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Si ha democrazia quando il popolo può controllare l’operato del governo: accetterò il controllo del popolo, ho bisogno dell’energia del popolo, voglio ascoltare la voce del popolo.
Aung San Suu Kyi, 14 novembre

8 marzo 2014 – La donna del fiume

josefa idem

josefa idem

 

 

 

 

 

 

 

Sara’ perchè Josefa Idem ha trascorso la maggior parte della sua vita a pelo dell’acqua del fiume, sarà perchè è una donna completa, olimpionica, moglie, mamma e parlamentare.

 

Sarà perchè Luciano Bombarda l’ha inseguta per due anni ma un impegno diverso ogni volta l’aveva tenuta lontano, sarà per questo e tanto altro che l’8 marzo del Fiume quest’anno verrà festeggiato con Josefa Idem. 

 

La canoista, per otto volte presente alle olimpiadi con un medagliere di tutto rispetto, è un esempio di come una donna possa impegnarsi su più fronti e riuscire bene in tutti per la sua caparbietà e determinazione.

 

la sua figura è anche un esempio di come le cose fatte insieme, tra uomini e donne, siano quelle che riescono  meglio. Lei a pagaiare mentre il marito la supportava nell’allenamento e nei compiti della crescita dei figli, in una intercambiabilità dei ruoli che è il segreto alla base delle società evolute. 

La sua carriera sportiva è straordinaria per durata e risultati. Esaltante ma allo stesso tempo molto sofferta perchè non sono mancate le “cadute” nell’acqua e nella delusione seguita ad attacchi di chi, nel mondo dello sport e della politica, ha il gusto di demolire. Ogni caduta è stata però l’occasione per ripartire. 

Accusata ingiustamente di doping, dopo l’oro di Sidney, deve far fronte ad un periodo difficile, ma riparte e lavora per i 4 anni successivi, il periodo che nella vita di un atleta sta tra una Olimpiade e l’altra. per Josefa, infatti, non sembra mai avvicinarsi l’ora dell’abbandono, e questa sfida alle leggi della biologia nasce da un grande processo logico maturato assieme al marito allenatore.

“Il carico di lavoro durante una stagione e di stagione in stagione, era sempre cresciuto in modo graduale. Non avevo mai chiesto al mio corpo più di quanto mi potesse dare, pronta addirittura a rinunciare ad una competizione se questa rischiava di sovraccaricarlo. Inoltre avevo sempre trovato il tempo per esercizi che non servivano tanto a potenziarmi, per la prossima gara, quanto a preservare i miei muscoli, nel tempo, da sforzo e stress.” (J.Idem  Partiamo dalla fine)

La presenza di Josefa Idem è prevista per lunedì 10 marzo, alle ore 10.00 al liceo Paleocapa di Rovigo, e sarà una bella mattinata di scuola di vita cui ha voluto aderire la Provincia di Rovigo con gli assessori alla cultura, Laura Negri, e allo sport, Leonardo Raito.

 

13 ottobre 2013 -Il viaggio del Fiume a…Fiume – Rijeka

Ci è capitato che qualcuno, interpretando il nome dell’Associazione come un riferimento alla città di Fiume, ci abbia chiamato per avere assistenza in qualità di profugo giuliano-dalmata; in realtà il “Fiume” cui facciamo riferimento è il Po, lungo le cui rive si snoda la nostra modesta attività culturale.

Non è compito del Fiume dare giudizi e sulla storia e voler ribaltarne gli esiti, per noi la quarneriana Fiume oggi è Rijeka, porto importante della Croazia, ma di sicuro ci interessa la conoscenza delle vicende che l’hanno resa un posto decisamente singolare.  Per questo abbiamo organizzato un viaggio destinato a molti ma, alla fine, privilegio di pochi, durante il quale siamo entrati nella storia della città grazie ad un’amica speciale, Rina Brumini, giovane studiosa di letteratura italiana nonché ricercatrice storica e rappresentante della comunità ebraica di Rijeka.

la posizione della sinagoga grandel'immagine della sinagoga grande

Abbiamo percorso un po’ tutti i momenti salienti della storia della città soffermandoci sui luoghi di Palatucci, funzionario a Fiume negli ultimi momenti del governo fascista e protagonista di vicende ancor oggi al vaglio della storiografia, e della comunità ebraica che pagò il suo tributo alla persecuzione nazifascista (le due sorelle Bucci e parte della loro famiglia vennero deportate da Fiume nel 1944).     Di seguito il breve resoconto di uno dei partecipanti.

