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17-18 gennaio 2014 Marika Venezia e la fatica di vivere del testimone

Fabian con panozzo e marika venezia

Nei primi due appuntamenti dell’Associazione il Fiume per il “27 gennaio”, data che David Bidussa definisce il “giorno della memoria per i vivi, non della commemorazione dei morti” (dal suo libro “Dopo l’ultimo testimone” , Einaudi 2009), si è parlato ampiamente della funzione e del ruolo che il testimone ha avuto negli anni recenti, ma soprattutto di cosa potrà sostituirne il ruolo nel futuro.

Il caso di Shlomo Venezia, deceduto ad ottobre 2012, uno degli ultimi membri del terribile Sonderkommando di Auschwitz, è emblematico.

Di lui restano le numerose testimonianze portate nelle scuole del Veneto per Il Fiume, così, con l’aiuto della giovane storica Francesca Panozzo e della speciale presenza di Marika Venezia, la moglie di Shlomo per 57 anni, abbiamo potuto ricostruire le ansie e le sofferenze di chi, subito dopo la guerra, non è stato ascoltato da un mondo che non voleva sapere. 

Da Primo Levi a numerosissimi altri testimoni, l’angoscia di aver vissuto l’indicibile e non aver parole per descriverlo, si è mescolata alla mancanza di un pubblico che volesse sentire e conoscere, nell’ansia della ricostruzione, e nell’omologazione di quel dolore speciale alle privazioni e i lutti che la guerra aveva causato un pò a tutti.

“Shlomo era un uomo buono”, dice Marika, “non covò rancore nel corso della sua vita minata nel fisico dalle torture del campo, ma non riteneva di dover perdonare, non poteva farlo lui per i milioni di morti, nè per rispetto alla perdita di metà della sua famiglia”.

Da Marika è venuto il ricordo degli incubi che popolavano le notti di Shlomo, è venuto anche il racconto della sua rabbia nel vedere riaffiorare il razzismo attraverso i cori degli stadi, le scritte sui muri, le svastiche dipinte dappertutto.

Per la paura che il passato ritornasse con tutto il suo carico di orrore, Shlomo trovò la forza di le relatrici al Polo Tecnico di Adriafarsi avanti e “dare una mano” alle associazioni di ex-deportati e a chi si occupava di diffusione della memoria. Così, piano piano, gli storici si sono accorti che in Italia c’era ancora chi aveva visto con i suoi occhi l'”inferno in terra”.

La storia degli ultimi vent’anni della vita di Shlomo da testimone, si incrocia con le migliaia di persone che hanno potuto sentirne la testimonianza, con gli storici e gli sceneggiatori che ne hanno usato la memoria precisissima per ricostruire la vita e le istallazioni del campo di Auschwitz e con quella di Associazioni e Istituzioni pubbliche che lo hanno voluto, voce narrante, nei numerosi convegni e incontri.

Marika ne ha accompagnato la vita con il sostegno e l’appoggio, sempre pronta a tenere i contatti con tutti quelli che  sono diventati i suoi figli e figlie adottivi e ora si accingono a portare avanti il suo impegno nell’era della “post-memoria”, quando anche l’ultimo testimone ci avrà abbandonato.

Lì si porrà il problema del rapporto tra testimonianza e storia” scrive sempre Davide Bidussa” Quando i testimoni oculari saranno scomparsi, quando quelle voci non avranno più voce, ciritroveremo con un archivio definito di storie, che racconteranno scenari e situazioni. Si tratterà allora di far lavorare quelle storie narrate come “documenti”. In quel momento avverrà , consapevolmente per noi, il passaggio irreversibile fra ‘900 e attualità“.

 

Gennaio 2014 – Giornata della Memoria

volantino

Mettere assieme per la Giornata della Memoria un ciclo di incontri con persone autorevoli, nel campo dello studio della Shoah, non è un’impresa facile soprattutto perchè in Italia tutto si concentra nel mese di gennaio, mentre il resto dell’anno le iniziative sono sporadiche.

Nel nostro paese si usa vivere alla giornata e quindi oggi c’è la Shoah, domani il Giorno del Ricordo, poi verrà la I Guerra Mondiale, ecc ecc 

Per fortuna in altri paesi vi sono delle Istituzioni che fanno storia tutto l’anno e la mettono a disposizione di studenti e docenti, in una formazione “in progress” che si mette a diposizione anche della società civile (vedi la Polizia di Parigi che frequenta i corsi per capire le radici del razzismo).

