3 dicembre 2012 – Femminicidio: un reato già c’è ma non sono sufficienti le politiche di prevenzione

Centro Mariano -Rovigo

L’incontro proposto dall’Associazione il Fiume ha avuto un ottimo successo di pubblico in tutte le sedi in cui si è svolto, non solo per il tema e la ricorrenza, ma in particolare per la capacità dell’avvocata Barbara Spinelli di argomentare con grande chiarezza tutti i passaggi della sua tesi.

Dopo Ferrara, in cui l’incontro alla libreria Feltrinelli ha avuto la visibilità che la partecipazione dell’Assessorato alle Pari Opportunità ha sicuramente accentuato, la sfida è stato il doppio appuntamento di Rovigo alla Casa Circondariale e all’Auditorium del Centro Mariano “Beata Vergine Addolorata”.

Entrare in carcere fa sempre un particolare effetto e ancor più quando si trattano temi così particolari. Gli incontri proposti dagli Operatori culturali con Angelo Maffione in testa, sono l’occasione perché le componenti maschile e femminile si incontrino, così, in percentuale di uno a tre delle giovani detenute rispetto ai maschi, si è svolto anche l’incontro sull’effetto della violenza maschile sulle donne.

Barbara Spinelli  cerca di far capire che la violenza di genere esiste ed è un problema degli uomini ma, dopo che un detenuto, distinto e non più giovane, si arrocca sui recenti fatti di cronaca riguardanti un  paio di donne che hanno ucciso i mariti, l’attenzione si sposta sul peso che il dramma ha sui bambini delle coppie coinvolte e la pietà di tutti ha il sopravvento sul ragionamento.  L’incontro per i detenuti, qualunque sia il tema, è sempre un’occasione per una “evasione”, o comunque una apertura provvisoria delle mura della cella per incontrare l’esterno, il mondo e i suoi temi spesso lontani ma comunque “altri” rispetto alla tristezza del quotidiano.

Per contro, la tappa al Centro Mariano, voluta dalla sua direttrice suor M.Grazia Comparini, è stata di un tenore ovviamente diverso, di fronte ad una platea di donne impegnate in settori tra i più vari della politica e cultura locale, ravvivato dalla presenza del Magistrato Silvia Ferrari e suscitato dall’accostamento alla Madonna come summa del “femminino”, delle donne vittime e sofferenti. 

Barbara Spinelli ha evidenziato come l’ONU, di fronte a questo crimine, abbia sollecitato da parte dei governi azioni di prevenzione e di educazione delle popolazioni allo scopo di prevenire la violenza perpetrata soprattutto da familiari e tra le mura domestiche.  Nel 2006 l’Italia non aveva ancora messo in atto alcuna politica in tal senso e quindi, proprio su incarico dell’ONU, a Barbara Spinelli è toccato elaborare un “rapporto ombra” che integrasse quello prodotto dallo Stato italiano, peraltro deficitario su molti aspetti tra i quali le politiche di sostegno delle donne oggetto di violenza e dei loro bambini.

i relatori Ferrari, Spinelli e BombardaIl Magistrato Silvia Ferrari, del tribunale di Rovigo,  ha sostenuto che nel codice penale vi è già il reato di omicidio senza qualifica di genere perché togliere la vita è in sé un atto da punire con la stessa gravità, indipendentemente da chi lo commette, semmai dovrebbe essere definita meglio la categoria criminologica in cui inserire l’omicidio di donne, che risulta in percentuale sproporzionata rispetto a quello di uomini.

Anche la dottoressa Ferrari ha sostenuto che la parte più difficile è la prevenzione e il sostegno alla donna nei momenti precedenti, l’informazione alla stessa sulle possibilità offerte dagli strumenti di legge quali ad esempio gli “ordini di allontanamento civile”, che potrebbero scongiurare, a volte, il ricorso all’atto estremo.  In conclusione è emerso che nonostante il femminismo e la globalizzazione l’atteggiamento della donna è sempre quello del “dover tollerare” per la propria salvezza ed il bene generale, educata a sopportare la potestà familiare e maritale ma ancora lontana da un confronto paritario col proprio partner, padre, marito o collega di lavoro.