09 febbraio 2015 – LE COMPLESSE VICENDE DEL CONFINE ORIENTALE

libro cattunar
libro cattunar

Ormai da qualche anno  ci occupiamo del “Giorno del ricordo” delle vittime delle foibe, degli esuli giuliano dalmati e delle vicende del confine orientale, provando a fare un lavoro di divulgazione delle vicende storiche e non una mera celebrazione.

Per raccontare un’aspetto particolare della storia “delle vicende del confine orientale”, che sta nello spirito e nel testo della Legge con cui è stata istituita questa giornata, abbiamo chiamato come relatore Alessandro Cattunar,  storico laureato  all’Università di Bologna.

L’autore, figlio di esuli istriani, fondatore e membro di una associazione culturale che si chiama “47/04” ( le due date simbolo della storia contemporanea dell’area del goriziano) ha studiato con attenzione l’evoluzione e il fluttuare dei confini di quello che per noi è Oriente ma per il mondo slavo è invece l’Occidente, ossia quella fascia contesa tra Italia ed ex Jugoslavia che tante lacerazioni ha prodotto nei secoli.

Il libro che ha scritto e presentato si intitola “Il confine delle memorie” ed è una raccolta di interviste di oltre 50 testimoni  italiani e sloveni che hanno vissuto gli anni dal ‘22 al ’47. Attraverso la lettura delle interviste si comprende come le vicende vengano elaborate in modo diverso dalle persone appartenenti alle due comunità.  Se , infatti, si può condividere la storia e le sue vicende perché date e documenti sono inequivocabili, non è facile condividere le memorie che sempre rappresentano un punto di vista individuale.

Non è sufficiente l’una senza le altre e viceversa, ma la memoria va inserita in una griglia di punti di riferimento perché prenda forma e sia di utilità generale.      Ed inoltre esistono differenti memorie nelle stesse comunità omogenee, quelle delle vittime e quelle  dei persecutori che vanno entrambe conosciute per dare forma al quadro generale.

scuola media di Costa di Rovigo
scuola media di Costa di Rovigo

La cosa bella è che la complessità di vicende che coinvolgono tanti attori, ciascuno con un ruolo e una propria ragione, può essere raccontata e fatta comprendere anche a ragazzini digiuni di vita e di conoscenze  se chi la presenta ha capacità e onestà di comunicazione.

E’ stato sorprendente vedere come tra i ragazzini delle medie di Costa di Rovigo, Alessandro Cattunar sia riuscito a mettere ordine e far capire.  Esplicitare l’esperienza della guerra, spesso sottintesa quando si parla con adulti, ma base imprescindibile per i suoi effetti oltre che per indagare le cause di ogni avvenimento, è stato indispensabile per dar modo ai ragazzi di comprendere.

alla scuola media di Costa
alla scuola media di Costa

Il relatore ha portato pian piano i ragazzi ad interrogarsi sulle dinamiche che scattano quando due contendenti si affrontano.   Dalle epiche battaglie omeriche ad oggi le guerre  portano conseguenze nefaste che rendono però più comprensibili e contestualizzabili atti scellerati come le vendette e le violenze.  Ad azioni violente seguono reazioni sempre più violente ed è stato utile interrogarsi sulle ragioni che spinsero l’esercito italiano a perseguitare civili inermi alla ricerca dei partigiani, alle quali seguirono vendette esercitate dagli stessi partigiani che non avevano i mezzi, il tempo e forse nemmeno la voglia di giudicare con i metodi democratici.

L’impressione è che i ragazzi portati al ragionamento siano riusciti a capire cose che altri, anche adulti, nemmeno vogliono chiedersi.

Per dar senso a quel “mai più” che ripetiamo sempre come un refrain di fronte alla storia passata, crediamo che la cosa migliore non sia celebrare i morti ma dare ai vivi gli strumenti per non ripetere gli stessi errori.   I popoli non vogliono la guerra ma vi sono costretti dagli aut aut del potere. Nel caso di Gorizia poi dice Cattunar  “ l’esperienza della pacifica convivenza sembra essere propria non solo della generazione dei padri e dei nonni che avevano vissuto sotto l’Impero Austro-ungarico, ma anche di coloro che erano nati sotto il Fascismo …. ed è significativo il fatto che quasi tutte le persone intervistate si soffermino a lungo sulla descrizione di un periodo in cui ”si era tutti goriziani”.

Non sono mancate le soddisfazioni quindi, e la consapevolezza di aver fatto un buon lavoro nei confronti di chi si è fermato in Feltrinelli catturato dalla passione dell’autore, degli amici che ci hanno raggiunto in Biblioteca Buchaster a Costa di Rovigo ma soprattutto di ragazzini nati un secolo dopo i fatti.

in libreria Feltrinelli Ferrara
in libreria Feltrinelli Ferrara
in Biblioteca Buchaster
in Biblioteca Buchaster