a Stienta (Ro).

Di fronte ad un suggestivo tramonto sul Po, tra buona musica suonata da giovani amici clarinettisti, e i piatti cucinati dalle ottime cuoche dell’associazione è stato facile fare il  punto sull’attività svolta e su quella in programma per l’immediato futuro.

Il menù a buffet prevedeva piatti della tradizione mediterranea, dalle sarde in saor, ai cevapcici croati, al cous cous marocchino guarnito da humus e tzatziki, per continuare con capponata, pollo alla catalana, insalata greca e in chiusura persegada triestina, il tutto per ricordare la bellezza del mix di culture che sta alla base della proposta culturale de “Il Fiume”.

Lo scorso anno aveva partecipato alla serata l’artista Miriam Megnaghi, quest’anno invece era tra noi la dottoressa Laura Fontana, responsabile delle attività in Italia del “Mémorial de la Shoah” di Parigi, la massima istituzione europea in materia di ricerca sulla shoah con la quale “il Fiume” si è spesso rapportato per le sue attività sulla ricostruzione del tema dell’internamento libero in Polesine.

Tra un assaggio e l’altro, gli amici e gli ospiti hanno potuto ricordare le iniziative che grazie a Il Fiume, hanno portato a Stienta ed in Provincia numerosi, storici e testimoni della persecuzione razziale ma anche scrittori e giornalisti di chiara fama.

Vanno ricordati sinteticamente, don Andrea Gallo, Walter Veltroni con Shlomo Venezia e le sorelle Andra e Tatiana Bucci (sopravvissuti all’orrore di Auschwitz), gli storici Gianpaolo Romanato, Ilaria Pavan e il giornalista e scrittore Paolo Rumiz.

Il presidente de Il Fiume, Luciano Bombarda ha poi illustrato le iniziative previste per l’autunno che vedranno la presenza di Luciana Castellina, dello storico Klaus Voigt, del giudice Antonio Ingroia, previsto a maggio ma spostato a novembre per sopraggiunti impegni di lavoro, ed altri importanti esponenti della cultura contemporanea.

Considerato che l’Associazione non ha fini di lucro e realizza le proprie attività con la collaborazione delle Istituzioni, con i contributi delle Amministrazioni comunali, ma soprattutto con i fondi dei propri membri attivi, il lavoro svolto è di tutto rispetto e lo conferma l’apprezzamento dei presenti alla serata di sabato, oltre ai messaggi di partecipazione degli amici assenti per le vacanze.

    

Alcuni momenti della serata conviviale
      

16 luglio 2011 – 2° festa del Fiume

E’ sceso il tramonto sulla seconda festa de Il Fiume a Stienta e, prima di dare il giusto resoconto, ringraziamo tutti gli amici che, pur non essendo stati con noi per vari e giustificati motivi, ci hanno inviato i loro saluti.
Ne pubblichiamo uno fra tutti, emblema dell’affetto e della partecipazione che “Il Fiume” ha saputo suscitare in questi anni di attività.

“Sarei intervenuto molto volentieri per vari motivi, il principale di quali è certamente dimostrare – per quel poco o nulla che conta – tutta la mia simpatia e stima per chi come te (e come voi) dedica tempo ed energie per continuare, nonostante tutto, a tenere acceso il fuoco della civiltà, della tolleranza, della libertà.  

L’immagine che ho davanti agli occhi pensando a voi e alle tante persone di buona volontà che, in giro per l’Italia, si dedicano alla “coltivazione della civiltà”, è quella dei monasteri durante le invasioni barbariche che conservavano, studiavano, traducevano e ricopiavano (per garantire che non andassero mai dispersi) i testi antichi di un sapere alto e raffinato, le radici stesse dell’umanesimo in attesa che, passata l’onda brutale e grottesca della dell’ignoranza e della prevaricazione, si potesse, pazientemente, riprendere il filo mai spezzato del difficile cammino per la costruzione della civiltà.

E per fare questo non c’è nè un luogo nè un tempo migliore di altri. Ci sono solo persone buone e sagge che, qua e la, lo fanno a beneficio di tutti, senza distinzioni.  

