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Si ha democrazia quando il popolo può controllare l’operato del governo: accetterò il controllo del popolo, ho bisogno dell’energia del popolo, voglio ascoltare la voce del popolo.
Aung San Suu Kyi, 14 novembre

5 aprile 2013 – A LAURA FONTANA UN RUOLO PRESTIGIOSO NEL PROGETTO EUROPEO EHRI

Laura fontana e luciano bombarda

La notizia è recente e si perde nel mare della stampa sulla situazione politica, economica e sociale dell’Italia contemporanea. Nel contesto di una classe politica e dirigente che non esprime eccellenze che non siano autoreferenziali, i “saggi” scelti per far uscire dalla crisi l’Italia, sono persone certo di valore in quanto hanno fatto parte delle istituzioni del paese negli ultimi anni, ma proprio per questo sembra legittimo chiedersi cosa abbiano fatto per evitare questo imbarazzante stato di cose.

In parallelo ci sono persone e molto spesso donne, che operano a fianco ed ai margini delle istituzioni costruendo con duro lavoro, la parte del paese che funziona, e che come un silenzioso ingranaggio fanno camminare la macchina che altri provano a comandare malamente portandola fuori strada.

Una di queste, che Il Fiume si pregia di citare perché la nostra conoscenza personale ci mette al riparo da esprimerci per “sentito dire”, è Laura Fontana.  Giovane e capace impiegata del Comune di Rimini, Laura Fontana occupa da alcuni anni il ruolo di direttrice dell’Ufficio Memoria della città che dal 1968 si occupa di studiare e diffondere la conoscenza della Shoah tra le giovani generazioni.

In virtù dei suoi studi e del suo lavoro di diffusione Laura Fontana è divenuta Responsabile Italiana delle attività del Memoriale de la Shoah di Parigi, la prima delle istituzioni che subito dopo la guerra si è occupata della raccolta e catalogazione dei documenti sulla deportazione e l’Olocausto in Europa.

Il suo impegno organizzativo ha portato ai seminari di Parigi tantissimi insegnanti delle scuole italiane, oltre che membri di Associazioni ed Istituti Storici che si occupano di Memoria. Un lavoro enorme e gratificato da stima e riconoscenza di moltissime persone tra cui tanti giovani studenti.  La notizia recente è che Laura Fontana è stata nominata al vertice del Progetto EHRI (European Holocaust Research Infrastructure) come membro del direttivo.

Istituito nel 2010 grazie a un ingente finanziamento dell’Unione europea, il progetto EHRI è coordinato dal NIOD, l’Istituto olandese per la documentazione di guerra, con sede ad Amsterdam e riunisce  venti istituzioni di 13 Paesi europei e di Israele fra le più importanti al mondo per la ricerca sulla Shoah.

Riunendo gli sforzi e le competenze storiche e archivistiche di importanti istituti, europei (l’Italia non è purtroppo rappresentata) e non, EHRI si prefigge di facilitare la ricerca e far luce su aspetti dell’Olocausto che ancora non sono stati approfonditi e divulgare la conoscenza storica dell’evento Shoah anche attraverso Online Courses e le nuove tecnologie e, infine, promuovere occasioni di alta formazione scientifica per gli esperti dell’argomento che tuttora mancano in Europa.

Laura Fontana, lavora seriamente sul campo e raccoglie, all’estero,  i frutti che in Italia non le sono riconosciuti, ci viene in mente che anche Laura Boldrini è stata per anni tra i campi profughi del mondo prima che qualcuno pensasse di poterla mettere a capo di qualcosa, ci vengono in mente le centinaia di atlete e tra tante Josefa Idem, che nello sport e nel Coni non contano nulla ma sacrificano la loro vita sui campi sportivi. 
Non per resuscitare il vecchio femminismo ma quanto bene farebbe un po’ più di concretezza femminile nei ruoli di comando?  A Laura, cara amica de Il Fiume e di Luciano Bombarda, gli auguri di un grande successo .

6 marzo 2013 – “sotto la cenere sta la brace ardente”

bagnoli città della scienza

– “Sotto la cenere sta la brace ardente“. Con queste parole di speranza Roberto Saviano commenta quanto accaduto alla Città della Scienza di Napoli, andata distrutta il 4 marzo scorso a causa di un incendio doloso, le cui indagini sono ancora in corso.

