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Silvana Calvo a Stienta e Rovigo per la Giornata della Memoria 2015

E’stato molto interessante il doppio incontro con Silvana Calvo, l’insegnante di Locarno che negli anni della pensione si è dedicata a studiare la storia di aspetti importanti della  politica svizzera negli anni ’30 e ’40.  I temi trattati, presenti in testi svizzeri di lingua tedesca ma non sviscerati in tutti i loro aspetti, hanno fornito ad appassionati e studiosi alcuni dati importanti.

1938 anno infame libro di silvana calvo
1938 anno infame libro di silvana calvo

Nel libro presentato, ma anche nel precedente “1938 Anno infame”, l’autrice analizza i documenti degli archivi cantonali e centrali dello stato (per lo più in rete e facilmente consultabili in Svizzera) e ne filtra le disposizioni sull’accoglienza ai profughi ebrei e non, mettendovi a fianco la lettura dei quotidiani della svizzera italiana.

A leggere ora quegli articoli dei quotidiani si ha l’impressione che tutto fosse conosciuto, specie nella Svizzera tedesca che aveva più accesso ai documenti e alle fonti tedesche dirette. Tutti sapevano delle persecuzioni e dei massacri ma la paura di essere coinvolti nella mattanza teneva i cittadini e i governanti del piccolo stato, attaccati strenuamente ad una neutralità che era più di facciata che di sostanza. La Svizzera faceva in realtà da fabbrica di armi per la Germania, faceva da portafoglio per i marchi tedeschi e garantiva le transazioni con l’estero anche se in teoria c’era una sorta di embargo verso la Germania. Non ultimo in Svizzera la Germania  inviava i beni, le opere d’arte il denaro derubato agli ebrei e gli ebrei stessi erano costretti a svendervi i loro beni per evitare di perderli del tutto.

E’ storia nota, certo, ma leggere gli articoli dei giornali fa muovere un parallelo con quanto succede anche oggi.                 Leggiamo tutti i giorni le stragi di Boko Aram, vediamo in diretta le decapitazioni dell’ISIS e ci sentiamo impotenti perché invochiamo la pace e la diplomazia come strumento necessario per ottenere una pace giusta. Inoltre ci chiediamo se, e con che diritto, governi di uno stato si possano intromettere in dinamiche interne ai conflitti etnico-religiosi di altri stati senza che sia visto come ingerenza indebita.

Fossimo oggi davanti ad un governo come quello nazista cosa faremmo che non sia stato fatto allora?

Davanti agli integralismi e ai conflitti attuali cosa stiamo facendo?

le ragazze in gita al Praticello del Gruetli lago dei quattro cantoni
le ragazze in gita al Praticello del Gruetli lago dei quattro cantoni

Interrogativi che hanno risposte complesse e articolate, forse ma che nella Svizzera del 1942, anno in cui Hitler pianificò l’uccisione sistematica di 6.000.000 di persone, suscitò l’indignazione di 22 ragazzine di scuola media che presero carta e penna e scrissero al loro capo dello stato.

Saper leggere la storia non insegna a trovare risposte univoche ma almeno consente di mettere in luce le dinamiche, prevedere le reazioni e, chissà, migliorare piano piano le coscienze dei ragazzi che almeno un po’ di cultura possono permettersela.

Consigli per la lettura:

Silvana Calvo, “ 1938 Anno Infame  Antisemitismo e profughi nella stampa ticinese” , I libri di Olocaustos, Edizioni Dell’Arco , 2005

“Ad un passo dalla salvezza. La politica svizzera di respingimento degli ebrei durante le persecuzioni 1933-1945” ,  Silvio Zamorani Editore, Torino 2010

7 gennaio 2015 – In preparazione della Giornata della Memoria

L’odierna strage di Parigi in cui un  “kommando” di tre estremisti di matrice islamica ha ucciso dodici persone, in particolare illustratori satirici molto noti, rischia di diventare una miccia innescata che può esplodere con conseguenze molto gravi.                                                         Non a caso la Lega Nord suggerisce subito misure che poca relazione hanno con quanto accaduto in Francia ma fanno un buon effetto; il controllo dei profughi, lo stop all’emigrazione, il controllo dei luoghi di riunione e preghiera mussulmani.