“La simpatica comitiva   parte da Rovigo di buon mattino, “raccoglie” a Cavarzere gli ultimi tre partecipanti e subito si raggiunge un clima di immediato affiatamento. Emerge infatti la volontà di ciascuno di contribuire attivamente al viaggio, conversando,       in modo piacevole   a mo’ di rassegna stampa.

Giungiamo a Rijeka circa l’ora di pranzo.      Arrivati al porto della città, ci incamminiamo verso il ristorante, inoltrandoci tra bancarelle del mercato: è un ventaglio di colori, profumi e sapori   accarezzato da un mare   cristallino. Il pranzo – carne o pesce – è   eccellente, ma soprattutto occasione per noi commensali di dialogare con serenità e con gioia, a formulare opinioni o considerazioni sulle vicende storiche   di questa straordinaria città:  tutti partecipiamo con interesse ed entusiasmo  alla conversazione.

gli amici a pranzoArriva Rina Brumini, giovane, di origine italiana, appartenente alla comunità ebraica RijeKa che  è   per noi una valida guida per conoscere i monumenti più significativi della città. Accompagnati da Rina percorriamo  le vie principali del centro, facendo così un tuffo nel passato: dal mondo romano, attraverso il medioevo, ad oggi: per esempio l’Arco Romano, il Pomerio, la Torre Civica, il Vittoriale, il Teatro Nazionale.

La nostra eccellente guida sa  intrattenerci  con il racconto di  accadimenti, in cui riesce ad alternare osservazioni sapienti e profonde a battute  ilari.

Ammiriamo   tra  le testimonianze architettoniche:  vicino al porto la casa degli Adamich, un discendente del quali, mercante, la cui vicenda -falsamente accusato di non pagare le tasse e quindi assolto-  ci   viene raccontata, proprio nel momento in cui ci troviamo davanti al Vittoriale nel cui giardino sono esposte le 13 statue dei 14 falsi testimoni. Passiamo acconto alla chiesa consacrata ad uno dei patroni della città, San Vito. Rina a questo punto ci racconta   la leggenda legata al   Crocifisso miracoloso: un giorno, un signore assieme ad altri due amici stava giocando a carte dinanzi alla Chiesa di San Vito dove era stato esposto il Crocifisso. Il gioco non andava   bene  per lui che, accecato dall’ira, scagliò una pietra sulla parte sinistra del costato di Cristo. Con stupore da parte dei presenti, dal costato di Cristo cominciò allora a sgorgare  sangue, mentre   una voragine   si apriva nel terreno  che   inghiottì   interamente il giocatore,  tranne la   mano sacrilega. L’allora governatore  ordinò che la mano venisse pubblicamente bruciata e in ricordo di questo fatto fece collocare ai piedi del Crocifisso una mano di bronzo. Ancor oggi la pietra del sacrilego si trova alla sinistra del Crocifisso.

I fiumani sono legati al rione antico della «Zitavecia», che oggi  conserva quell’intrico di vicoli tortuosi che   vengono chiamati alla veneziana «calli», o androni, se ciechi. Stradicciuole che  portano i nomi degli antichi mestieri e arti.

Ci avviciniamo alla Sinagoga, camminando lungo il Pomerio, sopravissuta alla seconda guerra mondiale, costruita nel 1928.      La sinagoga (con sorpresa di Rina) vista la presenza delle stelle di Davide sulle finestre, di un bassorilievo raffigurante una Menorah, vicino alla porta d’entrata, e  di locali per i bagni purificatori all’esterno, è   con facilità identificata da quasi tutti noi.
Veniamo a conoscenza che questa non fu costruita come sinagoga principale, considerato che   all’epoca  Fiume vantava già una maestosa sinagoga,  costruita alla fine dell’ottocento  (che i nazisti distrussero in pochi attimi il 30 gennaio 1944).        Dal momento che Rina ha la chiave della porta di accesso, entriamo.     All’interno della sinagoga notiamo in particolare il tabernacolo marmoreo contenente i libri della Torah,  lo spazio destinato ai riti e,  sovrastante l’entrata, il balcone già riservato alle donne. Attualmente è una sinagoga riformata ed il matroneo è utilizzato a feste e a mostre. Abbiamo  quindi l’occasione di visitare una mostra riguardante la storia della comunità ebraica di Rijeka. Tale mostra si apre con un’immagine di una Torah che risulta stampata a Rijeka alla fine del “