Uno scheletro sul mare. Completamente distrutto lo Science Center, il planetario, sei capannoni per dodicimila metri quadri e danni per oltre venti milioni di euro. Nulla sembra sopravvivere a Napoli. Resta il teatro, da lì bisognerà ripartire, e Corporea, cantiere fermo da tempo, l’ultima parte di museo che doveva rappresentare il corpo umano.
Chi non c’è stato, non può immaginare la bellezza di questo luogo: per descriverla bisognerebbe saccheggiare Virgilio, che di questa baia è il nume tutelare.” Così  appare agli occhi di Roberto Saviano, che lo descrive dalle pagine de La Repubblica.
 
Il centro prende forma negli anni ’90, sul modello del parco de La Villette di Parigi di Adrien Fainsilber, a Bagnoli nell’area industriale dell’ex Italsider. Il complesso,  promosso da Vittorio Silvestrini, venne realizzato dall’architetto Massimo Pica Ciamarra, socio fondatore dell’Istituto per la diffusione e valorizzazione della cultura scientifica, recuperando una delle più antiche strutture industriali della zona, la ex vetreria LeFevre.

L’area su cui sorge è quella della piana di Coroglio, ai piedi della collina di Posillipo, già scelta da Greci e Romani per un insediamento di qualità essendo ricca di sorgenti termali. Balneolis venne infatti chiamata per la presenza di una piccola sorgente d’acque che confluivano in Balneum un piccolo insediamento bucolico.  Abbandonata nel corso del Medioevo, l’area fu valorizzata a seguito della “rinascita Ferdinandea” appunto da Federico II dalla metà dell’800, che vi insediò alcuni opifici ma soprattutto sviluppò l’insediamento residenziale di Bagnoli.

Dall’unità d’Italia, in nome della soluzione di problemi economici e sociali, venne scelta come sede di impianti industriali tra cui nei primi anni del “

8 marzo 2013 – Il Fiume e l’otto marzo

8 marzo 2013

Oggi 8 marzo si ricorda l’uccisione di 160 e più operai e operaie che bruciarono vivi chiusi in una fabbrica per produrre in condizioni di schiavitù.

auditorium mariano rovigoL’immagine a fianco è stata scelta dal Fiume per questa giornata e rappresenta l’ultima iniziativa fatta da Luciano Bombarda, il tema era il “Femminicidio”.
A buon titolo Luciano sta in mezzo a tante e diverse donne, come uomo che dava a tutti, ma soprattutto alle donne che lo circondavano, rispetto e certezza di essere uniche e ricche di valori. Da lui venivano sempre complimenti e mai sottolineature dei difetti, che pure le donne, come tutti, hanno. 
Un amore sincero e diffuso a piene mani.

Barbara Spinelli è l’ultima relatrice che ha avuto il piacere di conoscere Luciano e nei giorni scorsi  è stata a New York a parlare della situazione della donna in Italia e delle difficoltà del nostro paese a tutelare la vita e la dignità delle donne.  A lei e al giudice Silvia Ferrari, altra relatrice, il nostro saluto e grazie per l’intervento fatto all’Auditorium del centro Mariano di Rovigo grazie alla collaborazione di Suor Mariagrazia, una donna che ha fatto una scelta di preghiera.   L’incontro di dicembre 2012, fuori dalle date canoniche, testimonia l’interesse del Fiume per i temi caldi della società in cui viviamo, una società che proviamo a migliorare assieme agli uomini e alle donne che la compongono. Ancora un grazie a Luciano per la strada che ha indicato.
E per elencare solo alcuni temi caldi ricordiamo che:

– la richiesta alle autorità keniote di assicurare a tutti i cittadini il diritto al voto in piena sicurezza e soprattutto di garantire che non si verifichino stupri di matrice “politica” proviene dal Rappresentante speciale sulle violenze sessuali in aree di conflitto. L’alto funzionario Onu ha infatti ricordato come alle precedenti elezioni del dicembre 2007 siano seguite violenze in cui sono morte 1.100 persone, con 3.500 feriti e più di 600.000 dispersi. Sono stati migliaia gli episodi di stupro o di altre forme di violenza sessuale registrati allora.