Individuare un nemico ideologico non serve se non ad aumentare consensi e voti, meglio  utilizzare gli strumenti già in possesso delle forze di polizia per effettuare controlli o fermi e prevenire attentati che da sempre si verificano  vuoi ad  opera di elementi separatisti,  integralisti oppure della delinquenza comune. Analisi approfondite vengono fatte da autorevoli giornali, commentatori politici, media televisivi e dagli stessi Governi europei coinvolti da attentati che  fanno vacillare la sicurezza in cui l’Occidente si culla dal dopoguerra.

In vista della prossima Giornata della Memoria noi proviamo a rispondere con la conoscenza di come la storia storia si ripete, non nei fatti ma nelle reazioni e  ci sembra calzante citare un passo del libro di Silvana Calvo “Ad un passo dalla salvezza. La politica svizzera di respingimento degli ebrei durante le persecuzioni 1933-1945” che l’autrice presenterà per l’Associazione il Fiume nei prossimi giorni.

ad un passo dalla salvezza
ad un passo dalla salvezza

Ventidue ragazzine di una scuola media di Rorshach in Svizzera ai confini con Austria e Germania,  nel settembre del 1942 scrivono una lettera al Consiglio Federale a Berna in cui lamentano il respingimento degli ebrei che fuggivano le persecuzioni razziali della civilissima Germania, con queste parole: “…Non ci saremmo mai immaginate che la Svizzera, l’Isola di pace che pretende di essere misericordiosa, avrebbe ributtato come bestie oltre la frontiera questi miseri esseri infreddoliti e tremanti”

Il Consigliere Federale svizzero Von Steiger, reagisce alla lettera inviata e firmata, in modo veemente e sproporzionato con una risposta dai toni infastiditi diretta alla piccola Heidi Weber e della quale riportiamo un brevissimo passo:

“Sai che finora sono stati spesi per i profughi più di 17 milioni di franchi?….Sai che prevediamo una futura disoccupazione? Sai che se accogliamo altre migliaia di profughi ognuno di essi vorrà e avrà bisogno di lavorare…. Sai che da noi si infiltreranno elementi ambigui? Che tra questi profughi abbiamo trovato spie e agenti stranieri….”

Parole la cui  eco  arriva ai giorni nostri  dagli schermi delle tv in cui si commentano i fatti tragici.

Nella crisi dell’ economia e dei valori su cui  poggiava la società occidentale,  emerge e domina la paura. Nel razionale occidente che sta percorrendo la difficile via della democrazia e della laicità basta un niente per ritornare indietro sulla carta della civiltà.

Per contro segnaliamo le nostre attività per la Giornata della Memoria, un modesto contributo alla conoscenza delle storie e alla diffusione della cultura.

12 gennaio 2015 – Stienta –  Aula magna delle Scuole Medie, ore 21.00–  presentazione libro  “A un passo dalla salvezza” relatrice l’autrice Silvana Calvo

13 gennaio 2015 – Ferrara – Aula Magna Istituto Tecnico L.Einaudi – via Savonarola (FE), ore 10.00  presentazione libro  “A un passo dalla salvezza” relatori l’autrice Silvana Calvo e  M.Chiara Fabian  dell’ Associazione il Fiume Stienta.

22 gennaio 2015  – Stienta e Ficarolo (RO) – Aula magna Scuole Medie ore 10.00,  “La shoah in Italia e nel Polesine: il ruolo dei giusti”  relatore  Luciano Caro rabbino di Ferrara, con Franco Levi, figlio di Bruno Levi ucciso ad Auschwitz,  M. Chiara Fabian e le prof. M. Carla Garbellini e Alessandra Peccini

la scala della morte
la scala della morte

23 gennaio 2015 – Amministrazione di Costa di Rovigo –  Biblioteca “Buchaster” ore 21.00 – “La scala della morte” l’autrice Grazia di Veroli con M.Chiara Fabian dell’Associazione Il Fiume presentano il libro sulla storia di Mario Limentani, ebreo catturato a Roma e internato a Mauthausen.

