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Si ha democrazia quando il popolo può controllare l’operato del governo: accetterò il controllo del popolo, ho bisogno dell’energia del popolo, voglio ascoltare la voce del popolo.
Aung San Suu Kyi, 14 novembre

22 maggio 2013 – Non finisce il tempo degli addii

don gallo e luciano bombarda

Ogni tempo storico ha i suoi maestri e per l’Italia degli onesti e indignati Don Andrea Gallo era uno dei maestri più saldi. 
Per ben due volte Luciano Bombarda aveva portato don Gallo a Stienta, l’ultima delle quali a settembre del 2010 e, anche allora, di fronte ad un Teatro Jubilaeum pieno, “il Don” ha lanciato i suoi ammonimenti e insegnamenti.

La Chiesa è piena di compromessi, perchè il concetto di accoglienza che caratterizza e differenzia il Vangelo rispetto all’Antico Testamento, molto spesso è tirato dalla parte del più forte.

L’accoglienza si dà al povero e all’umiliato ma anche al mafioso o allo spergiuro, al divorziato dalla Sacra Rota, a chi è innocente per “decorrenza dei termini”; l’impressione alcune volte è che per accogliere gli improponibili si dà spazio anche agli umili.

Don Gallo era diverso, diffondeva il messaggio vero della Chiesa che per primo si deve rivolgere a chi ha bisogno, con l’aiuto, semmai, del ricco e dell’onesto .

Messaggio sovversivo a detta di alcuni, ma se si rivede il film di Liliana Cavani su San Francesco (quello originale del 1966) si capisce come sia così sconvolgente mettere in atto l’esempio del Cristo che,  chiunque provi a farlo nel modo più letterale, diventa sovversivo!

E Don Gallo da questo punto di vista era sovversivo, perché alla discussione e alla interpretazione, opponeva il rispetto immediato e diretto dell’esempio del Cristo, non della dottrina della Chiesa.

Essendo letterale sembrava anarchico, “la regola è già scritta ed è il Vangelo”, e pur non volendo star fuori dalla chiesa la voleva più vicina al Cristo.
Ora che non c’è più e non sfilerà accanto a gay e prostitute, il vuoto attorno a noi sarà ancora più grande e andremo in cerca di altri maestri.  Li cercheremo con affanno, quando forse i veri maestri sono davanti ai nostri occhi e non hanno gesti e figure eclatanti ma solo l’onestà del vivere e del resistere ad un vortice che ci trascina sempre più in basso.

don andrea gallo don andrea gallo 

Non è stata una semplice rappresentazione teatrale quella di ieri sera a Fratta.

casa matteotti

Nella casa stessa di Matteotti, tra le stanze e le scale che i protagonisti hanno percorso nel corso della loro vita, due bravissimi attori hanno fatto rivivere atmosfere e sensazioni da brivido, leggendo il carteggio tra Giacomo Matteotti e la moglie Velia. 

La profondità delle riflessioni che i due innamorati si scambiavano, ha fatto capire quanto forte fosse l’impegno politico del giovane borghese che aveva a cuore il miglioramento della vita dei suoi conterranei, ma comprendeva che stava sacrificando la sua famiglia.            
Per contro, Velia, pur soffrendo per la lontananza da lei e dai figli, non faceva mai mancare al marito il suo sostegno e appoggio, rivendicando per sé i pochi momenti possibili.
Quando, nelle ultime lettere, Velia con determinazione ha dato le disposizioni a Mussolini per i funerali del marito, la commozione per la forza dell’esempio di dignità morale e civile della moglie di Matteotti si è mescolata al ricordo dell’impegno civile cui Luciano, fino all’ultimo,  ha chiamato tutti noi suoi amici.

i protagonistiIl professor Primo Griguolo, direttore della Casa Museo Matteotti di Fratta Polesine, nonchè  “innamorato di Matteotti”, come si è definito, ha introdotto la figura del politico più determinato nella lotta contro il fascismo, dando l’impressione di poter parlar per ore se non fosse seguita la performance di  Ruben Garbellini e  Olga Manganotti.

I due giovani e bravissimi attori meriterebbero di portare questo lavoro ad un pubblico più vasto, anche se, la suggestione che deriva dal rivivere la storia nei luoghi della stessa è un unicum che aggiunge valore alla rappresentazione, così come il suono del il violoncello di Paola Zannoni che, spandendosi per le sale, sottolinea con perfetta scelta musicale tutti i momenti che le lettere percorrono.

E’ stato un bel modo di ritrovarsi per il Fiume che riprenderà le iniziative nei prossimi mesi con un programma intenso e significativo.il pubblico del Fiume    olga e ruben

11 maggio 2013 – A Fratta Polesine il Fiume si ritrova

locandina
Il Fiume si ritrova dopo la scomparsa del suo presidente Luciano Bombarda e lo fa a Fratta Polesine, sabato 11 maggio alle ore 20.00,  dove la Casa Museo Giacomo Matteotti  metterà in scena la pièce a due voci e un violoncello “Nel fondo dei tuoi occhi”. 

