La religione in Jugoslavia non era proibita, e non era obbligatorio essere comunisti; da quelli che erano membri del partito, però, si esigeva che fossero atei. Andjelka non nascondeva mai la sua religiosità, e ne pagava le conseguenze. Il suo talento giornalistico era evidente, ma nella Jugoslavia comunista, una religiosa non poteva fare la carriera che meritava.
….. Negli anni novanta la Jugoslavia spariva, cambiavano i confini del paese, si modificava la società, mutavano valori e ideali. Il comunismo e l’ateismo erano diventati fuori moda e, quasi quasi, fuorilegge. All’improvviso quelli che fino al giorno prima erano comunisti si dichiaravano “religiosi da sempre”.
… La mia amica Andjelka rimase la stessa, il suo rapporto con la religione non era cambiato. Lo riteneva, da sempre, una cosa privata. Niente da pubblicizzare, da dimostrare o di cui vantarsi. Tra i camaleonti della nuova società, la mia amica Andjelka rimaneva ancora una volta in disparte.
Una prosa come quella di Azra Nuhefendic è di quelle che con calma e concentrazione passa una lama affilata sulle vicende di cui scrive, come il taglio netto e perfetto che mette in luce le parti migliori del pezzo di carne, di quelle che ti fanno dire “mi piacerebbe scrivere così”. Il buon giornalismo è facile da individuare ma facilmente viene messo da parte in nome dell’opportunismo o delle convenienze del momento.
L’opportunità di ascoltare Azra Nuhefendic, giornalista di origine bosniaca, nata a Sarajevo, la Gerusalemme d’Europa, è di quelle da non perdere alla libreria Feltrinelli, di Ferrara, sabato 19 novembre 2011 alle ore 17.30, o in aggiunta a Stienta, presso la sala del Consiglio, in Municipio, alle ore 21.00.