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Si ha democrazia quando il popolo può controllare l’operato del governo: accetterò il controllo del popolo, ho bisogno dell’energia del popolo, voglio ascoltare la voce del popolo.
Aung San Suu Kyi, 14 novembre

5 giorno- Il commiato

         luciano Bombarda
 
Luciano Bombarda è stato accompagnato da una folla di amici nel suo ultimo viaggio, martedì 22 gennaio 2013, dopo una cerimonia civile tenutasi nel Palazzetto dello Sport di Ficarolo

Una cerimonia semplice a cui molti amici hanno partecipato, ma molti altri ancora, sparsi per il mondo, non sono riusciti a salutare Luciano, pur essendo presenti con il cuore e con la mente. Hanno parlato di lui il sindaco di Ficarolo, i Sindaci di Stienta e di Costa Fabrizio Fenzi e Antonio Bombonato, legati a lui dalla condivisione delle ricerche e dell’attività de “Il Fiume”.   Il fratello Antonio ha ringraziato chi si è impegnato nelle ricerche dopo la scomparsa e chi ha dato sostegno alla famiglia.

Non si è sottratta al ricordo della personalità di Luciano nemmeno Tiziana Virgili, Presidente della Provincia di Rovigo, vicina a Luciano per le molte iniziative pubbliche condivise e, per finire, il presidente dell’Archivio di Rovigo, Luigi Contegiacomo ne ha tracciato la figura di appassionato e rigoroso ricercatore, seppur senza titoli accademici e investiture ufficiali.

L’accento è stato messo su Luciano e il suo rapporto con la “Shoah”, ma è stato anche citato, forse non abbastanza, il suo contributo alla vita politica e culturale di questa parte di territorio in cui ha portato Don Andrea Gallo, Antonio Ingroia, Vittorio Agnoletto, Giancarlo Caselli, Piero Grasso, Walter Veltroni, Paolo Rumiz, Marco Travaglio, Boris Pahor e tantissimi altri scrittori, storici, giornalisti a presentare i loro lavori.    Citarli tutti è difficile e l’ultima, in ordine di tempo è stata Luciana Castellina che, purtroppo,  lo ha conosciuto solo attraverso le e-mail che si sono scambiati nel corso di un anno di “corteggiamento”.

Il suo scopo era risvegliare le coscienze distratte e sopite da anni di delusioni e di riflusso, a qualsiasi forma di lotta pacifica contro una società malata di qualunquismo ed egoismo.  

Prestando ascolto qua e là, tra i gruppetti, è emerso che ciascuno dei presenti aveva un pezzo del suo Luciano e forse perché diviso in tante parti, tra i suoi amici, sembrava impossibile che potesse essere racchiuso in quella semplice bara coperta dalla bandiera della pace e da un drappo di Emergency.

Le note di “La vita è bella”, hanno chiuso il rito, ma forse la vita è bella per chi, come la maggior parte delle persone, non è così sensibile e si fa corazza di un po’ di egoismo ed ignoranza.

Peccato che Luciano non sia stato così.

Luciano a Berlino nel Holocaust Mahnmal

4 giorno – Emergency

Luciano Bombarda

Luciano Bombarda ha fatto politica come militante del PCI impegnandosi fino al midollo, in un paese che piano piano ha girato la barra a destra. La sua delusione per non poter migliorare la società nemmeno nel suo piccolo, lo ha portato, come tanti, a scegliere la strada dell’impegno nell’associazionismo. Ha iniziato a partecipare e a promuovere iniziative pubbliche per la pace, i diritti civili e la difesa delle garanzie per i più deboli e, tra le molte associazioni possibili, ha scelto Emergency.  Con Nunzia Baglivo e Luigi Liaci è stato uno dei primi aderenti al Gruppo Emergency di Rovigo e fin da subito ha trainato e animato le riunioni in memorabili testa a testa con il capo di turno, sempre critico ma allo stesso tempo propositivo e lavoratore. Si propone come relatore nelle scuole dove si divertiva a sottolineare il contrasto tra un “Bombarda” che parlava di mine e poi invitava alla pace. 

Se qualcuno aveva dubbi e incertezze era compito suo dare la spinta, facendosi carico con forza e determinazione della maggior parte del lavoro per non lasciar cadere i progetti e arrivare all’obiettivo.

Aveva scelto Emergency perché organizzazione snella, senza pesi amministrativi e burocratici, in cui ognuno metteva del suo senza chiedere niente, con tutto il ricavato che va nei progetti, e in questo Emergency gli calzava perfettamente.

Non gli interessava comparire e fare protagonismo, ma protagonista lo diventava comunque per la sua carica vitale e la comunicatività; fare i banchetti con lui era uno spasso, conosceva tutti e, se non offerte, finiva per recuperare attenzione e far conoscere l’Associazione.

Il suo ultimo impegno è stata l’organizzazione della cena con Cecilia Strada, rincorsa per un anno e finalmente ospitata ad ottobre 2012 a Castelmassa assieme all’Associazione Accendere. Come sempre Luciano aveva portato gli ospiti alla cena, chiamandoli e invitandoli ad uno ad uno, anche dai posti più lontani, per l’atto fondamentale della condivisione e della convivialità.

Nella foto Luciano Bombarda circondato da alcune delle donne di Emergency, ad un memorabile banchetto a Villa Beatrice nel luglio del 2011 per lo spettacolo di Marco Paolini.

3 giorno – La Ricerca

foget us not

La sensibilità di Luciano Bombarda è stata toccata profondamente dalla Shoah, lo sterminio del popolo ebraico e delle altre minoranze compiuto dal Nazismo durante la II Guerra Mondiale.
Aveva iniziato ad informarsi e a conoscere attraverso la produzione letteraria e filmica, all’inizio da profano, in seguito con sempre maggior serietà, frequentando seminari e viaggi verso i luoghi della memoria.

