03 agosto 2020 – Corrispondenze afghane

“Oltre ad essere creata dall’uomo(..) la guerra ha anche altre caratteristiche che la rendono unica tra i disastri planetari. Alla guerra ci si abitua, la si trasforma in un fatto normale, si riesce persino a dimenticarla, a non farci caso, come per i gesti ripetuti e quotidiani di una vita ordinaria: camminare, andare in bagno, pettinarsi, scendere le scale, respirare.”

Sono tra le parole con cui Nico Piro, reporter di guerra, di quelli che nella guerra ci mettono il naso per provare ad informarci e a scalfire la nostra indifferenza, inizia il suo libro sulla guerra in Afghanistan.

Una guerra dimenticata, come tutte le guerre in cui non muore nessun soldato italiano, una guerra che ogni giorno fa centinaia di vittime civili ma che vengono considerate “effetti collaterali”.

E’ una guerra in cui il governo italiano investe milioni di euro ma che nel balletto delle cifre dei milioni che chiediamo in prestito per risollevare la nostra economia,  non hanno nessuna risonanza.

Non vogliamo dimenticare nessuna guerra e per questo ne parleremo con Nico Piro venerdì 7 agosto  in due appuntamenti che l’Associazione il Fiume ha organizzato in collaborazione con il Gruppo Emergency di Rovigo.

Per tutti gli interessati sarà possibile incontrare Nico Piro alle ore 17.30 a Rovigo presso la Sala della Gran Guardia, e alle

21.00 a Stienta in Località Zampine nello stand degli incontri presso la Festa del PD

In tutte le sedi dell’incontro saranno applicate le vigenti norme di sicurezza, visibili sull’apposita segnaletica.  Sono a disposizione dispenser per l’igienizzazione delle mani all’ingresso.

E’ obbligatorio presentarsi con autocertificazione compilata e firmata,   reperibile all’ingresso. E’ altresì obbligatorio indossare la mascherina protettiva all’entrata e fino al raggiungimento del posto assegnato; può essere tolta durante l’incontro e reindossata al momento di uscire . Il personale di sala si prenderà cura degli spettatori in fase di entrata, uscita e per ogni spostamento e verrà chiesto di dichiarare nome e cognome con e-mail o numero di telefono all’ingresso.

E’ preferibile, visto il numero contingentato di posti,  telefonare ai numeri  339- 1820970 o   437-2466267 per annunciare la partecipazione

12 aprile 2020 – Pasqua del capretto e dell’angelo della morte

Da qualche anno, grazie ad amici veneziani, ho il privilegio di celebrare il séder di Pesach, ossia la cena della Pasqua ebraica, nella ricchezza e allo stesso tempo nella dimensione familiare del suo rito.

Ieri sera (giovedì santo per gli ebrei non per i cristiani a parte chi di religione sa poco) la cena si è svolta via Zoom, una delle tante piattaforme di video chiamate! Nel tempo di Covid-19 anche i riti religiosi si devono adeguare e così l’ebraismo come il cattolicesimo si trasformano in banchi di prova della nostra tecnologia.

La cena di Pasqua, il sèder, viene introdotta da un articolato rituale in cui la lettura dell’Haggada’ racconta della schiavitù in Egitto, delle piaghe mandate al Faraone, della fuga senza possibilità di preparare il pane, non essendoci il tempo per la lievitazione, e del passaggio del Mar Rosso con la liberazione finale. Come sempre la Bibbia è un archetipo che sintetizza la condizione dell’essere umano con i suoi momenti che si ripetono e ne’ caratterizzano l’essenza.

