Relegare la memoria ad un giorno dell’anno è operazione che cristallizza, congela e trasforma in semplice commemorazione ciò che nelle intenzioni del legislatore dovrebbe essere il perpetuarsi di conoscenza che serva da monito.
Per questo “Il Fiume” si impegna perché di “memoria” si parli in tempi e luoghi adatti a stimolare la coscienza civile.
Nel tutto indifferenziato che tanta Italia di oggi vuol far passare come normalità, dobbiamo far sentire l’indignazione di chi è sopravvissuto ad una persecuzione senza alcuna logica, così in un Teatro Jubileum pieno di cittadini polesani e non, Shlomo Venezia internato ad Auschwitz a vent’anni, e Andra Bucci, ad Auschwitz a 3 anni, la più giovane sopravvissuta del campo di sterminio, hanno testimoniato con la loro presenza e le loro parole, il dramma e la verità di una violenza barbara e senza senso.
Accanto a loro a supportarne con la ricerca storica i fatti e le vicende, la storica Liliana Picciotto, del Centro di Documentazione Ebraica Contemporaneo, e la professoressa Maria Pia Bernicchia hanno portato la loro competenza di studiose dei documenti che delle vicende della shoah danno certezza.
Su tutti , in questo bel pomeriggio di ottobre, la passione di Walter Veltroni scrittore, che della necessità di non dimenticare quelle vicende tragiche si è fatto narratore nel suo libro NOI.
Un’amicizia profonda lega i sopravvissuti e chi si occupa di storia e memoria della shoah, quasi che l’affetto di oggi possa risarcire le vittime delle privazioni subite ingiustamente, ed è per questo che la rete intessuta dall’Associazione “Il Fiume” di Stienta tra tutte le persone presenti sul palco del “Jubileum” e con molti affezionati amici del pubblico, si allarga sempre più.
Così, nell’incredulità di molti, Walter Veltroni è sceso dal treno a Bologna ed è stato accompagnato a Stienta arrivando addirittura in anticipo ed approfittandone per fare un giro a piedi del piccolo centro, visitando la chiesa, per poi presentarsi al teatro e abbracciare gli amici fraterni, Shlomo, Marica, Andra.
Dopo le presentazioni con i membri dell’Associazione il Fiume, conosciuti solo attraverso le vie ufficiali, Veltroni ha salutato i numerosi cittadini, presenti forse anche per chiedergli chiarimenti sulle sue recenti uscite politiche, ma poco dopo le 18.00 l’incontro con il pubblico è puntualmente iniziato.
Interventi lucidi, commossi, puntuali, appassionati, ogni relatore ha messo in campo la propria personalità e fatto sentire alta la propria voce per un appello finale a non cedere all’indifferenza, a rimanere vigili, ad indignarsi di fronte alla volgarità ed all’arroganza di una violenza che ritorna nelle parole della politica peggiore del nostro paese.
Alla inconcepibile shoah si è arrivati piano piano, facendo passare provvedimenti, norme, leggi, usi che hanno reso possibile l’incredibile, che hanno espresso l’indicibile.
Se tutto ciò è stato possibile, ci si può anche ricadere, ma non ci saranno più giustificazioni per nessuno, nessuno potrà dire oggi nell’era della massima informazione, “non sapevo”, “non credevo”, e pomeriggi come quello del 4 ottobre 2010 servono anche a questo.