6 luglio 2023 – DELLA PERDITA DI ELISABETTA CROCCO E DINA KATAN BEN ZION

La perdita è una costante della vita umana.

Fare nuove amicizie, trovare persone disposte a collaborare per passione condivisa, incontrare umanità di grande valore, capita nel percorso di un individuo ed anche di una associazione. Quando però queste persone si perdono per motivi che dipendono dal destino comune dell’uomo, si fatica a pensare che saranno sostituite e infatti nessun individuo viene sostituito.

Rimane un vuoto, un interstizio tra le parti che resta sempre presente, come il vuoto tra le palline in un contenitore, così è per ogni amico del Fiume che perdiamo, come Elisabetta, mancata ad aprile, silenziosa e umile giovane avvocato appassionata di storia e delle storie che abbiamo raccontato. Ha collaborato con il Fiume da dietro le quinte a molte iniziative e anche se ha avuto modo di frequentare Luciano Bombarda per poco tempo, aveva stabilito con lui un forte legame (“inevitabile” dirà chi lo conosceva). Entrata nel direttivo del Fiume ha partecipato come e quando poteva, ma dando sempre il suo appoggio morale e culturale come persona che sapeva tradurre il greco a vista e passare dal francese all’inglese con qualche punta di tedesco, instancabile lettrice e amica.

Con lei vogliamo ricordare un’altra cara amica scomparsa da pochi giorni, Dina Katan Ben Zion. Dina è giunta a noi attraverso Joseph Papo Ben Zion, uno dei Ragazzi di Villa Emma scampato alla Shoah grazie all’aiuto della cittadina di Nonantola.

Li abbiamo raggiunti, marito e moglie, a Tel Aviv più volte per scoprire che accanto a Jozy una donna più giovane lo accudiva ma allo stesso tempo questa donna scriveva e traduceva in ebraico le opere degli autori jugoslavi più famosi. Dina era fuggita da Sarajevo salvandosi dalla persecuzione degli Ustasa ma non aveva mai dimenticato la lingua madre, il serbo-croato, che aveva coltivato leggendo Ivo Andric, Danilo Kis e altri autori a noi meno noti. Frequentando l’Università era diventata a sua volta insegnante ma soprattutto traduttrice per Israele del “Ponte sulla Drina” ed altri capolavori. Si è spenta pochi giorni fa lei che doveva per età anagrafica sopravvivere a Joseph e accudirlo.

Che la terra sia loro lieve.

Da sinistra Dina Katà ben Zion con Joseph e Chiara Fabian a Belgrado per un seminario sulla letteratura dell’ex-Jugoslavia
Elisabetta Crocco