28 agosto 2013 – C’E’ COMPLEANNO E COMPLEANNO

luciano bombarda e boris pahor

Un mese fa  Roma l’ex ufficiale nazista Erik Priebke ha compiuto 100 anni. Il “boia delle fosse Ardeatine” autore dell’eccidio che sterminò 335 uomini di età ed appartenenze diverse come rappresaglia per l’attentato partigiano di via Rasella, del marzo 1944, vive a Roma, agli arresti domiciliari per ragioni di età, dopo la condanna all’ergastolo.

I suoi 100 anni sono stati festeggiati da organizzazioni filonaziste e simpatizzanti della destra italiana, un nipote lo ha raggiunto con una bottiglia di spumante che assieme avranno stappato con la badante, rappresentanti dell’AMPi e dell’ANED hanno protestato ricordando le vittime di quegli ultimi mesi del “

“Tra ville e Giardini” la rassegna di musica e spettacoli del Polesine nel segno de Il Fiume

         stienta

Era l’estate del 2010 e con Luciano Bombarda e gli amici del Fiume ci radunammo per la 1° festa del Fiume nel suggestivo imbarcadero sul Po, a Stienta, un’occasione creata apposta per stare insieme e raccogliere qualche fondo per le attività della nostra ricerca.

Il successo di quella prima festa ci spinse a ripetere l’esperienza e seguirono così le altre due feste del Fiume sul “grande fiume Po”, ultima quella del luglio 2012 per la quale, lo scorso anno, eravamo nel pieno dei preparativi con l’entusiasmo che dà il lavorare in compagnia e in buona armonia per uno scopo comune.

A guardare i post di quei mesi si rimane attoniti, avevamo anticipato il contatto con Laura Boldrini, allora responsabile ONU per i rifugiati, avevamo prospettato la presenza di Josefa Idem, allora in preparazione per la sua ennesima Olimpiade al servizio dell’Italia.

A leggere a posteriori e pensare quel che è successo dopo sembra quasi di essere autori di letteratura di fantascienza e come Jules Verne aver anticipato i viaggi sulla luna!

Oggi ci troviamo a fare i conti con Laura Boldrini Presidente della Camera, ruolo in cui ha riversato tutta la sua esperienza e sensibilità di esperta delle sofferenze del mondo e dei diritti negati, alla quale ogni giorno si chiede di risolvere i problemi del Parlamento, luogo e istituzione in cui, nel frattempo accade di tutto!

Per non allontanarci dal Fiume, l’anno trascorso ha visto la stessa Josefa Idem nominata Ministra delle Pari Opportunità, un ruolo che meglio di lei nessuno poteva interpretare per la sua vita donna e atleta di uno sport minore, disparità nella disparità!

E subito dopo, la stessa Idem, dopo aver gareggiato per decenni per il nostro paese, con sacrifici enormi che, solo chi ha fatto canoa conosce, l’abbiamo vista immolata sull’altare dell’onestà macchiata, a causa di un accatastamento fatto per pagare meno ICI!    

Paradossi di un paese senza macchia e senza paura in cui da un ventennio scorazzano plurindagati, condannati per frodi fiscali, corruttori di minori, banchieri senza scrupoli, faccendieri, corrieri della droga, papponi, ecc ecc

A posteriori ripensare a quelle giornate di preparativi e di fiducia nella possibilità di contare qualcosa nel rinnovamento del Paese, quanto fanno male!   Anche Luciano oggi manca e lo sguardo indietro non può non tornare alla sua energia e alla sua instancabile voglia di fare e aggregare, mettendo insieme mondi, età, paesi e storie diverse. 

appuntamento 9 agostoNon sarà possibile ritrovare lo spirito di quei momenti, ma ritrovarsi nell’atmosfera del Fiume e nel ricordo di Luciano sarà un tentativo che faremo grazie alla voce e alla cultura di Miriam Meghnagi.