Per gli amici del Fiume, purtroppo un gruppo ristretto di 35 persone a causa della particolare occasione e collocazione dell’incontro, sarà il momento in cui ritrovarsi per porre le basi della prossima attività dell’associazione.

Grazie all’ospitalità della Casa Museo, partiremo dalla comprensione della figura di Matteotti, come uomo ma anche  politico ed oppositore del fascismo, per provare a comprendere se il sacrificio della vita sia il solo modo che ha un uomo integro per combattere una dittatura.

Il direttore del museo prof. Primo Griguolo, che ha curato la drammaturgia della messa in scena,  ha aderito all’iniziativa del Fiume per la sintonia con l’obiettivo comune di riflettere sull’impegno civile a partire dalla conoscenza della storia con le figure che ne sono state protagoniste e nei luoghi stessi in cui questo si è verificato. 

L’iniziativa è stata resa possibile dalla disponibilità degli attori  Olga Manganotti e Ruben Garbellini, accompagnati dal violoncello di Paola Zannoni, che hanno organizzato in tempo record la seconda edizione della breve ma intensa performance, ad uso della nostra Associazione che ringrazia fin d’ora.

24 aprile 2013 – A ROMA IL CONVEGNO ” MEMORIA 70X25″ –

convegno su Ferramonti

Nel 1943 con l’invasione degli Alleati e la loro risalita della penisola veniva liberato il più grande campo di concentramento fascista situato a Ferramonti di Tarsia in Calabria.

A lungo in Italia venne rimossa la memoria del ruolo del fascismo non tanto nella persecuzione politica, ma soprattutto nella persecuzione antiebraica e nell’uso dei campi di concentramento per gli ebrei stranieri che si trovavano nel Regno.  Il fenomeno dell’Internamento libero nei comuni della provincia italiana, tra cui ebbe un ruolo importante anche Rovigo, fu strettamente legato alla presenza di numerosi campi di concentramento in cui erano rinchiusi i cittadini stranieri di origine ebraica che tentavano la fuga dal nazismo.  

In questi campi ma soprattutto in quello di Ferramonti di Tarsia, intere famiglie rimanevano per mesi, talvolta un anno e più, in attesa che l’arrivo di altri prigionieri rendesse necessario un trasferimento in paesi di provincia, fuori dalle zone sensibili militarmente ma sotto il controllo delle autorità.

La storia di molti dei protagonisti delle vicende della ricerca sull’internamento in Polesine è strettamente legata al campo di Ferramonti e per questo anche Il Fiume è stato invitato a relazionare al convegno storico organizzato dalla Fondazione Ferramonti.

Carlo Spartaco Capogreco e Klaus Voigt, i due massimi conoscitori dell’internamento fascista con altri illustri colleghi sono tra i promotori del convegno che si terra a Roma nella Sala Pitigliani del Centro ebraico in via Arco dè  Tolomei a Trastevere mercoledì 24 aprile, dalle ore 10.00 alle 18.00.   Nell’occasione la Fondazione Ferramonti celebrerà i 25 anni di vita e lavoro sui temi della memoria rimossa delle responsabilità italiane sulla Shoah.

Ci preme sottolineare che tutto questo, senza il lavoro di Luciano Bombarda, non avrebbe toccato i nostri paesi se non di striscio, mentre la sua indagine puntuale e condivisa con i discendenti, della storia della famiglia Buchaster, mette Il Fiume tra i protagonisti della ricostruzione della storia recente dell’Italia.

Alleghiamo il programma ricchissimo della giornata per chi vorrà partecipare ad un 25 aprile diverso dal solito.

  

15 aprile 2013 – AUGURI AI 65 ANNI di ISRAELE

fragole della pace

Israele ha vissuto una settimana di ricordo e sofferenza, prima il ricordo delle vittime della Shoah, poi quello delle vittime che sono morte nella difesa del diritto di avere un pezzo di terra dove vivere senza che qualcuno lo mettesse sempre in discussione.

Dall’altra parte del muro che Israele ha eretto negli ultimi anni per avere sicurezza entro confini labili per la strategia del suo stesso Governo, si agitano i malesseri di una Palestina che attende di avere uno stato ma è vittima di una analoga strategia del suo Governo che non favorisce certo il processo di pace.

In mezzo a due Governi poco chiari e che fanno continue prove di forza, reale, nel caso di Israele, e supportata dall’intero mondo arabo, nel caso dei Palestinesi, stanno i due popoli che avrebbero voglia di una pace stabile e duratura.

Nel mare del  web troviamo un interessante  blog israeliano denominato “peceofcakeblog”    (peaceofcakeblog.wordpresse.com) tenuto  dal Gilly Harpaz, nipotina della nostra Estica Danon  internata a Costa di Rovigo e Pontemanco . 
Gilly, militante dell’associazione pacifista “Geneva Initiative” , con il suo blog propone ricette di pace, per avvicinare in ogni modo possibile i due mondi che hanno tantissimi  punti di contatto e tantissime aspirazioni comuni.

Nel fare gli auguri ad Israele ed alla sua gente piena di coraggio e tenacia, ci auguriamo di festeggiare un giorno anche un compleanno della Palestina, possibilmente senza sangue in più di quello che si è abbondantemente sparso in questa “terra santa”.