4 Giugno 2010 – LA MEMORIA FATTA SEGNO VISIBILE

Da alcuni anni in Europa, e da febbraio anche in Italia, ha preso vita il progetto dell’artista tedesco Gunter Demnig chiamato “Stolpesteine” ossia, nella traduzione italiana, “pietra d’inciampo”.
L’artista tedesco supportato da associazioni di appassionati del recupero delle tracce minime della storia contemporanea, ha studiato una piccola lastra in ottone della forma di un cubetto di porfido che riporta nomi, dati anagrafici e data della deportazione di persone perseguitate dal nazismo, condannate alla deportazione e quasi sempre alla morte.

Falek

La prima posa di queste significative targhe è stata a Budapest nell’aprile del 2007, di fronte alla casa di tre ebrei ungheresi, l’ultima venerdì 4 giugno 2010 a Lipsia in memoria della famiglia Buchaster e della famiglia Falek.

La toccante cerimonia ha coinvolto Sandy Speier Klein da New York, Faye Faber da Londra, e Zvi Nathan Buchaster da Tel Aviv, che hanno deposto nelle strade di Lipsia, da dove avevano origine le loro famiglie, le pietre d’inciampo in memoria dei nonni.
Le vicende della famiglia Buchaster sono state oggetto di ricerca da parte de “Il Fiume” e l’Associazione era presente per onorare la memoria di tedeschi perseguitati in quanto ebrei, costretti alla fuga in Italia da dove non riuscirono purtroppo a raggiungere la salvezza.
La famiglia Buchaster era internata a Costa di Rovigo e con questo piccolo paese della provincia di Rovigo i discendenti hanno istaurato un rapporto speciale, tornando più volte per le celebrazioni della Giornata della Memoria.
Il comune di Costa ha titolato la sua piccola ma bella biblioteca a Manni Buchaster, il fratello per parte di madre (Paula Falek) di Sandy Speier Klein, che a 6 anni fu nascosto dalla famiglia Giuriola fino a che i tedeschi non fecero la retata dopo la quale si sono perse le sue tracce.

Buchaster

L’Associazione Stolpestein che ha sede in Germania, ha fino ad ora posto circa 20.000 lastre commemorative con cerimonie di grande semplicità in cui alla presenza dei parenti, gli operai del comune posano i cubetti di ottone, il responsabile locale dell’associazione correda il tutto con la lettura delle notizie sulla sorte della famiglie e un musicista sottolinea con un brano musicale la fine dell’evento.
Semplice, significativo e toccante, poche parole vere e si fa memoria.