Per fare nuova luce sull’internamento civile nell’Italia degli anni ’40, oggetto della ricerca de “Il Fiume” ancora in corso, si deve partire dalla conoscenza dell’istituto del “confino politico” e della pratica del domicilio coatto, sperimentata dal fascismo già ai suoi albori.
Per far questo l’Associazione Culturale “Il Fiume”, ha organizzato uno straordinario appuntamento con Carlo Spartaco Capogreco e Klaus Voigt, i due maggiori esperti in campo storiografico dell’internamento civile, dalla fine degli anni ’30 al 1945.
Il professor Voigt, della Technische Universitat Berlin, è stato l’antesignano degli studi sull’esilio degli ebrei tedeschi in Italia dopo le leggi razziali di Norimberga, per primo ha scandagliato l’Archivio Centrale dello Stato di Roma, aprendo le porte a tutti gli studiosi che, in momenti successivi, hanno indagato e portato alla luce questa storia dimenticata.
Carlo Spartaco Capogreco, presidente della “Fondazione Internazionale Ferramonti”, docente all’Università di Napoli, in origine medico pediatra, ma con una grandissima passione per la storia, ha percorso l’Italia in lungo e in largo per apporre sulla cartina geografica le tante bandierine dei campi di concentramento fascisti e delle località di internamento, fino alla realizzazione del suo libro “I campi del Duce- L’internamento civile nell’Italia Fascista (1940-1943)”, in cui fa una mappatura dei campi ed in particolare del principale di Ferramonti di Tarsia (CS).
Grazie alla collaborazione in atto da anni con l’Archivio Storico di Rovigo, il suo direttore Luigi Contegiacomo e gli storici che lo supportano, quest’anno l’incontro clou con i due esperti, legato alla “Giornata della Memoria”, si è tenuto martedì 31 gennaio 2012 alle ore 17.00 nella bella Sala Sichirollo dell’Archivio.
I due storici hanno illustrato le condizioni dell’internamento nei campi e le disposizioni che colpivano i reclusi, la diversità degli invii “al confino” nel corso degli anni, col passaggio dagli oppositori politici, agli esuli dalla Germania e per finire ai profughi ebrei dei paesi dell’est e dell’Ex-Jugoslavia.
In particolare il prof. Voigt ha fatto un dettagliato excursus sulla storiografia in materia, dal suo libro ormai introvabile “Il rifugio precario”, fino agli ultimi saggi di recente pubblicazione sull’internamento civile nelle provincie di Vicenza e di Treviso, oltre che di San Donato Val Cimino della prof. Annamaria Pizzuti.
Un’occasione davvero unica nella provincia di Rovigo, salutata anche dall’assessore provinciale Leonardo Raito, egli stesso uno storico.
Il prof. Voigt è poi rimasto con “Il Fiume” per il secondo appuntamento che lo ha portato al Liceo Classico “L. Ariosto” di Ferrara, nella mattinata di mercoledì 1 febbraio, grazie al supporto organizzativo dell’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara e della sua direttrice Prof. Anna Quarzi.
Giornata memorabile anche per l’accoglienza che Ferrara ha fatto al professore, avvolta nella tormenta di neve che ha dato l’inizio alle perturbazioni dell’ultima settimana. Da vero “Ost-Deutsch” il professore imperturbabile ha affrontato la nevicata con disinvoltura e ha raccontato agli attenti studenti del prestigioso Liceo Classico, la storia della vera e propria diaspora dell’intellighentia ebraica, dalla Germania nazista verso l’Italia, ben descritta nel libro “Rinasceva una piccola speranza – L’esilio austriaco in Italia (1938-1945)” (co-autrice Christina Koestner).
All’incontro prestigioso, sono seguiti nei giorni successivi gli appuntamenti dell’Associazione con il Circolo Auser di Castelguglielmo e con il Comune di Canaro, in cui è stata presentata la ricerca in atto e alcuni casi emblematici di famiglie ebree internate nei comuni della provincia di Rovigo.