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10 luglio 2023 – Il Comitato pietre d’inciampo di Adria prepara la posa delle pietre dedicate agli ebrei deportati dalla Provincia

Da circa un anno ad Adria si è costituito un “Comitato pietre d’inciampo” con lo scopo di rendere concreta e percorribile nel territorio, la memoria della persecuzione antiebraica in provincia di Rovigo. La pubblicazione “Siamo qui solo di passaggio” (Panozzo editore, 2015) a cura dell’Associazione il Fiume ( scritto da Alberta Bezzan e Chiara Fabian collaboratrici con altri amici e ricercatori della ricerca di Luciano Bombarda) è l’esposizione di  questa persecuzione e sicuramente renderla memoriale sarebbe stato il sogno di Luciano, un sogno di cui non ha potuto vedere nemmeno l’inizio con le pietre posate a  Costa di Rovigo alla presenza di numerosi ospiti tra i quali i discendenti della famiglia Buchaster.

Il “Comitato pietre d’inciampo” di recente costituzione, ha in Monica Stefani l’anima e Presidente, e si vale di collaboratori e soci che vogliono aderire all’associazione  con lo scopo di prendere in mano e ampliare la ricerca terminata nel 2015 procedendo alla posa delle pietre d’inciampo per tutti gli ebrei arrestati e condotti ad Auschwitz dalla provincia di Rovigo.

Nel Direttivo figurano il prof. Paolo Rigoni, l’avv. Roberta Paesante  e Corrado Franzoso presidente dell’ANPI di Adria e tra i soci anche l’Associazione Il Fiume ha un ruolo nella organizzazione di eventi ed approfondimenti concretizzatisi in un seminario per docenti a dicembre 2022 e nella messa a punto della posa delle pietre d’inciampo nel territorio di Adria prevista per i prossimi mesi.

Dopo le prime pietre d’inciampo di Costa di Rovigo e di Rovigo è ad Adria e Papozze che verranno ricordati gli ebrei perseguitati e assassinati dai nazi-fascisti ed in particolare  Anselmo Ravenna su cui si accanì la volontà dello stato di privare lui e la famiglia dei beni prima della deportazione ad Auschwitz. Per il comune di Papozze verranno ricordati i membri della famiglia  Moskovic, il padre Felix e i figli Viera e Julius che erano ospitati dalla famiglia Modonesi in una grande casa azzurra nella golena del Po.

La realizzazione di una opera d’arte totale come si possono definire le pietre d’inciampo ( piccoli cubetti di ottone con inciso il nome dei deportati, la data di nascita e quella di deportazione e morte se conosciuta) è uno dei più vasti memoriali della Shoah per il numero e la diffusione nei paesi di tutta Europa e dovrebbe essere un monito a chi pensa che la guerra sia ancora un mezzo per confrontarsi tra esseri umani incasellati in Nazione.

Il suo autore Gunter Demming ha il controllo, con la fondazione dedicata, della realizzazione e della posa che devono avvenire con determinate caratteristiche, e anche se vi è chi ne fa l’imitazione appropriandosi di una idea a tutti gli effetti protetta da copyright, la cerimonia ormai ha un valore universale e rappresenta un momento per sensibilizzare i giovani su uno sterminio che non ha avuto eguali nella storia.

6 luglio 2023 – DELLA PERDITA DI ELISABETTA CROCCO E DINA KATAN BEN ZION

La perdita è una costante della vita umana.

Fare nuove amicizie, trovare persone disposte a collaborare per passione condivisa, incontrare umanità di grande valore, capita nel percorso di un individuo ed anche di una associazione. Quando però queste persone si perdono per motivi che dipendono dal destino comune dell’uomo, si fatica a pensare che saranno sostituite e infatti nessun individuo viene sostituito.

Rimane un vuoto, un interstizio tra le parti che resta sempre presente, come il vuoto tra le palline in un contenitore, così è per ogni amico del Fiume che perdiamo, come Elisabetta, mancata ad aprile, silenziosa e umile giovane avvocato appassionata di storia e delle storie che abbiamo raccontato. Ha collaborato con il Fiume da dietro le quinte a molte iniziative e anche se ha avuto modo di frequentare Luciano Bombarda per poco tempo, aveva stabilito con lui un forte legame (“inevitabile” dirà chi lo conosceva). Entrata nel direttivo del Fiume ha partecipato come e quando poteva, ma dando sempre il suo appoggio morale e culturale come persona che sapeva tradurre il greco a vista e passare dal francese all’inglese con qualche punta di tedesco, instancabile lettrice e amica.

Con lei vogliamo ricordare un’altra cara amica scomparsa da pochi giorni, Dina Katan Ben Zion. Dina è giunta a noi attraverso Joseph Papo Ben Zion, uno dei Ragazzi di Villa Emma scampato alla Shoah grazie all’aiuto della cittadina di Nonantola.

Li abbiamo raggiunti, marito e moglie, a Tel Aviv più volte per scoprire che accanto a Jozy una donna più giovane lo accudiva ma allo stesso tempo questa donna scriveva e traduceva in ebraico le opere degli autori jugoslavi più famosi. Dina era fuggita da Sarajevo salvandosi dalla persecuzione degli Ustasa ma non aveva mai dimenticato la lingua madre, il serbo-croato, che aveva coltivato leggendo Ivo Andric, Danilo Kis e altri autori a noi meno noti. Frequentando l’Università era diventata a sua volta insegnante ma soprattutto traduttrice per Israele del “Ponte sulla Drina” ed altri capolavori. Si è spenta pochi giorni fa lei che doveva per età anagrafica sopravvivere a Joseph e accudirlo.