–  Nella stessa direzione va anche la decisione dell’Onu di condividere di incriminare (anche) per violenza sessuale alcuni ex Khmer Rossi sottoposti a giudizio. Il Tribunale ha così ribaltato una sua precedente sentenza e ricondotto lo stupro a crimine contro l’umanità, probabilmente risentendo della crescente deplorazione internazionale delle violenze sessuali quali “arma di guerra”

–   Una consapevolezza che però non ne arresta l’uso. che denuncia in Siria un forte aumento di stupri e di violenze sessuali per intimidire le parti in conflitto attraverso la distruzione di “identità, dignità e il tessuto sociale di famiglie e comunità”.

– La terza maratona internazionale di Gaza, organizzata dall’Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa) per il 10 aprile, e’ stata annullata dopo il rifiuto di Hamas di far partecipare le donne. Lo ha annunciato ‘con rammarico’ l’Unrwa ‘dopo discussioni con le autorita’ di Gaza che hanno insistito affinche’ nessuna donna partecipasse’. Secondo i responsabili Onu, si erano iscritti 807 partecipanti, di cui circa la meta’ – 385 – donne.  Di queste, 266 erano palestinesi

7 giorno – il viaggio

Luciano Bombarda a Parigi

Luciano Bombarda amava i viaggi che avevano come obiettivo incontrare persone. Ogni tragitto con lui sembrava un viaggio straordinario, portare un ospite da Stienta a Ferrara era come farlo entrare nel paese delle meraviglie. Nessuno poteva sfuggire alla sua descrizione delle particolarità di questa terra che a noi pare desolata.

Ogni chiesetta, ogni villa grande o piccola, ogni ansa del Po e curva dei canali rivelava un segreto, e fino al profondo Delta del Fiume “ogni cosa era illuminata”.

Pur non avendo bisogno di viaggiare perché era sempre vicino ai suoi amici, ogni viaggio era comunque importante… dalla spiaggia di Milano Marittima, al Rothschild Boulevard di Tel Aviv. Dal suo incontro con i “fratelli” della shoah sono nati viaggi memorabili.

Del viaggio a Salonicco con Shlomo Venezia, si è già detto, a questo seguì il viaggio in Polonia verso Cracovia e il suo quartiere ebraico, viaggio ripetuto tre volte perché ogni viaggio ad Auschwitz faceva tappa nella bellissima città polacca.

Memorabile è un viaggio a Berlino per incontrare Sandy e Sam da New York e Zvi Nathan Buchaster da Tel Aviv, insieme nel luogo da cui erano partite le famiglie disperse dalla persecuzione nazista .  L’occasione della posa delle “pietre d’inciampo” lo portò a Lipsia nel centro dell’Europa e anche lì non si sottrasse al suo compito di diffondere allegria, cantando tutto il suo repertorio di canzoni italiane classiche, tra un caffè e una fetta di torta, per la gioia dei compassati ospiti del più antico caffè della città.

E poi Israele! La terra del mito, della cultura che aveva prodotto l’ebreo errante di cui Luciano si era innamorato, o forse più semplicemente la terra in cui la sua amata Estika, partita bambina da Zagabria, passata da Costa, aveva poi formato la sua famiglia! E quale migliore guida dei “fratelli” Reuma e Zohar per girare la Galilea e i punti più remoti e più veri di questo straordinario e impossibile paese. E in ogni luogo Luciano godeva di tutto, della musica, del clima, dei dolci delle pasticcerie più rinomate, dei succulenti falafel, delle chiacchiere con gli amici di cui non poteva fare a meno, pur parlando solo una lingua.

Due i viaggi in Israele, per conoscere il paese e le sue contraddizioni, ma soprattutto per incontrare i personaggi delle sue storie, Joseph Papo un ragazzo di villa Emma, Shoshana Alkalay internata a Crespino e ora in casa di riposo, Adina Hass nata a Castelmassa e portata in Israele all’età di tre anni dalle truppe della Brigata Ebraica e Itzak Reichenbaum sopravvissuto a tre selezioni ad Auschwitz. 

Era strano per Luciano non poter parlare come d’abitudine per le difficoltà della lingua, che superava aiutandosi con la gestualità e l’intuizione, ma era esilarante vederlo metter piede in aereo e attaccarsi al primo italiano che incontrava per farne la vittima sacrificale mitragliandolo per tutto il volo di quel che aveva visto, finalmente padrone della sua lingua!