In un viaggio ad Auschwitz conosce Shlomo Venezia, ed entra nella sua vita con il solito impeto a cui non si può resistere, diventando, piano piano, una figura importante per uno degli ultimi sopravvissuti del Sonderkommando di Auschwitz e di sua moglie Marika Kaufmann.

Accanto alla conoscenza della Shoah europea scopre che anche in 19 paesi del Polesine oltre che nella sua Ficarolo, sono stati internati cittadini stranieri di origine ebraica. La scoperta è di quelle che cambia la vita perchè gli elenchi e i nomi, trovati negli archivi dei comuni, del carcere e delle istituzioni preposte, nelle sue mani diventano persone con delle storie e dei volti!

Nel 2007 la Provincia di Rovigo è partner in un progetto Europeo dal titolo “Forget us not” che ha lo scopo di parlare alle giovani generazioni europee delle vicende comuni della II Guerra Mondiale.

Il Fiume, già in pieno lavoro di ricerca, viene scelto per rappresentare la Provincia. La gioia di Luciano è grande ma accetta con timore e reverenza di rappresentare Rovigo negli altri due paesi coinvolti, Grecia e Polonia.

Grazie a Luciano la delegazione di Rovigo porta nel 2007 Shlomo Venezia a Salonicco la sua città natale, e luogo da cui era stato deportato, come ospite d’onore al convegno dedicato. Grande successo dell’evento ma anche momento di gioia e orgoglio per avere l’occasione di visitare la città con Shlomo Venezia in buona forma e guida d’eccezione, oltre alla possibilità di far conoscere ad un pubblico più ampio, il lavoro dell’Associazione Il Fiume dedicato allo studio e diffusione delle vicende della Shoah in Polesine.

 

Nella foto la delegazione italiana con l’allora assessore ai “Diritti Umani e Pace”, Tiziana Virgili, Shlomo Venezia e la moglie Marika

 

2 giorno – Il rugby

Club Bersaglieri

Nell’occasione del 9° scudetto della Sanson Rovigo, aprile del 79, una foto in bianco e nero incornicia il giovane Luciano che tiene in mano lo striscione, circondato dagli amici più cari in un momento di grande felicità.
Non c’era sport più adatto a Luciano del rugby. Uno sport per duri e lui era un tenero, ma uno sport per persone intelligenti e corrette. Sport complicato nelle regole, ma rigoroso nella loro applicazione e rispettoso delle decisioni arbitrali, allo stesso tempo aperto all’amicizia che ha il suo momento magico nel terzo tempo. Il fisico di Luciano, alto e magro da sempre, non era adatto alla pratica, ma quando si appassionò a questo sport nessuno poteva tenerlo dal partecipare alla vita dei tifosi e degli appassionati!  

Rovigo aveva la fortuna di una squadra di livello alto, l’allora “Sanson”, da sempre rivale dei padovani del “Petrarca”. Luciano da subito aderì al club Bersaglieri Bar del ponte di San Sisto (un bar di Rovigo che era punto di incontro della tifoseria) che aveva il motto delle 3 P:  “Pulmann, Pranzo e Partita”. E’ facile, per chi lo ha conosciuto, immaginare Luciano immerso in questa atmosfera, con gli amici della giovinezza rimasti tali per tutta la vita. Nonostante la rivalità sportiva riusciva a intrecciare legami anche con i “petrarchini” i rivali padovani, stemperando il clima e ridendo di gusto, di loro, ma anche con loro.  Fino all’impegno per costruire una nuova squadra, per creare una nuova famiglia, a Badia Polesine. Molti lo ricorderanno a lungo come dirigente, amico, autista, pagliaccio, manovale, guida turistica, ecc ecc ecc

 

1 giorno – “Il Fiume”

         Luciano Bombarda

Luciano Bombarda ha fondato l’Associazione il Fiume con sede a Stienta con un gruppo di amici che condividevano il suo impegno culturale e politico. L’impegno politico, mai abbandonato, si è arricchito della studio della shoah che ha colpito anche la provincia di Rovigo, negli anni della seconda Guerra Mondiale, attraverso la ricerca sull'”internamento libero” in 20 comuni del Polesine.
La ricerca sulla Shoah in Polesine è ancora in atto ma i suoi contenuti sono stati divulgati in numerosi incontri con le scuole e le associazioni, in occasione della Giornata della Memoria, in cui “Il Fiume” ha fatto spesso la parte del leone, lavorando non sulle emozioni ma sulla conoscenza rigorosa di fatti storici documentati.
 
Il nome tutto sommato banale dell'”Associazione Il Fiume”, è legato alla vicinanza del Po, che segna come lunga linea orizzontale tutta la provincia di Rovigo, ma anche all’immagine del Fiume come un grande contenitore di ogni contributo che le acque di mille affluenti vi possono portare.
Ed infatti l’Associazione Il Fiume è stata arricchita negli anni da una fiumana di contributi di persone, vicine e lontane,  che ancora sono strette l’una all’altra da una energia derivata dal suo fondatore.

Cercheremo di postare i momenti più felici di Luciano in mezzo ai suoi amici, tra impegno politico, passioni sportive, amore per la diffusione dei valori principali che arricchiscono l’umana convivenza e culto dell’amicizia.
Nella foto sopra il Presidente fa da istrione in una gita sul Delta del Po, nei luoghi che amava sempre mostrare e far conoscere ai suoi ospiti con insistenza quasi ossessiva, anche sottoponendoli a viaggi lunghi e pieni di tappe tra palazzi e ville, luoghi di eccidi, ecc ecc, la storia, insomma, nei luoghi della storia.