Domenica 12 giugno e lunedì 13 giugno, si svolgeranno i referendum popolari su 4 quesiti fondamentali che i cittadini italiani, con oltre 1 milione di firme, hanno chiesto di mettere in discussione, dopo le leggi approvate dal Parlamento:
ACQUA / SCHEDA ROSSA
1 – si chiede se abrogare l’articolo 23 bis della Legge n. 133/2008 che favorisce la privatizzazione del servizio idrico |
2 – si chiede se abrogare il comma 1 dell’art. 154 del D.L. n° 152/2006 che autorizza il gestore dell’acqua ad ottenere dei profitti garantiti sulla tariffa, caricando la bolletta dei cittadini di un 7% in più senza un collegamento a logiche di reinvestimento per il miglioramento qualitativo del servizio |
NUCLEARE / SCHEDA GRIGIA
3 – si chiede l’abrogazione del decreto 112 del 2008 nel quale si prevede di tornare a costruire centrali nucleari per la produzione di energia elettrica e nel quadro di provvedimenti per lo sviluppo economico |
LEGITTIMO IMPEDIMENTO/ SCHEDA VERDE
4 – si chiede l’abrogazione di alcuni articoli della L.51 del 2010 che stabiliscono la possibilità per le alte cariche dello stato a non comparire in udienza penale, stabilendo così l’impunità di alcuni cittadini rispetto al resto del paese |
Al di la di una spiegazione approfondita dei quesiti scritti in politichese e pieni di riferimenti ad articoli e commi di legge, per la quale si rimanda ai molti siti che sostengono le ragioni del SI o quelle del NO, la nostra Associazione vuole ribadire l’importanza dell’atto stesso della partecipazione referendaria.
Le schede sono 4 e non vanno sovrapposte, pena l’annullamento del voto. Bisogna avere scheda elettorale e documento di identità.
Ma soprattutto bisogna andare in tanti e portare più persone possibile, perché, indipendentemente da opinioni o convinzioni in merito ai temi, bisogna ribadire che gli italiani vogliono esprimersi sulle decisioni che li riguardano e ne hanno tutta la capacità.
Per il resto, volendo entrare appena appena nel merito, ci sentiamo di riflettere sui quesiti.
Si può vivere senza petrolio, male, ma si può provare. Se qualcuno però chiude i rubinetti dell’acqua, siamo finiti! Che si studi il modo perché questo bene sia gestito al meglio e, come dice il geologo Tozzi, non importa se i tubi son rotti e l’acqua ritorna in falda, quel che importa è che la fonte primaria della sopravvivenza della terra sia garantita agli esseri viventi che ne son costituiti in buona parte.
Sul nucleare basta non fermarsi davanti alla porta della necessità di energia, ma aprirla ed entrare a vedere il mare dei problemi che ha questa forma di produzione di elettricità, dall’approvvigionamento allo smaltimento delle scorie, per capire che tornare a costruire centrali nucleari, non è una soluzione.
Il “legittimo impedimento” a comparire davanti al giudizio della legge, non dovrebbe essere nemmeno un problema sul nostro tavolo se, chi fa politica, avesse il minimo senso del bene pubblico anzichè del proprio personale interesse.
Andiamo a votare in tanti e difendiamo i nostri diritti.