L’uomo è sottoposto a ristrettezze e privazioni per la sua natura terrena che rimanda ad un assoluto in cui tutto viene risolto. Il Santo Benedetto è un soprannaturale che è però tanto vicino all’uomo e lo segue nei suoi passi. Questa circolarità storica ma anche filosofica viene sintetizzata in un canto la Chad Gadya che gli ebrei di tutto il mondo cantano in molte lingue e versioni. Per far capire a tutti di che si tratta basta citare “Alla fiera dell’est” di Angelo Branduardi che ne è la versione pop. I “giudii veneziani” ne hanno una versione in dialetto che narra del “Sior pare che ga compra’ on capretto par on susetto”.   Per legare questo sèder via Zoom  ancor più ai tempi che corrono devo confessare che il 16 febbraio sono stata a Vo’ Vecchio alla presentazione di un libro sulla vicenda delle famiglie ebree padovane internate nella villa Venier dopo l’8 settembre e da qui deportate ad Auschwitz.
Dentro la villa/campo di concentramento,  c’erano alcuni bambini, prigionieri, che nel Capodanno del ‘44 diedero vita ad un piccolo spettacolo basato sul canto del Chad Gadya. Prima di essere deportati e uccisi i bambini di Vo’ rappresentarono quella circolarità del tempo dell’uomo oltre che  del popolo ebraico.

Nella storia tutto si lega e tanto più nell’ebraismo. Dal focolaio di Vo’ (piccolo borgo tra i Colli Euganeii ) è partita una piaga, sotto forma di virus invisibile, che tiene prigionieri i nostri bambini e stavolta non sono stati i Babilonesi o i Nazisti ma la natura stessa che ha colpito l’uomo duramente.
La coincidenza mi ha colpito e accompagnato in questo tempo speciale.  Da Vo’ Vecchio, alle piaghe, al canto che cura, alla prigionia, alla liberazione per alcuni ma anche alla morte per quei bambini di Vo’, tutto si tiene nel mondo e si ripete.

Il soprannaturale si offre come elemento salvifico e preannuncia, sia per gli ebrei che per i cristiani, il tempo dell’uscita dalle strettezze della schiavitù con un passaggio e una resurrezione a nuova libertà. La Resurrezione (Scrovegni)" di Giotto

31 gennaio 2020 – Sopra le nostre teste aleggia lo stesso fumo

Al teatro “Rossi” di Costa di Rovigo, per l’appuntamento annuale della Giornata della Memoria, abbiamo assistito ad un reading teatrale che l’attore Mario Palmieri ha inscenato con la collaborazione di  due giovani attori, Alberto De Gaspari e Silvia Ruberti.

Non è nostro costume parlare di memoria usando la spettacolarizzazione della Shoah ma abbiamo voluto fare un’eccezione in questa occasione perché lo spettacolo non è stato che  narrazione attraverso le parole di Elie Wiesel , di Primo Levi e di Anna Frank.

La capacità interpretativa di Mario Palmieri ha introdotto il pubblico nell’atmosfera della cittadina di Sighet che assiste, senza voler capire, al dramma della deportazione progressiva di tutti gli ebrei del luogo. Una serie angosciante di lunghe notti si succede nei pochi anni della vicenda di Elie Wiesel ragazzo. Il giovanissimo ebreo devoto e studioso della Torah,  sale tutti i gradini della disperazione dalla deportazione, attraverso la morte della madre e delle sorelle, fino alla morte del padre che era stato motivo per lui di resistere e sopravvivere.   Elie Wiesel e Primo Levi scrivono la loro esperienza senza aggiungere pathos a quando la realtà già esprime, straordinari narratori, rendono la pura realtà un romanzo ma a sua volta  il romanzo non si scosta dalla cronaca della realtà.

Narratori straordinari e con loro la giovanissima Anna Frank, ci hanno fatto emozionare lucidamente leggendo le loro opere e ancor più ascoltandole dalla voce degli attori che hanno impersonato per due ore buone le loro vite.

