30 luglio 2022 – Perchè serve essere vigili nella difesa della storia del nostro paese

Nella rubrica “Pietre” del quotidiano Repubblica, il giornalista Paolo Berizzi rileva una notizia che lascia a bocca aperta. Un consigliere comunale di Treviso che è meglio non far passare alla storia, fa una proposta: togliere via Matteotti dalla toponomastica.

Le ragioni? Toponomastica inadeguata, obsoleta, poco trevigiana. Sembra una provocazione ma non lo è.

Ecco è come se togliessimo tutte le vie Verdi, Raffaello Sanzio, Michelangelo Buonarroti, Vittorio Emanuele…perchè non sono trevigiane e, diciamolo, rappresentano personaggi del passato!

Avremmo così delle città in cui da Piazza del Grano gireremo a destra da via delle Petunie per sbucare a via Dei Prati Verdi e dopo vicolo delle Belle Speranze ci troveremo alla Sagra della porchetta e del prosecco. Di questo passo il Rinascimento dovremmo proprio cercarlo in Arabia Saudita, permettete l’ironia.

Giacomo Matteotti fu uno dei tanti martiri delle violenze fasciste e dico martire a ragion veduta perchè chi va in guerra sa che fa un mestiere rischioso e può venire ucciso, altrimenti farebbe l’operatore umanitario, ma chi siede in parlamento o presiede una pubblica istituzione non dovrebbe dimostrare la sua integrità pagando con la vita. Questa vicenda triste ma purtroppo non isolata nell’aria di revisionismo che circola nel nostro paese, dovrebbe invitarci ad approfondire sempre più il valore della figura di Giacomo Matteotti a partire da una visita obbligata delle scuola della provincia alla casa museo Matteotti di Fratta Polesine e con la ferma opposizione a tutti coloro che provano a mistificare la realtà e a rivoltare la storia.

P.S. il giornalista Paolo Berizzi vive sotto scorta a seguito delle minacce di morte di gruppi neofascisti

14 giugno 2022 – OMAGGIO A BORIS PAHOR PER I 100 ANNI

Nell’occasione dei 100 anni del professor Boris Pahor la rivista triestina “ARTE CULTURA E SOCIETA'” pubblicò un numero speciale  con il suo ringraziamento per le celebrazioni e con una serie di articoli di critici, giornalisti e persone di cultura che ne tratteggiavano la figura di intellettuale simbolo del ‘900.

Con l’autorizzazione di Tatjana Rojc alleghiamo il suo articolo sul rapporto speciale tra Boris e la moglie che fu sempre un punto fermo nella vita e una fonte di ispirazione per lo scrittore.

30 maggio 2022- MUORE BORIS PAHOR SCRITTORE DEL SECOLO MA ANCHE AMICO DEL FIUME

Ormai si pensava che il “Professor” potesse vivere in eterno e che come un oracolo avrebbe dispensato le sue massime dall’alto della collina assolata di Contovello ed invece si è spento in silenzio, dopo aver parlato per una vita con fermezza e lucidità.

Molto si è scritto di lui e delle sue opere, il Nobel è stato evocato più volte negli anni scorsi ma a noi piace ricordarlo come un amico che non si sottraeva mai agli incontri anche se dovevano essere annunciati e rispettare le sue regole. Con Luciano Bombarda che non si lasciava intimorire da nulla e tanto meno dalla fama di chi lo interessava, il Professor ha fatto lunghi viaggi Trieste-Stienta, andata e ritorno,  perché la notte doveva tornare dalla sua Radoslava.    Pullover e impermeabile anche col caldo, per lui che aveva il freddo del lager nelle ossa, non mancavano mai, le minestrine con uovo e formaggio e il pane, di cui mangiava anche le briciole,  lo hanno preservato fino a 107 anni.  Fuori dall’ambito della letteratura slovena lo hanno portato il suo “Necropoli” e la trasmissione di Fabio Fazio. Grazie a Luciano abbiamo goduto piccoli tratti del suo lungo percorso e attraverso di lui abbiamo conosciuto importanti esponenti della cultura slovena da Tatjana Rojc a Dunja Nanut.

Un “grazie di tutto” è il minimo che possiamo dirgli.

19 febbraio 2022 – Due Carrare… le tragiche vicende del confine Orientale con Caterina Sansone

