Brucia Israele, ma non del fuoco nemico, bensì del fuoco acceso per la negligenza di due ragazzi che hanno gettato rifiuti in un posto in cui il clima e la mancanza di acqua hanno creato una situazione esplosiva.
Da un anno quasi non piove in tanta parte di Israele e tra le pietre arse la vegetazione è più un pericolo che una protezione, così i commentatori lamentano l’incuria in cui viene lasciato il territorio e il disastro annunciato.
Per contro gli incendi sul monte Carmel alle spalle di Haifa hanno avuto il merito di avvicinare la Turchia ad Israele dopo le polemiche per l’attacco alla nave che aveva portato aiuti umanitari a Gaza nei mesi scorsi.
Dalla Turchia sono infatti arrivati tra i primi aiuti concreti e i rinforzi alle truppe dei pompieri impreparate e poco attrezzate.
Gli amici del “Fiume” stanno tutti bene a partire da Bella e Yitzhak Reichenbaum (sopravvissuto ad Auschwitz e fratello di uno dei 20 bambini di Bullenhuser damm)*, che ad Haifa sono tra i più vicini all’area interessata dall’incendio, per finire con Silvia De Stefani di Lendinara che da pochi mesi ha raggiunto ad Haifa il suo ragazzo, Tomer.
Nel 2° viaggio in Israele, agosto 2010, fatto per approfondire altri aspetti della ricerca dell’Associazione Il Fiume, con Zvi Nathan Buchaster (cugino del Manni Buchaster cui è dedicata la biblioteca di Costa di Rovigo) e la gentile moglie Judith, abbiamo attraversato il monte Carmel, lasciando Haifa alle nostre spalle.
In un pomeriggio arido e assolato con punte di 36° abbiamo visitato i villaggi drusi di Osfia e Daliat el Carmel, epicentro dell’incendio ed evacuati in questi giorni.
Il grande Shimon Perez, all’orazione funebre di una giovane volontaria morta intrappolata dalle fiamme, ha sottolineato come arabi, drusi ed israeliani condividano lo stesso destino (“we are one” ha sostenuto), accomunati dalla stessa terra e dagli stessi problemi, e anche l’autorità Palestinese ha mandato autobotti in aiuto della task force.
Ben 20 sono stati i paesi che hanno unito gli sforzi per aiutare Israele, e il Premier Nethanyau ha inviato ambasciatori a Ginevra per riallacciare relazioni con la Turchia interrottesi dopo l’attacco alla flottiglia a Gaza.
La speranza della pace si fonda su tutto anche su una tragedia!
* Vedi il libro di Maria Pia Bernicchia “Chi vuol vedere la mamma faccia un passo avanti”, Proedi Editore