Per parte nostra non possiamo che dare un piccolissimo contributo, una goccia nel mare di quel che si dovrebbe fare e partiamo da un incontro con Marika Kauffmann Venezia che tornerà a Stienta senza Shlomo Venezia, ma sarà disponibile a farci capire cosa significa essere “un sopravvissuto”

“Nel caso del genocidio ebraico, conservare storie non coinvolge solo la salvaguardia del loro contenuto verbale, ma anche le sensazioni, i gesti, i suoni. La moltiplicazione delle forme documentali vorrebbe includere tutti questi aspetti e dunque permettere la loro permanenza. Tuttavia così non sarà.” (D. Bidussa, Dopo l’ultimo testimone)

Quando anche l’ultimo testimone ci avrà lasciato, toccherà elaborare quel vuoto. Per ora noi proviamo a ricordare Shlomo con le sue interviste, ma accanto a questo avremo la possibilità di fare a Marika domande essenziali per capire come un’evento così sconvolgente possa venire elaborato da una persona per diventare, se non accettabile, sopportabile.

Doppio appuntamento a Stienta venerdì 17 in Aula Magna delle scuole medie, piazzale COOP (causa lavori di restauro della Sala Consigliare), ore 20.45 e  ad Adria tra i ragazzi del Polo Tecnico, sabato 18 alle ore 10.30.

 

30 dicembre 2013 – Auguri dal Fiume

auguri 2013

 

L’anno della grande crisi, annunciata, scongiurata ed in fine arrivata, per il Fiume è stato anche l’anno della ripartenza dopo la perdita di Luciano.

Non è stato facile sostenere lo sforzo di fare tutto senza Luciano Bombarda. Lui, motore non certo immobile, della nostra piccola ma attiva Associazione, teneva i contatti, telefonava agli ospiti e amici, tallonava le Amministrazioni pubbliche per tenere alta l’attenzione sui temi che ci stanno a cuore, scovava le persone di spessore prima che il resto del mondo si accorgesse di loro!

Noi, sparuto gruppo sostenuto dalle molte attestazioni di affetto nei confronti di Luciano ma anche della nostra decisione di tenere vivo il Fiume, abbiamo fatto del nostro meglio e nel bilancio di quest’anno abbiamo messo alcune iniziative di tutto rispetto.

Per primo abbiamo onorato gli impegni della Giornata della Memoria 2013, abbiamo invitato Titti Marrone a presentare il suo libro sulla crisi della classe che oggi dovrebbe guidare il paese, abbiamo celebrato la storia di Matteotti e del suo impegno con un incontro alla casa Museo di Fratta Polesine. Abbiamo portato in Polesine per un prestigioso concerto sui suoni che uniscono il Mediterraneo, la cantante e amica Miriam Meghnagi.

Abbiamo ripreso gli approfondimenti storici con un viaggio a Rijeka e parlato di 8 settembre attraverso l’occupazione italiana nell’Ex-Jugoslavia con lo storico Eric Gobetti.

Ci accingiamo a dare il nostro contributo alla Giornata delle Memoria della Shoah a partire dalle iniziative già concluse che ci hanno visto, con Liliana Picciotto, a presentare il sito “I nomi della shoah italiana” ai ragazzi delle scuole di Ferrara e Rovigo e al MEIS (Museo dell’ebraismo e della shoah).

Oggi in Italia c’è un magma che fermenta, statistiche indicano che il popolo non ama la democrazia, forse perchè non ben rappresentata, e qualcuno è pronto a fare cattivo uso di una esasperazione che, a grattar bene, è frutto di colpe collettive.

Chi ha governato fino a ieri, prendendo a piene mani dai forzieri, ora si scaglia contro chi è subentrato e trova le casse vuote, ma questi ultimi, dopo aver approfittato a loro volta, sulla scia dei cattivi maestri, fanno fatica a raddrizzare la barra.

Nel mare in tempesta speriamo tutti in una pronta bonaccia che consenta di ricostruire piano piano una coscienza civile e una onestà responsabile e ci facciamo gli auguri che questo accada al più presto!

Il 17 dicembre ci siamo ritrovati con gli amici più cari, nel nome di Luciano, per un brindisi a lui e a noi tutti ma una bella risata, come lui avrebbe voluto, non ci è riuscita… speriamo che in futuro sia più facile.