26 febbraio 2013 – Ultimo impegno per la Memoria del 2013

Il Comune di Rimini si occupa di educazione alla memoria fin dal 1964, anno in cui venne organizzato il primo viaggio-studio a Mauthausen per le scuole medie superiori.

Da allora viene promosso ogni anno un programma educativo sulle tematiche della deportazione e dello sterminio che comprende sia iniziative di formazione e di aggiornamento per insegnanti e per studenti, sia eventi di divulgazione e di riflessione collettiva sulla memoria: spettacoli teatrali, rassegne di film, laboratori, conferenze e testimonianze di sopravvissuti.

la sal della cineteca di riminiPoiché il programma di educazione alla memoria viene concepito come itinerario didattico di conoscenza storica e di formazione personale, il percorso si conclude con la realizzazione di un viaggio-studio per le scuole, evento che contribuisce ad arricchire e consolidare l’esperienza vissuta dai ragazzi durante l’anno scolastico.

Il ricco programma del seminario 2012 -2013 ha ospitato martedì 26 febbraio presso la Cineteca Comunale di Rimini  l’incontro con l’Associazione Il Fiume dal titolo: “History happened also here. La storia è passata di qua. Dalle storie del Polesine alla storia comune europea passando dalla shoah“.

responsabile e relatrici del seminarioDi fronte ad un pubblico attento di circa 100 ragazzi delle scuole superiori con l’introduzione della dottoressa Francesca Panozzo,  Chiara Fabian ha presentato il caso emblematico della famiglia Buchaster, che ha attraversato tutte le fasi più drammatiche della storia del primo ‘900, passando dalla Polonia alla Germania di Hitler alla fuga attraverso l’Italia fino ad incontrare la “shoah”.

Le vicende dei Buchaster fanno parte della più ampia ricerca sull’internamento libero in Polesine, che si è arricchita recentemente di documentazioni originali conservate in Israele dai discendenti di Chaim Buchaster, che disperse i propri dieci figli tra la famiglia buchasterEuropa, Palestina e stati Uniti per dare al maggior numero di loro una chance di sopravvivenza in un mondo in fiamme.

Ai ragazzi abbiamo cercato di trasmettere, non solo la storia della famiglia internata a Costa di Rovigo, ma anche un metodo di ricerca che interseca fonti canoniche quali i faldoni degli archivi ufficiali, racconti di testimoni e materiali inediti ritrovati tra le carte conservate da figli e nipoti.   Più che confidare nella conoscenza allo scopo che quanto è accaduto “non si ripeta mai più” , abbiamo invitato i giovani a conoscere una storia comune che ha legato paesi diversi oggi riuniti sotto la bandiera dell’Europa, e da questa rafforzare il senso di una comune appartenenza.