Il popolo dell’Italia che pensa e si informa, che ha voglia di contare, e non viaggia in suv, e non consuma risorse inutilmente, che lavora finchè qualcuno decide che il lavoro c’è, per due volte consecutive ha votato ed ha espresso il suo dissenso con la linea del Governo e dell’economia dominante.
Se qualcuno fa delle leggi sbagliate, l’Italia sa che può cancellarle.
E’ un grande monito a chi governa.
C’è però chi si allarma e paventa la vittoria del partito del “NO”, no al nucleare, no alla Tav, no ai privati nella gestione delle risorse primarie, no alla centrale a carbone nel Delta del Po, sembra che sia il governo del no!
Forse è proprio da zero che ha inizio il cambiamento.
Snellire gli organismi dirigenti, cambiare le logiche del lavoro, impegnarsi in prima persona è una strada da percorrere e da proporre agli altri italiani, per condividere i valori positivi che negli altri paesi sembrano più presenti che nel nostro.
E allora ecco i primi provvedimenti che sembrano far presagire un governo diverso:
Milano:
1- niente più ronde per colpire gli incapaci di inserirsi in questo ingranaggio ma ronde convertite in assistenza ai barboni e indigenti, sempre di interventi della collettività si tratta, ma molto più utili
2- drastica riduzione auto blu, utilizzo in condivisione di piccole utilitarie e con parsimonia
Puglia:
1- cancellato ticket sulle ricette di anziani ed indigenti e rimodulate le fasce di reddito per le esenzioni, senza gravare sulla spesa totale
Trieste:
1- nominato assessore alla cultura il presidente della comunità ebraica per valorizzare finalmente l’anima multi culturale di questa splendida città
… io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono … dice Emanuele Silvestri, chissà che non cominciamo a sentirci tutti un pò più italiani!