E ancora i viaggi a Parigi! La realizzazione di un sogno, istruirsi alla fonte della scuola che insegnava la storia: il Mèmoriale de la Shoah. Essere nel cuore della “memoria” era per lui fonte di gioia difficilmente comprensibile per una persona comune.

Altro viaggio importante quello nella Bosnia Erzegovina, passando per la Croazia e i luoghi dei suoi ebrei, Zagabria, Prjedor, Jasenovac ma anche i luoghi dell’ultimo grande sterminio di una guerra, ancora una volta imbevuta di razzismo e pulizia etnica, Sarajevo e Mostar.

Viaggi per conoscere e per capire non per tornare uguale, ma anche viaggi per godere di tutto ciò che lo circondava…

L’ultimo viaggio l’ha fatto da solo.

La memoria è labile e legata a chi la tramanda, abbiamo fatto di questo il nostro credo come “Associazione Il Fiume” e per questo abbiamo provato a fissare la memoria di Luciano fin da questi primi sette giorni.

Lui: Non mi sento a casa né in una sinagoga, né tanto meno in una chiesa. Non so chi sono e da dove vengo.  Ho paura.    Ho paura di sparire senza lasciare traccia.

Lei: Ecco, è per questo che ci siamo incontrati

Ultima scena di “Tangos lesson”, Sally Potter , 1997 

6 giorno – L’impegno intellettuale

Luciano Bombarda

Luciano Bombarda ha concepito l’Associazione il Fiume per dare un senso all’essere cittadino in un paese fatto di “otri pieni d’aria” che non dicono nulla se non l’ovvio o quello che la gente vuol sentirsi dire. Accusato da politucoli locali di “fare politica” attraverso l’Associazione quando presentò, in tempi non sospetti, il libro sul malaffare della Lega Nord, iniziò la serata a Stienta con una veemenza che non metteva spesso nelle sue introduzioni, affermando che politica l’aveva fatta attivamente e senza doversene mai vergognare dentro un partito.  Ribadì , però, che politica era anche avere a cuore il bene pubblico e l’esercizio della democrazia come diritto di critica.

A testa alta e senza timore ha invitato magistrati, che arrivavano a Stienta con lampeggianti e scorte, politici del livello di Veltroni per parlare di shoah e del sacrificio dei bambini, giornalisti e registi sotto minaccia di frange estremiste, accorgendosi solo dopo, che la Digos era allertata e sorvegliava la riunione.

Candido e trasparente faceva quel che credeva in perfetta buona fede ma con intelligenza e preparazione culturale, soffrendo a volte, per eccessiva modestia, di una inferiorità che nessuno degli interlocutori notava perché Luciano era sempre preparato e serio, a dispetto dell’apparenza da burlone.

Affrontò la shoah con serietà anche maggiore, lasciando alla commozione uno spazio necessario, ma inferiore a quello destinato alla preparazione storica. Da subito iniziò a seguire seminari di approfondimento che lo portarono alla collaborazione con il CDEC (Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano) e con il Memoriàle de la Shoah, tanto che l'”Associazione Il Fiume” è stata citata come esempio di ricerca storica minore che oggi può aggiungere valore alla ricerca degli Istituti e degli storici istituzionali.

Mi chiedo che c’entro io, Luciano Bombarda, che vendo calce e cemento, con questi studiosi” era solito dire, quasi a ridimensionarsi. Luciano era grande e, nemmeno volendo, riusciva a ridimensionarsi.

Memorabili resteranno i suoi rapporti con i testimoni delle vicende che scopriva confrontando racconti orali e documenti d’archivio.  Di tutti loro Luciano diventò il figlio, il fratello, il confidente, la persona gentile che si ricordava di inviare l’sms “sabbat shalom” ogni venerdì e gli auguri nel giorno del compleanno.  

Luciano era lo stesso anche con gli altri suoi ospiti, attaccato alla loro umanità, sensibile ai loro bisogni, prodigo di lettere, telefonate, biglietti di auguri a Natale o nelle date dei riti di religione diversa.

Tutta questa pienezza ora si è trasformata in un grande vuoto, un grande freddo nella vita di tutti.  Quello che con Luciano era eccezione, la vita, ora diventa la regola, la normalità.

Nella foto Luciano Bombarda con il professor Boris Pahor in uno dei loro tanti incontri