Ci è capitato che qualcuno, interpretando il nome dell’Associazione come un riferimento alla città di Fiume, ci abbia chiamato per avere assistenza in qualità di profugo giuliano-dalmata; in realtà il “Fiume” cui facciamo riferimento è il Po, lungo le cui rive si snoda la nostra modesta attività culturale.
Non è compito del Fiume dare giudizi e sulla storia e voler ribaltarne gli esiti, per noi la quarneriana Fiume oggi è Rijeka, porto importante della Croazia, ma di sicuro ci interessa la conoscenza delle vicende che l’hanno resa un posto decisamente singolare. Per questo abbiamo organizzato un viaggio destinato a molti ma, alla fine, privilegio di pochi, durante il quale siamo entrati nella storia della città grazie ad un’amica speciale, Rina Brumini, giovane studiosa di letteratura italiana nonché ricercatrice storica e rappresentante della comunità ebraica di Rijeka.


Abbiamo percorso un po’ tutti i momenti salienti della storia della città soffermandoci sui luoghi di Palatucci, funzionario a Fiume negli ultimi momenti del governo fascista e protagonista di vicende ancor oggi al vaglio della storiografia, e della comunità ebraica che pagò il suo tributo alla persecuzione nazifascista (le due sorelle Bucci e parte della loro famiglia vennero deportate da Fiume nel 1944). Di seguito il breve resoconto di uno dei partecipanti.
“La simpatica comitiva parte da Rovigo di buon mattino, “raccoglie” a Cavarzere gli ultimi tre partecipanti e subito si raggiunge un clima di immediato affiatamento. Emerge infatti la volontà di ciascuno di contribuire attivamente al viaggio, conversando, in modo piacevole a mo’ di rassegna stampa.
Giungiamo a Rijeka circa l’ora di pranzo. Arrivati al porto della città, ci incamminiamo verso il ristorante, inoltrandoci tra bancarelle del mercato: è un ventaglio di colori, profumi e sapori accarezzato da un mare cristallino. Il pranzo – carne o pesce – è eccellente, ma soprattutto occasione per noi commensali di dialogare con serenità e con gioia, a formulare opinioni o considerazioni sulle vicende storiche di questa straordinaria città: tutti partecipiamo con interesse ed entusiasmo alla conversazione.
Arriva Rina Brumini, giovane, di origine italiana, appartenente alla comunità ebraica RijeKa che è per noi una valida guida per conoscere i monumenti più significativi della città. Accompagnati da Rina percorriamo le vie principali del centro, facendo così un tuffo nel passato: dal mondo romano, attraverso il medioevo, ad oggi: per esempio l’Arco Romano, il Pomerio, la Torre Civica, il Vittoriale, il Teatro Nazionale.
La nostra eccellente guida sa intrattenerci con il racconto di accadimenti, in cui riesce ad alternare osservazioni sapienti e profonde a battute ilari.
Ammiriamo tra le testimonianze architettoniche: vicino al porto la casa degli Adamich, un discendente del quali, mercante, la cui vicenda -falsamente accusato di non pagare le tasse e quindi assolto- ci viene raccontata, proprio nel momento in cui ci troviamo davanti al Vittoriale nel cui giardino sono esposte le 13 statue dei 14 falsi testimoni. Passiamo acconto alla chiesa consacrata ad uno dei patroni della città, San Vito. Rina a questo punto ci racconta la leggenda legata al Crocifisso miracoloso: un giorno, un signore assieme ad altri due amici stava giocando a carte dinanzi alla Chiesa di San Vito dove era stato esposto il Crocifisso. Il gioco non andava bene per lui che, accecato dall’ira, scagliò una pietra sulla parte sinistra del costato di Cristo. Con stupore da parte dei presenti, dal costato di Cristo cominciò allora a sgorgare sangue, mentre una voragine si apriva nel terreno che inghiottì interamente il giocatore, tranne la mano sacrilega. L’allora governatore ordinò che la mano venisse pubblicamente bruciata e in ricordo di questo fatto fece collocare ai piedi del Crocifisso una mano di bronzo. Ancor oggi la pietra del sacrilego si trova alla sinistra del Crocifisso.
I fiumani sono legati al rione antico della «Zitavecia», che oggi conserva quell’intrico di vicoli tortuosi che vengono chiamati alla veneziana «calli», o androni, se ciechi. Stradicciuole che portano i nomi degli antichi mestieri e arti.
Ci avviciniamo alla Sinagoga, camminando lungo il Pomerio, sopravissuta alla seconda guerra mondiale, costruita nel 1928. La sinagoga (con sorpresa di Rina) vista la presenza delle stelle di Davide sulle finestre, di un bassorilievo raffigurante una Menorah, vicino alla porta d’entrata, e di locali per i bagni purificatori all’esterno, è con facilità identificata da quasi tutti noi.
Veniamo a conoscenza che questa non fu costruita come sinagoga principale, considerato che all’epoca Fiume vantava già una maestosa sinagoga, costruita alla fine dell’ottocento (che i nazisti distrussero in pochi attimi il 30 gennaio 1944). Dal momento che Rina ha la chiave della porta di accesso, entriamo. All’interno della sinagoga notiamo in particolare il tabernacolo marmoreo contenente i libri della Torah, lo spazio destinato ai riti e, sovrastante l’entrata, il balcone già riservato alle donne. Attualmente è una sinagoga riformata ed il matroneo è utilizzato a feste e a mostre. Abbiamo quindi l’occasione di visitare una mostra riguardante la storia della comunità ebraica di Rijeka. Tale mostra si apre con un’immagine di una Torah che risulta stampata a Rijeka alla fine del “