24 gennaio 2015 – Liceo Artistico B. Munari di Castelmassa (RO) e Comune di Castelmassa ore 10.30 – Teatro Cotogni   Via C. Battisti,  presentazione del libro “La scala della morte. Mario Limentani da Venezia a Roma via Mauthausen” sulla vicenda di Mario Limentani sopravvissuto a Mauthausen,  a cura dell’autrice Grazia di Veroli con  M. Chiara Fabian ( Associazione Il Fiume) e prof. Daniela Turatti (Liceo “B.Munari”)

27 gennaio 2015 – Adria (RO) – Aula Magna dell’Istituto Istruzione Superiore Polo Tecnico di Adria – ore 10.30 –  “Vorrei raccontarvi la storia dei Buchaster” con la relatrice  M. Chiara Fabian – Associazione Il Fiume .

30 gennaio 2015  – Costa di Rovigo (RO) – Atrio Scuole Medie ore 11.00 “Introduzione alla shoah e il ruolo dei giusti”  relatore  Luciano Caro Rabbino di Ferrara, con M. Chiara Fabian

25 dicembre 2014 – MEGLIO TOGLIERE O AGGIUNGERE?

auguri 2014 del Fiume
auguri 2014 del Fiume

Nel preparare gli auguri di Buon Natale e Buone Feste per gli amici del Fiume ci siamo imbattuti in queste riflessioni di Zigmund Baumann[1] forse uno dei più importanti filosofi contemporanei che analizza il concetto di modernità e le dinamiche della società contemporanea.

“Un’idea vetusta e contraddittoria di assimilazione, che ancor oggi pretende dall’immigrato un’accettazione della cultura ospite talmente integrale e “chimicamente pura” da implicare una rinuncia alla sua cultura d’origine. Non c’è futuro per questo orientamento: la storia raccontata in questo libro mostra, una volta di più, che l’assimilazione ha fatto il suo tempo (e ha fallito). La via d’uscita – per delle società globali e multiformi come le nostre – è l’interculturalità, armonizzazione nelle differenze: forse la cosa più difficile che esista, ma anche la più bella”

Ci sembra molto vero quanto dice Baumann ma altrettanto difficile da mettere in pratica. Accettare l’altro senza pensare di sottometterlo ma anche senza la paura di essere sottomessi da lui è un atto di grande intelligenza.  Non so se la nostra società ha gli strumenti per farlo, accettare gli altri significa essere in pace con se stessi e questo non è dato alla maggioranza in questo momento storico.  Il disagio che attanaglia i nostri cuori per la difficoltà di accettare il destrutturarsi di una società che pensavamo ben organizzata, non è la base migliore per aprirsi verso l’altro.  Come possiamo accogliere i migranti se non abbiamo di che mantenere il nostro tenore di consumo alto?  Come possiamo allargare la nostra società se anche la nostra famiglie spesso è un peso e non una risorsa?

Le domande restano aperte e solo una grande fabbrica culturale può provare a rispondere nei prossimi anni.  Rispetto al Natale ad esempio, noi pensiamo che in Italia la tradizione prevede che la maggioranza delle famiglie celebra la nascita di Gesù con la riproposizione della rappresentazione simbolica del Presepe, nel tempo poi ha accettato una diversa tradizione nordica dell’abete addobbato, in futuro dovremmo poter accettare che nelle scuole ormai miste anche le altre comunità possano rappresentare le loro tradizioni senza “ urtare sensibilità” ma anzi aggiungendo conoscenze e motivi di festa a quelli che già abbiamo.

Buon Natale, Felice Channukka e Buon Ramadan a tutti … con buona pace di chi pensa che togliere è meglio che aggiungere.

[1] Z. Baumann, “Visti di uscita e biglietti di entrata” , casa ed. Giuntina

17 dicembre 2014 – Gesti, segni, presenza…il senso della vita

Don Ciotti, fondatore dell’associazione Libera per la lotta contro la mafia,  ha incontrato un numeroso e attento pubblico l’altra sera in una palestra a San Martino di Venezze, il paese della provincia di Rovigo in cui è tornato ad operare don Giuliano Zattarin[1].

Il tema era il senso della vita e a dibattere ma più che altro a dare la propria testimonianza c’erano anche Marco Paolini e il giudice Giancarlo Caselli, ospite del Fiume alcuni anni fa.

Gesti, segni, presenza…queste tre parole che Don Ciotti ha incasellato ad un certo punto del discorso come senso della vita, sono quelle che vogliamo usare oggi per ricordare Luciano Bombarda.

E’ sempre più difficile e diventerà quasi impossibile, spiegare chi è stato Luciano Bombarda, l’uomo che ha saputo catalizzare tante energie e dar vita all’Associazione Il Fiume.