Il “pensiero semplice”, quello assertivo ed assiomatico, quello che non distingue, quello del “tutto bianco” o “tutto nero”, è molto affascinante e rassicurante. Seguire “codici” comportamentali rigidi, predeterminati, consacrati da chi detiene il potere fa sentire di essere “a posto”, di agire nel giusto. La strenua battaglia contro il cosiddetto (e malinteso) “relativismo” che in questi anni si è affermata come vincente porta tuttavia in sè il seme della intolleranza e della indifferenza. E’ il funerale del pensiero aperto, la morte dell’approccio critico, la fine della crescita. Dunque non mollate!!!”

Carlo Negri
giudice presso Tribunale di Rovigo

16 luglio 2011 – 2° festa del Fiume

Certo il mondo attorno a noi è un coacervo di ingiustizia, bestialità e finte occupazioni, con netta predominanza del caos sull’ordine, ma del caos negativo non quello che produce diversità e bellezza.

In mezzo agli sconvolgimenti del mondo, cerchiamo di tenere salda la zattera de Il Fiume, cui ci siamo affidati e aggrappati per superare le “troubles waters” che ci circondano, così abbiamo organizzato per il secondo anno la Festa del Fiume e sul fiume.

Stienta, il piccolissimo paese della provincia di Rovigo,  che è scenario della maggioranza dei nostri incontri, sarà anche il luogo dell’occasione per incontrare i nostri amici o almeno la gran parte di loro.   Il posto è l’imbarcadero sul Po che per una sera sopporterà le chiacchiere e la musica degli amici, anziché il solo sciabordio dell’acqua sui fianchi delle barche, o l’andirivieni dei pescatori del fiume.

Il menù, rigorosamente fatto con le preziose mani di amiche e sostenitrici, sarà quanto di più vario e genuino possiamo proporre e tra una pasta, una sardina, un cevapcici e un mestolo di cous cous con humus e condimenti vari, faremo il punto di quanto messo in cantiere durante la stagione. Il successo della festa dello scorso anno fa ben sperare che incontrarci anche quest’anno, sarà una bella occasione di confronto e arricchimento per tutti noi.

il Po a stienta

 

L’ITALIA S’E’ DESTA…


Il popolo dell’Italia che pensa e si informa, che ha voglia di contare, e non viaggia in suv, e non consuma risorse inutilmente, che lavora finchè qualcuno decide che il lavoro c’è, per due volte consecutive ha votato ed  ha espresso il suo dissenso con la linea del Governo e dell’economia dominante.

Se qualcuno fa delle leggi sbagliate, l’Italia sa che può cancellarle.

E’ un grande monito a chi governa.

C’è però chi si allarma e paventa la vittoria del partito del “NO”, no al nucleare, no alla Tav, no ai privati nella gestione delle risorse primarie, no alla centrale a carbone nel Delta del Po, sembra che sia il governo del no!

Forse è proprio da zero che ha inizio il cambiamento.

Snellire gli organismi dirigenti, cambiare le logiche del lavoro, impegnarsi in prima persona è una strada da percorrere e da proporre agli altri italiani, per condividere i valori positivi che negli altri paesi sembrano più presenti che nel nostro.

E allora ecco i primi provvedimenti che sembrano far presagire un governo diverso:

Milano:

1-       niente più ronde per colpire gli incapaci di inserirsi in questo ingranaggio ma ronde convertite in assistenza ai barboni e indigenti, sempre di interventi della collettività si tratta, ma molto più utili

2-       drastica riduzione auto blu, utilizzo in condivisione di piccole utilitarie e con parsimonia

Puglia:

1-      cancellato ticket sulle ricette di anziani ed indigenti e rimodulate le fasce di reddito per le esenzioni, senza gravare sulla spesa totale

Trieste:

1-       nominato assessore alla cultura il presidente della comunità ebraica per valorizzare finalmente l’anima multi culturale di questa splendida città

io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono … dice Emanuele Silvestri, chissà che non cominciamo a sentirci tutti un pò più italiani!