“Ci è chiarissimo che le ragioni autentiche dell’intervento militare in Libia non sono di natura umanitaria: le ricchezze energetiche, gli assetti di potere dei blocchi mondiali, persino l’ansia da prestazione del presidente francese. Tutto chiaro. E l’articolo 11 della nostra Costituzione, e il diritto all’autodeterminazione.
Ma il rispetto della sovranità nazionale della Libia e il ripudio della guerra come si sposa, nelle coscienze durissime e purissime, con l’invocazione di aiuto rivolta proprio a noi da quella gente su cui Gheddafi reclama il diritto di disporre facendone se crede, visto che è roba sua, carne da macello?
Non si doveva arrivare alla guerra: giusto. Bisognava combattere Gheddafi prima e con altre armi: sacrosanto. Lo chiediamo da anni. Questo governo invece lo ha trattato da statista e ha occultato i suoi crimini. Oggi lo combatte, ed è un voltafaccia disgustoso. Spara contro le armi che gli ha venduto.”
Così scrive Concita de Gregorio nell’editoriale “In coscienza e nel dubbio” e prosegue, infine, sostenendo che l’intervento a difesa degli insorti va condotto, mettendo le mani nel sangue e nel fango, perché troppo comodo è starne fuori e pontificare.
E’ vero che starne fuori è comodo ma nel “dubbio” che la giornalista cita, ci sta anche la mancanza di chiarezza su tutto quel che riguarda questa guerra in cui ci siamo svegliati, un giorno di primavera, sorpresi e attoniti, nonostante tutti i nostri mezzi di informazione.
Il Raìs spara sui suoi concittadini, ma chi fa una rivolta mette in conto anche questo, di certo il Raìs sparava anche sui profughi che ributtava dai centri di raccolta nel deserto, perché non venissero in Italia.
Non è chiaro a nessuno, ci pare nemmeno all’Alleanza, quando e perché si deve intervenire in un paese sovrano, perché tanti ce ne sono a sparare sulle folle che manifestano.
Non è chiaro nulla, ma è vergognoso tutto, e nel frattempo in Palestina, che per la prima volta viene lasciata a se stessa dal mondo arabo, Al Fatah e Hamas sono in contrasto tra loro e si dividono anche il controllo di Gaza e Cisgiordania, mentre il Governo di Israele, per non sbagliare spara e colpisce civili e il terrorismo palestinese risponde con le bombe alle fermate dei bus.
In mezzo a tutta questa confusione gli unici inascoltati sono quelli che da tutte le parti chiedono la pace, ma la pace non rende, a dispetto della Ragione.
La guerra invece ha un sacco di vantaggi, tra i quali anche quello di distrarre …