Gesti, segni, presenza…tutto questo era Luciano.

Un uomo alto, abbronzato, magro all’inverosimile anche se non ascetico ma amante del buon cibo e soprattutto della compagnia delle persone.

 Gesti che accompagnavano sempre il suo discorrere con amici e sconosciuti, gesti ampi che accompagnavano il suo sorriso aperto e gesti di affetto dimostrato senza risparmio.

 Segni che, evidenti o nascosti, sapevano sostenere sia moralmente che materialmente ogni persona che ne aveva bisogno e andavano dall’offrire il proprio magazzino come deposito batterie ai rom al prestare denaro a volte non rivedeva più

 Presenza forte, continua, assidua, quasi asfissiante da risultare necessaria nel momento in cui non l’ha più offerta a tutti.

E’ sembrato impossibile che fosse lui ad aver bisogno più di tutti quelli che hanno attinto a piene mani alla sua generosità. Da quando il 17 dicembre del 2012 Luciano si è arreso e ha smesso sperare che qualcuno udisse il suo lamento siamo tutti tornati al nostro prima.

Violenza, solitudine e corruzione ci circondano e non sappiamo come fare a cambiare questo mondo. Non abbiamo capito che bisogna ascoltare chi prova a farci sentire “NOI” e siamo tornati a sentirci “IO” con tutte le nostre fragilità e debolezze.

Abbiamo scelto questo giorno del ricordo di Luciano per regalargli un segno del sentirci ancora un po’ NOI del Fiume e lo salutiamo con la nuova versione del sito, più gestibile e graficamente rinnovata.

Siamo sicuri che arriverà il suo sms di apprezzamento, ma troverà anche qualche virgola da correggere con il suo amor di precisione e cose fatte bene.

Buona lettura!

luciano bombarda
luciano bombarda

[1]Don Ciotti e Don Giuliano sono i preti scomodi che ogni tanto si affacciano alla Chiesa Cattolica.  Don Gallo ci ha lasciato da poco, alcuni sono stati uccisi dalla mafia, altri come Don Ciotti la sfidano tutti i giorni. Don Giuliano, più modestamente, fa da cassa di risonanza per le parti migliori del paese ed è un esempio per tutti i Polesani che vogliono vivere con un senso

La fatica di pubblicare un libro parte seconda

luciano bombardaAbbiamo scelto di pubblicare il libro sulla storia della famiglia dei Buchaster, ebrei polacchi internati a Costa di Rovigo durante gli anni dal ’41 al 44 perché è una storia epica ed esemplificativa.
Epica perché è l’epos di una famiglia ebrea perseguitata dai nazifascisti che ha avuto un fine tragica ma anche la capacità di sopravvivere gettando il proprio seme in una terra nuova nella quale è fiorito e ha dato nuova vita.
Esemplificativa perché attraverso le sue peregrinazioni ci ha consentito di ripercorrere le tappe e approfondire la storia della persecuzione degli ebrei di matrice fascista prima che nazista.
Scrivere è stato il momento finale di un lavoro che ha appassionato un gruppo di amici ma che, attraverso l’Associazione il Fiume, ha collegato tre continenti, Europa, Asia e Nord America.
Pubblicare ha significato allargare ancor più il cerchio e mettersi in gioco coinvolgendo oltre agli amici anche gli amici degli amici.
Questo coinvolgimento a cerchi come dal sasso gettato in acqua è avvenuto utilizzando la raccolta fondi allargata cosiddetta del crowdfunding (finanziamwento collettivo) attaverso un sito (kapipal) ed una pubblicizzazione con social media ed una pagina dedicata su facebook chiamata “Aiuta il Fiume raccontare la storia dei Buchaster”.
Fra pochi giorni abbandoneremo la pagina perché abbiamo stabilito di terminare la raccolta il 16 dicembre 2014 una data importante per gli amici del Fiume.
Vogliamo rendere significativa la chiusura di questa raccolta fondi che ha messo in gioco tutti noi e ci ha avvicinato a tantissime persone conosciute ma a moltissime sconosciute.
Al termine della raccolta pubblicheremo in una sezione speciale del sito tutti i nomi dei donatori ai quali andranno le ricompense previste ma la nostra grande riconoscenza.