Miriam venne alla prima festa del Fiume nel 2010, ospite di un’amica e di passaggio in Polesine tra uno dei suoi viaggi e l’altro a testimoniare l’incontro tra culture diverse, e da quella sera è rimasta in contatto con noi. Con Luciano avevamo cullato il progetto di chiamarla a cantare in qualche occasione, ci spiace che l’occasione sia arrivata solo quest’estate, grazie alla collaborazione con l’Ente Rovigo Festival e nella bella cornice di “Tra ville e giardini”.

Miriam Meghnagi verrà a Ficarolo, il 9 agosto nel parco di Villa Giglioli a cantare le musiche ebraiche che hanno unito il Mediterraneo e i Balcani al seguito delle peregrinazioni degli ebrei inquieti e perseguitati, e sarà come far parte di una cultura e di una atmosfera che attraversa i secoli e porta le voci di generazioni di uomini e donne scomparsi  lasciando  il segno.

31 maggio 2013 – PRIJEDOR 1992- 2013

prijedorRiprendiamo e divulghiamo un articolo scritto dalla giornalista Nicole Corritore sul sito dell’Oservatorio  Balcani e Caucaso, un bel sito che giornalmente tiene informati sulle vicende culturali, politiche e sociali dell’area calda nel cuore dell’Europa e ai confini con l’estremo Est. Nell’articolo si parla di Prijedor una cittadina tra Zagabria e Mostar in cui solo 20 anni fa si è consumato uno dei tanti massacri della guerra nell’ex-Jugoslavia.

“Il 31 maggio del 1992 le autorità di Prijedor obbligano tutti i cittadini non serbi a segnare le proprie case con una bandiera o uno straccio bianco. Fuori di casa sono obbligati a portare al braccio una fascia bianca. Nei mesi che seguono migliaia di cittadine e cittadini di Prijedor vengono rinchiusi nei lager. I giovani della società civile bosniaca li ricordano con l’iniziativa “Perché mi riguarda”

Durante la guerra vengono rinchiusi nei lager di Prijedor 31.000 civili, 3.173 vengono uccisi e 53.000 persone sono vittime di persecuzione e deportazione. “Ventuno anni dopo, alle vittime di Prijedor non è ancora riconosciuto il diritto alla memoria. I loro diritti riguardano tutti noi”, è la scritta che campeggia nel video-messaggio di Miroslav Živanović, come di molti altri giovani che hanno aderito all’iniziativa “Jer se mene tiče”.

“Il 31 maggio 2013 saremo a Prijedor per celebrare la Giornata delle fasce bianche. “Perché ci riguarda”, è il messaggio conclusivo delle testimonianze postate sul profilo Facebook dell’iniziativa e che ha fatto non solo il giro della rete, ma anche dei media bosniaci.

“L’iniziativa Perché mi riguarda ha richiesto al sindaco di Prijedor di poter celebrare il 31 maggio la Giornata internazionale delle fasce bianche, per lanciare all’Europa il messaggio che questa è una città in cui si nega il genocidio nonostante durante la guerra siano state tantissime le vittime civili” scrive il media bosniaco Blic. “Il segretario del gabinetto del sindaco, Dragutin Rodić, ha risposto che a Prijedor non è stata perpetrata alcuna violenza e che continuare a insistere su questo significa minare la sicurezza in città”, conclude Blic.  Ne segue l’appello. “Partecipate, affinché possiate dimostrare la vostra solidarietà alle vittime delle violenze di massa perpetrate in questa città, come in tutta la Bosnia Erzegovina. In modo che con la vostra presenza, e indossando una fascia bianca al braccio, possiate dire che non condividete alcun tipo di segregazione o altre forme di discriminazione”. (N.C.)

viaggio del fiumeIn tempi di negazionismo si riesce a negare anche i fatti più vicini e documentati da reportage e testimonianze.  La volontà di pacificazione non può mai prescindere dalla conoscenza e dall’ammissione dei fatti o dei misfatti che sono stati compiuti, altrimenti la pace sarà sempre traballante.