Da circa un anno ad Adria si è costituito un “Comitato pietre d’inciampo” con lo scopo di rendere concreta e percorribile nel territorio, la memoria della persecuzione antiebraica in provincia di Rovigo. La pubblicazione “Siamo qui solo di passaggio” (Panozzo editore, 2015) a cura dell’Associazione il Fiume ( scritto da Alberta Bezzan e Chiara Fabian collaboratrici con altri amici e ricercatori della ricerca di Luciano Bombarda) è l’esposizione di questa persecuzione e sicuramente renderla memoriale sarebbe stato il sogno di Luciano, un sogno di cui non ha potuto vedere nemmeno l’inizio con le pietre posate a Costa di Rovigo alla presenza di numerosi ospiti tra i quali i discendenti della famiglia Buchaster.
Il “Comitato pietre d’inciampo” di recente costituzione, ha in Monica Stefani l’anima e Presidente, e si vale di collaboratori e soci che vogliono aderire all’associazione con lo scopo di prendere in mano e ampliare la ricerca terminata nel 2015 procedendo alla posa delle pietre d’inciampo per tutti gli ebrei arrestati e condotti ad Auschwitz dalla provincia di Rovigo.
Nel Direttivo figurano il prof. Paolo Rigoni, l’avv. Roberta Paesante e Corrado Franzoso presidente dell’ANPI di Adria e tra i soci anche l’Associazione Il Fiume ha un ruolo nella organizzazione di eventi ed approfondimenti concretizzatisi in un seminario per docenti a dicembre 2022 e nella messa a punto della posa delle pietre d’inciampo nel territorio di Adria prevista per i prossimi mesi.
Dopo le prime pietre d’inciampo di Costa di Rovigo e di Rovigo è ad Adria e Papozze che verranno ricordati gli ebrei perseguitati e assassinati dai nazi-fascisti ed in particolare Anselmo Ravenna su cui si accanì la volontà dello stato di privare lui e la famiglia dei beni prima della deportazione ad Auschwitz. Per il comune di Papozze verranno ricordati i membri della famiglia Moskovic, il padre Felix e i figli Viera e Julius che erano ospitati dalla famiglia Modonesi in una grande casa azzurra nella golena del Po.
La realizzazione di una opera d’arte totale come si possono definire le pietre d’inciampo ( piccoli cubetti di ottone con inciso il nome dei deportati, la data di nascita e quella di deportazione e morte se conosciuta) è uno dei più vasti memoriali della Shoah per il numero e la diffusione nei paesi di tutta Europa e dovrebbe essere un monito a chi pensa che la guerra sia ancora un mezzo per confrontarsi tra esseri umani incasellati in Nazione.
Il suo autore Gunter Demming ha il controllo, con la fondazione dedicata, della realizzazione e della posa che devono avvenire con determinate caratteristiche, e anche se vi è chi ne fa l’imitazione appropriandosi di una idea a tutti gli effetti protetta da copyright, la cerimonia ormai ha un valore universale e rappresenta un momento per sensibilizzare i giovani su uno sterminio che non ha avuto eguali nella storia.