5 novembre 2014 – Matteo Marani presenta ai ragazzi del Polo Tecnico di Adria (Ro) “Dallo scudetto ad Auschwitz”

arpad weiszCosa può significare per un uomo essere un idolo un giorno e poi finire come numero in un vagone merci verso lo sterminio?

Un interrogativo che Matteo Marani si è posto molte volte quasi come un’ossessione che lo ha spinto a cercare tra archivi e memorie la storia del più grande allenatore di calcio del Bologna ma anche del calcio italiano degli albori.  Il direttore del Guerin Sportivo, rivista calcistica tra le più apprezzate, ha ricostruit dopo settant’anni la storia di Arpad Weisz, ungherese ma soprattutto ebreo e quindi perseguitato dal fascismo nonostante i successi ottenuti nelle squadre di Inter e Bologna.   Tra i padri del calcio moderno, capace di teorizzarne gli allenamenti e di introdurre nuove tecniche di impronta scientifica,  era anche un uomo schivo, raffinato amante della famiglia e dello sport.

Protagonista nel campo ma alieno dai riflettori al di fuori. Nessuna delle sue qualità lo salvò dalla persecuzione dapprima delle leggi razziali del Fascismo, che lo colsero a Bologna a metà di un campionato di vertice, e poi della follia Nazista.

Matteo Marani, giornalista con la passione per la storia, nonchè bolognese doc e domiciliato nello stesso quartiere e a pochi metri da dove abitò Arpad Weisz nel 1938, come un vero e proprio segugio ne ha ritrovato le tracce lasciate nella fuga attraverso l’Europa in guerra.

E’ la storia di una fuga per la salvezza che si scontra con la determinazione nazista allo sterminio e con la fiducia nella protezione di un mondo, quello dello sport, che in realtà è indifferente come il resto della società.  Non si levano voci di tifosi, presidenti o giornalisti in difesa di Arpad Weisz e lui e la sua famiglia la moglie e due figli di 8 e 13 anni vengono caricati in un vagone merci da Westerbork (il campo di concentramento olandese da cui partì anche Anne Frank) e inviati ad Auschwitz.  Ad Arpad verrà allungata l’agonia perchè scaricato a metà del viaggio sarà inviato ad un campo di lavoro e morirà alcuni mesi dopo.

Una storia avvincente che gli studenti del Polo Tecnico di Adria, riuniti nell’auditoriun “Saccenti”, hanno ascoltato interessati.  Un inizio di stagione per l’Associazione Il Fiume che avrà ancora molti ospiti nei prossimi mesi a contrastare con la conoscenza il crescente razzismo dell’Europa contemporanea.

Sono ormai all’ordine del giorno gli episodi di razzismo legati alla crisi e alla difficoltà di contrastare le paure create ad arte per scopi di propaganda politica. Facile fare presa sui giovani con argomenti propagandistici, meno facile è far loro capire i meccanismi subdoli di queste manipolazioni. Matteo Marani ha provato a spiegare che nemmeno essere idoli del mondo del calcio salva se attorno sta l’indifferenza.

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