4 ottobre 2010 – San Francesco

Lunedì 4 ottobre, prima dell’incontro al teatro di Stienta, Schlomo Venezia e la moglie Marica ospiti de “Il fiume”, sono stati accompagnati ad un paio di appuntamenti importanti.

Shlomo Venezia e Iefte Manzotti a Costa

Il primo una visita alla Biblioteca “Manfred Buchaster” che Costa di Rovigo ha dedicato alla piccola vittima della “shoah italiana” internato a Costa con la famiglia fino al 1944. 

Nella bella biblioteca Shlomo, insieme a Iefte Manzotti, presidente dell’AMPI di Reggio Emilia e collaboratore della fondazione che gestisce la Casa Museo dei fratelli Cervi a Gattatico (RE), ha voluto sostare e lasciare il proprio sofferto saluto nel libro degli ospiti, alla memoria di chi ha avuto meno fortuna di lui.

Shlomo e Marica Venezia

Subito dopo c’è stato l’incontro con la presidente della Provincia di Rovigo dott.ssa Tiziana Virgili, che ha voluto che un testimone così eccezionale trasmettesse ai ragazzi di una classe quinta dell’Istituto Statale Tecnico Commerciale “De Amicis ” di Rovigo la propria storia drammatica.

Così nella sala del Consiglio provinciale per più di un ora i ragazzi hanno fatto lezione di storia dalla viva voce di un protagonista che ha raccontato una parte della sua dolorosa vicenda.

L’unicità della testimonianza di Shlomo è il ruolo avuto come membro del “Sonderkommando”ossia il “commando speciale” destinato dalle SS, che gestivano i campi, alla parte finale e definitiva del processo di sterminio del popolo ebraico e delle minoranze scomode, ossia la uccisione con il gas e la distruzione nei forni crematori.

Nel raccontare la sua storia, occasione di grande dolore e sofferenza, Shlomo ha cercato di spiegare ai ragazzi che nulla c’era di volontario nella vita del campo, e che la sola alternativa o scelta possibile era la morte per rifiuto di eseguire un ordine, morte che comunque sarebbe venuta da sola ed inesorabile dopo pochi giorni o mesi della vita in quelle condizioni.

La sofferenza è acuita sempre più dal dover ribadire che “questo è stato” (per ricordare Primo Levi) e quindi alla richiesta di una giovane studente di esibire il numero del campo, Shlomo senza esitare scopre il braccio e mostra il tragico tatuaggio.

Nello stesso giorno su un trafiletto nei giornali si legge che un docente dell’Università di Teramo nega la responsabilità della Shoah da parte di Hitler, con la motivazione che “non c’è ordine da lui firmato”.

Così un sedicente storico attento ai documenti (!)  può con tutta calma, negare centinaia di proclami, dispacci, filmati di adunanze oceaniche, documenti in codice, con i quali lo sterminio veniva ordinato, pianificato, industrializzato , e questo nonostante le ricerche di Istituti storici del mondo intero!  La cosa ha del paradossale per i più, ma per Shlomo e i sopravvissuti di tutto il mondo è solo una ferita sempre aperta.

Nella sala del Consiglio provinciale con la presidente Tiziana Virgili 

Alla conclusione dell’incontro prima dei saluti, delle strette di mano e della foto di rito, Shlomo Venezia ha lasciato ai ragazzi ancora un messaggio, “non credete a tutto quello che vi dicono, pensate con la vostra testa, verificate le cose, non lasciatevi portare per mano dagli altri”.

E solo chi ha subito sulla propria pelle sa quanto questo sia importante anche oggi nell’era della massima diffusione delle informazioni ma anche della loro massima manipolazione.

 

La 5 dell'ITC De Amicis di Rovigo con Shlomo Venezia