3 giorno – La Ricerca

foget us not

La sensibilità di Luciano Bombarda è stata toccata profondamente dalla Shoah, lo sterminio del popolo ebraico e delle altre minoranze compiuto dal Nazismo durante la II Guerra Mondiale.
Aveva iniziato ad informarsi e a conoscere attraverso la produzione letteraria e filmica, all’inizio da profano, in seguito con sempre maggior serietà, frequentando seminari e viaggi verso i luoghi della memoria.

In un viaggio ad Auschwitz conosce Shlomo Venezia, ed entra nella sua vita con il solito impeto a cui non si può resistere, diventando, piano piano, una figura importante per uno degli ultimi sopravvissuti del Sonderkommando di Auschwitz e di sua moglie Marika Kaufmann.

Accanto alla conoscenza della Shoah europea scopre che anche in 19 paesi del Polesine oltre che nella sua Ficarolo, sono stati internati cittadini stranieri di origine ebraica. La scoperta è di quelle che cambia la vita perchè gli elenchi e i nomi, trovati negli archivi dei comuni, del carcere e delle istituzioni preposte, nelle sue mani diventano persone con delle storie e dei volti!

Nel 2007 la Provincia di Rovigo è partner in un progetto Europeo dal titolo “Forget us not” che ha lo scopo di parlare alle giovani generazioni europee delle vicende comuni della II Guerra Mondiale.

Il Fiume, già in pieno lavoro di ricerca, viene scelto per rappresentare la Provincia. La gioia di Luciano è grande ma accetta con timore e reverenza di rappresentare Rovigo negli altri due paesi coinvolti, Grecia e Polonia.

Grazie a Luciano la delegazione di Rovigo porta nel 2007 Shlomo Venezia a Salonicco la sua città natale, e luogo da cui era stato deportato, come ospite d’onore al convegno dedicato. Grande successo dell’evento ma anche momento di gioia e orgoglio per avere l’occasione di visitare la città con Shlomo Venezia in buona forma e guida d’eccezione, oltre alla possibilità di far conoscere ad un pubblico più ampio, il lavoro dell’Associazione Il Fiume dedicato allo studio e diffusione delle vicende della Shoah in Polesine.

 

Nella foto la delegazione italiana con l’allora assessore ai “Diritti Umani e Pace”, Tiziana Virgili, Shlomo Venezia e la moglie Marika