Costituzione della Repubblica Italiana – Disposizione transitoria XII

l'ultima pagina della Costituzione

Sei sono i Titoli della Costituzione Italiana, e 139 i suoi Articoli.
Poi troviamo le Disposizioni Transitorie e finali che sono 18, alla fine le firme di Enrico de Nicola, Umberto Terracini e Alcide De Gasperi, la data è 27 dicembre del 1947.

Oltre a queste firme va ricordata la composizione dell’Assemblea Costituente, il fior fiore delle forze politiche di schieramenti diversi, unite nella comune opposizione ad una dittatura, il fascismo, che aveva decretato la distruzione del paese con l’entrata nella seconda guerra mondiale.

La Costituzione ebbe il compito di tracciare le linee guida per l’ordinamento dello Stato, in modo da scongiurare il più possibile la tentazione di governi autoritari, affidando al Parlamento l’esercizio delle principali funzioni democratiche.

Per quanto, oggi, la pratica metta in secondo piano la dinamica democratica e tenda a forzare le prerogative del Parlamento, c’è la Disposizione Transitoria n. XII che recita:

“E’ vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”

Lo scorso 29 marzo a firma dei senatori del Pdl Cristiano De Eccher, Fabrizio Di Stefano, Francesco Bevilacqua, Giorgio Bornacin, Achille Totaro e del senatore Fli Egidio Digilio (poi ritiratosi) è stato presentato un DDL Costituzionale volto ad abolire questa disposizione, nonché il reato di apologia del fascismo.

Firme illustri le prime che abbiamo citato, di persone che avevano combattuto e rischiato la loro vita nella lotta di resistenza al nazifascismo. 

Firme di qualche politico dell’ultima ora, le seconde.  Politici della Seconda Repubblica, che corrono l’unico rischio non essere rieletti alla prossima tornata elettorale.

E sulle motivazioni?  Meglio non indagare perché, abbiam capito che i treni partivano in orario, che le paludi sono state bonificate, e che la storia è diversa a seconda della prospettiva da cui la guardi, ma non possiamo privilegiare la prospettiva di chi ha preso il potere con la violenza, in un momento di latitanza della politica e dello Stato, con conseguenze gravissime per il paese e per il mondo.

Non può essere la fortuna o la sfortuna a decretare la bontà di un sistema politico, ma l’oggettività della sua azione, così il fascismo non sarebbe stato positivo se solo la Germania avesse vinto la guerra!

Non si cancellano i crimini della storia, certo si può relativizzarli, ma la sostanza resta e nel caso dell’esperienza dell’Italia fascista, il peso è di quelli che curvano le spalle e che ancora oggi ci fanno tenere la faccia a terra, incapaci di essere guida di un’Europa che arranca.

Terremo alta la guardia e sottolineeremo i nomi dei firmatari del decreto, in attesa di trovarli e contrastarli, nelle liste di chi si propone come portavoce dei diritti dei cittadini e del progresso della Nazione.

 

wendy di paoli

                                    Università di Bologna, concorso fotografico “Scatti di Democrazia”
                                                             Wendy De Paoli “Non sempre”