17 gennaio 2020 – I nostri contributi per la Memoria della Shoah

Questo il programma dell’Associazione Il Fiume dei prossimi giorni:

24/1 – RovigoIstituto Comprensivo Rovigo3 – Scuola secondaria “Casalini” ore 9.00- M. Chiara Fabian ripercorrerà le date del secondo conflitto mondiale attraverso la storia di Manfred Buchaster detto “Manni”

26/1 – Guarda Veneta Biblioteca comunale – ore 10.30 – Tommaso Begotti relazionerà su
“Le leggi razziali nel Polesine e le loro conseguenze sulla vita degli ebrei. Il caso della famiglia Blaufeld rifugiata a Rovigo”

27/1 – Provincia di RovigoSala Consigliare– ore 10.00 – Cerimonia ufficiale alla presenza delle Autorità – Drammatizzazione da parte dell’Istituto Tecnico “G. Bernini” delle vicende di Virginia Usigli ebrea di Rovigo colpita dalle leggi razziali . Con la collaborazione dell’Associazione Tera da mar.

27/1  Adria – Sala Cordella – ore 18.00 – presentazione del libro “Siamo qui solo di passaggio… La persecuzione antiebraica in Polesine 1941-1945” a cura di M. Chiara Fabian

27/1 – Occhiobello Sala Consigliare– ore 21.00-

CONSIGLIO COMUNALE APERTO PER IL CONFERIMENTO DELLA  CITTADINANZA ONORARIA A LILIANA SEGRE con intervento di M. Chiara Fabian su internamento libero e persecuzi.one antiebraica “La famiglia Wonsh a Occhiobello”

29/1 – San Martino di VenezzeCentro Polivalente Forum San Martino– ore 21.00, M. Chiara Fabian presenterà il libro “Siamo qui solo di passaggio… La persecuzione antiebraica in Polesine 1941-1945”

29/1 – Rosolina – Biblioteca – ore 20.30 il dottor Andrea Sensidoni parlerà di “Medicina ed etica ai tempi del nazismo. Dal giuramento di Ippocrate al Codice Deontologico”.

La Biblioteca Marciana – Venezia

30/1 – VENEZIA- Biblioteca Marciana – ore 17.30

con Vittorio Zaglia, Daniele Ceschin, Antonio Spinelli e Maria Chiara Fabian si parlerà dei salvati tra gli ebrei internati nelle provincie di Treviso Vicenza e Rovigo nel primo di una serie di convegni sull’internamento libero in Italia

31/1  Costa di Rovigo – Teatro Mario Rossi – ore 20.30- “Sopra le nostre teste aleggia lo stesso fumo…” – Reading Teatrale di Mario Palmieri  . Un cammino alla ricerca di echi e voci, di volti e storie che lascino spalancate le finestre della nostra coscienza sull’orizzonte della storia umana attraverso le parole di Elie Wiesel e Primo Levi

2020- Appuntamenti per il nuovo anno

Gli avvenimenti che si succedono nel nostro paese hanno come substrato comune un inasprimento dei toni della lingua che è stato sdoganato negli ultimi vent’anni.  Nei programmi televisivi si è visto e si vede di tutto. Ormai accanto ad alcune voci sbraitanti che ottengono un certo successo, se ne affiancano altre che sperano di avere lo stesso successo e hanno come obiettivo non far parlare l’interlocutore. E’ venuto per fortuna il moto salvifico delle “sardine” una aggregazione di piazza come non si vedeva dagli anni ’70, che attraverso i social (Facebook soprattutto) ha riportato le persone umane (e non è una tautologia ma un binomio di senso) ad aggregarsi sotto la guida di giovani leader che non cercano un posto di lavoro ma vogliono un cambio del linguaggio nella forma e nella sostanza.

Come Associazione il Fiume ci sentiamo un pò “sardine” ante litteram perché , come diceva Luciano Bombarda, le parole hanno sempre avuto un peso per noi e abbiamo cercato la verità del documento rispetto alla potenza dell’emozione e del prendere per lo stomaco i nostri amici.  Niente violenza, appello alla Pace e a tutto ciò che significa collaborazione e cooperazione e in questo segno vogliamo continuare ad operare.

Il lungo silenzio del sito è stato anche pausa di riflessione rispetto al troppo urlare che ci circonda.