E’ sceso il tramonto sulla seconda festa de Il Fiume a Stienta e, prima di dare il giusto resoconto, ringraziamo tutti gli amici che, pur non essendo stati con noi per vari e giustificati motivi, ci hanno inviato i loro saluti.
Ne pubblichiamo uno fra tutti, emblema dell’affetto e della partecipazione che “Il Fiume” ha saputo suscitare in questi anni di attività.
“Sarei intervenuto molto volentieri per vari motivi, il principale di quali è certamente dimostrare – per quel poco o nulla che conta – tutta la mia simpatia e stima per chi come te (e come voi) dedica tempo ed energie per continuare, nonostante tutto, a tenere acceso il fuoco della civiltà, della tolleranza, della libertà.
L’immagine che ho davanti agli occhi pensando a voi e alle tante persone di buona volontà che, in giro per l’Italia, si dedicano alla “coltivazione della civiltà”, è quella dei monasteri durante le invasioni barbariche che conservavano, studiavano, traducevano e ricopiavano (per garantire che non andassero mai dispersi) i testi antichi di un sapere alto e raffinato, le radici stesse dell’umanesimo in attesa che, passata l’onda brutale e grottesca della dell’ignoranza e della prevaricazione, si potesse, pazientemente, riprendere il filo mai spezzato del difficile cammino per la costruzione della civiltà.
E per fare questo non c’è nè un luogo nè un tempo migliore di altri. Ci sono solo persone buone e sagge che, qua e la, lo fanno a beneficio di tutti, senza distinzioni.
Il “pensiero semplice”, quello assertivo ed assiomatico, quello che non distingue, quello del “tutto bianco” o “tutto nero”, è molto affascinante e rassicurante. Seguire “codici” comportamentali rigidi, predeterminati, consacrati da chi detiene il potere fa sentire di essere “a posto”, di agire nel giusto. La strenua battaglia contro il cosiddetto (e malinteso) “relativismo” che in questi anni si è affermata come vincente porta tuttavia in sè il seme della intolleranza e della indifferenza. E’ il funerale del pensiero aperto, la morte dell’approccio critico, la fine della crescita. Dunque non mollate!!!”
Carlo Negri
giudice presso Tribunale di Rovigo