AZRA NUHEFENDIC E DUNJA NANUT SULL’EX JUGOSLAVIA

       Nanut, Nuhefendic e Bombarda
            Dunja Nanut, Azra Nuhefendic e Luciano Bombarda a Stienta in Sala Consigliare

L’argomento ex-Jugoslavia è di quelli che non si finisce mai di approfondire, sia per la vicinanza ad un occidente che si sentiva lontano dal pericolo della guerra, sia per la sensazione che non sia finito tutto e, sotto la cenere, si mantengano ancora pericolose braci pronte ad infiammare l’area.

I due incontri, del pomeriggio a Ferrara, e della sera a Stienta, con Azra Nuhefendic e Dunja Nanut hanno perciò suscitato interesse e partecipazione, oltre a numerosi interrogativi, da parte di un pubblico coinvolto e preparato.

Se in Libreria Feltrinelli si è insistito sulla leggenda che vede i popoli slavi portatori di aggressività e violenza, miste a spirito di conquista e sopraffazione, nell’incontro di Stienta si è sviscerato maggiormente l’aspetto politico, concentrando le numerose domande sul ruolo del regime comunista e e della figura di Tito come collante di diversità destinate ad accentuarsi alla sua morte.

A tutte le domande hanno risposto a turno, Azra come bosniaca, giornalista ed ex-commentatrice per la tv jugoslava, e quindi persona molto informata dei fatti, Dunja come italiana di origine slovena, insegnante e storica abituata a percorrere la ex-Jugoslavia in lungo e in largo.

Ne è emerso un quadro composito in cui, più che alla “jugo-nostalgia”, si è fatto ricorso all’analisi della vita in un paese che sperimentò la ricerca dell’equità sociale accanto alla volontà di sviluppo industriale, libero dal fardello della sottomissione a Mosca, ma forse da questo penalizzato.     
La cultura e l’istruzione come valori fondanti sono stati indicati come aspetti su cui la barbarie della guerra si è accanita proprio per fiaccare ogni resistenza, ma anche come strumenti per la giustificazione di divisioni più costruite che reali.                    
Per Azra Nuhefendic i diversi gruppi etnici vivevano in armonia reale (e ancor oggi riscontrabile per chi viaggia in questi territori) che solo poteri auto referenziali hanno diviso, sfruttando gli elementi negativi che si annidano comunque nei gruppi umani.

Sarebbe come se gruppi separatisti presenti in Italia e in altri paesi, potessero contare su agganci forti con l’esercito, come accadde per i serbi nell’ex-Jugoslavia, ed ecco che la volontà della minoranza sarebbe imposta con la guerra alla maggioranza.

Se a questo si aggiungono interessi internazionali e un’azione svolta a smantellare ogni possibile alternativa al “mercato” come supremo controllo dell’ordine-disordine mondiale, ecco che anche nel cuore dell’Europa la guerra fratricida diventa possibile.

Come sempre chi partecipa agli incontri di questo tipo può chiarirsi le idee sulle dinamiche che governano il mondo in cui viviamo, se questo poi aiuta ad agire e a contrastare certe degenerazioni, non lo sappiamo, ma ce lo auguriamo.

  Le due relatrici in Libreria Feltrinelli a Ferrara
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