Due Carrare (Pd) giorno del ricordo 2022. Con l’appuntamento  alla scuola media “A. Moro” sul Giorno del ricordo, come Associazione abbiamo chiuso il ciclo di approfondimento su due temi fondamentali della storia del ‘900,  che abbiamo tenuto uniti solo nell’inquadramento storico. Non c’è dubbio che la vicenda del confine orientale parta da lontano e dagli avvicendamenti politici importanti che queste terre hanno visto nei secoli. Non era facile parlarne a ragazzi della III media ma con l’aiuto degli insegnanti e di una Amministrazione illuminata (presente con il vice Sindaco Rosina e il consigliere Pizzo) abbiamo cercato di dare un quadro sintetico della fluttuazione dei confini e dell’avvicendarsi dei regimi totalitari che hanno giocato un ruolo importante e drammatico.
Nessuna concessione all’orrore,  perché orrore c’è stato da tutte le parti. Prima dei fascisti, poi per la dura repressione dei nazisti ed infine per la corsa dell’esercito titino ad accaparrarsi le ricche e strategiche terre dell’Istria. Parlare di Tito ai ragazzi di oggi nati ben oltre le ultime guerre che hanno portato alla dissoluzione della Jugoslavia non è scontato come per persone della nostra generazione ma abbiamo introdotto dei temi che potranno essere sviluppati a scuola o nella ricca biblioteca del paese.
L’aspetto più interessante e nuovo è stato l’intervento di Caterina Sansone, fotografa e pubblicista, nonché discendente di esuli fiumani, che ha avuto la bella idea di prendere spunto dalla storia di sua madre per ripercorrere il viaggio degli esuli e ripeterne le tappe a ritroso fino a Fiume/Rijeka attraverso una graphic novel.
Il suo racconto, infatti, si è dipanato appoggiandosi alle foto della graphic novel “Palacinche” pubblicata nel 2012 e tradotta anche in francese e tedesco, nella quale il racconto dell’esodo dei profughi istriani assume le tinte di un viaggio duro ma sfociato nel riscatto e nella integrazione.
Non sono mancati i momenti difficili per i profughi, in particolare quelli in cui venivano velatamente addossate le colpe del fascismo, ma la forza della comunità ha saputo prevalere sugli aspetti negativi, e anzi  quest’ultimi son divenuti un bagaglio di esperienza. Molta la curiosità dei ragazzi anche sulla struttura del libro che mette insieme  foto vecchie e nuove oltre a parti grafiche e, scritte e, non a caso, è stato concepito e pubblicato in Francia.
Sembra che il ritardo con cui l’Italia ha fatto i conti con la propria storia abbia calcificato un racconto che drammatizza a senso unico la storia e fatica a tenere conto di una necessaria relatività delle memorie. Il confine orientale per noi è, invece occidentale per sloveni e croati con i quali dobbiamo convivere rafforzando la casa comune europea. La storia narrata da Caterina Sansone è una storia di italiani e croati, perché mista e bilingue era la sua famiglia, a conferma che l’etnia e la cultura non seguono ideologie o fittizie linee di confine.
Speriamo di aver trasmesso ai ragazzi la necessità di convivenza pacifica in un momento in cui soffiano ancora venti di guerra.

5 febbraio 2022 – La storia di Andra e Tatiana Bucci a Due Carrare

Il comune padovano di Due Carrare ha offerto la possibilità di fare didattica della Shoah. Grazie ad una Amministrazione comunale consapevole ed attenta, nella persona di Alice Carpanese,  abbiamo tenuto in occasione della Giornata della Memoria un  incontro in presenza con gli studenti  sul tema delle leggi razziali e sulle loro conseguenze per gli ebrei italiani e no.

In questi tempi la presenza è fondamentale per tornare alla normalità nella scuola e, in questo caso, per poter studiare la storia in modo diverso. Cosa trasmettere agli studenti abituati a due anni di lezioni in didattica a distanza?
Di sicuro il contatto diretto tra interlocutori  e questo è stato reso possibile dalla collaborazione con gli insegnanti della scuola media “A.Moro” del comune padovano che hanno accompagnato gli studenti in due turni alla Casa dei Carraresi.
In secondo luogo l’apporto di esperti di storia e di didattica della storia.  Non basta, infatti,  saper la storia per trasmetterla in modo efficace, bisogna saperla insegnare soprattutto in relazione a chi si ha difronte.   Nella rarefazione degli interventi che ci sono stati richiesti sul tema della Shoah, abbiamo potuto lavorare con impegno per dare il meglio assieme ad associazioni e storici che ci accompagnano in questo compito di trasmissione delle conoscenze.
L’intervento a Due Carrare, rivolto alle terze medie, è stato preceduto da una mostra sulle leggi razziali che il CDP, Centro di Documentazione Polesana, ha allestito nell’atrio della scuola.    Le docenti curricolari dei ragazzi si sono incaricate di spiegare i pannelli della mostra negli orari scolastici.  In questo modo gli alunni sono arrivati già preparati all’incontro con la dott.ssa Francesca Panozzo,  studiosa della Shoah, e in servizio presso il Museo ebraico di Bologna.
Francesca Panozzo ha fatto un excursus storico interagendo con i ragazzi per arrivare a far comprendere le immagini del cartone “Una stella per Andra e Tati”  visto subito dopo dalle classi.  Al termine della visione sono stati ripresi i passaggi più importanti per verificare dubbi o perplessità e dare ulteriori spiegazioni.
Solo alla fine si è introdotto il collegamento da Bruxelles via zoom con le protagoniste della storia, le sorelle Bucci che hanno salutato e risposto alle domande dei ragazzi.
La storia di Andra e Tatiana Bucci a partire dalla Russia, terra d’origine della nonna, fino ad Auschwitz è emblematica per capire che le leggi razziali non lasciavano scelta alla collettività.
Tuttavia ragionando sulla vicenda di Andra e Tati ma anche sulla vicenda delle  famiglie Mevorach e Hasson che sono state nascoste per oltre un anno nel borgo limitrofo di Pontemanco e si sono salvate grazie alla collaborazione di una comunità resistente, si è cercato di spiegare ai ragazzi la necessità della partecipazione alle vicende della storia e la possibilità individuale della scelta.
Nonostante i fascismi la scelta personale poteva e può sempre fare la differenza. Apprendere questa lezione è la vera utilità che può avere la Giornata della Memoria.