Che la terra sia loro lieve.

Da sinistra Dina Katà ben Zion con Joseph e Chiara Fabian a Belgrado per un seminario sulla letteratura dell’ex-Jugoslavia
Elisabetta Crocco

12 aprile 2023 – Rovigo – Cinema Duomo. “Hight maintenance” un film su Daniel Karavan

 

 

 

 

Il “Cinema Duomo” di Rovigo è una realtà culturale che ha riportato il cinema in centro città dopo le chiusure che costrinsero i cinefili a raggiungere il centro commerciale cittadino per assistere a film per lo più commerciali.  Da qualche tempo un gruppo coraggioso di giovani ha preso in mano la gestione di un cinema teatro a fianco del Duomo e lo ha aperto a spettacoli di valore culturale difficilmente programmati nei multisala e spesso arricchiti da presentazioni degli autori e attori.

Tra i molti prodotti interessanti che la Direzione programma e diffonde attraverso i social, ci corre l’obbligo segnalare il documentario sullo scultore israeliano Daniel Karavan scomparso nel 2021 ma protagonista di un lavoro di quattro anni del regista Barak Heymann.  Il documentario segue l’artista nella sua ricognizione di alcune delle opere, in particolare dei memoriali della Shoah che l’artista ha realizzato in molti paesi e che avremo il piacere di illustrare in sala nella proiezione di mercoledì 12 aprile.

Sarà una serata in cui percorreremo i luoghi che sono stati oggetto di studio e visita nel corso degli anni e dei percorsi di approfondimento della Shoah e sui drammi del ‘900.   E’ importante studiare la storia ma bisogna anche capire come si possa trasmetterne la memoria a chi non è storico ma si avvicina ai luoghi e alle vicende attraverso i memoriali che li rappresentano.

Proveremo a introdurvi al Memoriale dello sterminio di Rom e Sinti, quello di Port Bou per Walter Benjamin, a Piazza Habima e a molti altri luoghi, attraverso l’autore ma anche attraverso le nostre personali conoscenze.
Foto di immagini del film

 

10 febbraio 2023 – Giornata del ricordo

Ci piace avvicinarci agli appuntamenti dedicati alla storia del confine orientale, delle foibe e dell’esodo, nello spirito della Legge 92 del 2004, attraverso una serie di libri abbastanza recenti di autori italiani e  sloveni , alcuni dei quali hanno il pregio di poter fare ricerca in archivi diversi conoscendo la lingua.   Molti di questi giovani autori li abbiamo ospitati in anni più o meno recenti e con noi hanno parlato nelle scuole del Polesine di un tema di grande complessità.  Alcuni ci piacerebbe portarli in un prossimo futuro per provare ad avere una narrazione plurale di questa storia che a violenza aveva aggiunto violenza e dovrebbe insegnarci a risolvere le controversie ripudiando la guerra e la supremazia dell’uno sull’altro. Una lezione che sarebbe utile proprio oggi in cui si rispolvera l’orgoglio ferito della nazione e si fa leva sulla permalosità nei rapporti internazionali dell’Italia a trazione sovranista. Dio ci scampi dal ripetere stupidi errori.


 

2 febbraio 2023 – Considerazioni a margine della Giornata della Memoria

Le classi terze della scuola medi di Porto Viro

Il programma dell’Associazione il Fiume per la Giornata della Memoria negli anni scorsi era ricchissimo e durava un po’ tutto l’anno.  Spaziava dalla persecuzione dei Rom, alla vicenda degli IMI (abbiamo fatto con Arduino Nali e le scuole lavori egregi), agli omosessuali e ovviamente la persecuzione degli ebrei.  Si può dire che abbiamo fatto tutto il possibile e che ora molto viene ripreso e scoperto nella provincia di Rovigo e oltre.  Con piacere abbiamo visto che la pubblicazione “…Siamo qui solo di passaggio. La persecuzione antiebraica in Polesine 1941-45” è diventato un testo ampiamente utilizzato nei programmi degli interventi nelle scuole di tutto il Polesine e viene elaborato sotto forma di racconti, video e drammatizzazioni varie.

Questo significa che noi, assieme ai molti collaboratori che a vario titolo hanno lavorato su questi temi ma soprattutto Luciano Bombarda, Shlomo Venezia, Andra e Tatiana Bucci nonché Arduino Nali, abbiamo lavorato bene a far emergere la storia del nostro territorio.

Questo ci consente di fare qualche piccolo ma significativo intervento e assistere al molto o troppo che si fa con esiti buoni e meno buoni.

Quanto fatto in diretta dal Fiume sono tre interventi diretti ed uno indiretto

26/1/23 : con le terze medie di Taglio di Po abbiamo parlato di Estica Danon e delle analogie e differenze con la più famosa e sfortunata Anna Frank. Abbiamo parlato di vittime, carnefici, giusti e di indifferenti. Assieme alla fortuna tutte le storie sono determinate da queste quattro categorie di persone.

27/1/2023Istituti comprensivi di Taglio di Po- Porto Viro – abbiamo portato a conoscenza la storia di Manfred Bernard Buchaster e della sua famiglia, che è storia di fughe e di profuganza.

Insegnare la Shoah significa lavorare con abbastanza tempo, in rete tra insegnanti e con la lungimiranza dei Dirigenti scolastici, proponendo contenuti e lasciando che sedimentino perché le riflessioni le facciano i ragazzi dentro di se’. Il rapporto diretto con i ragazzi è fondamentale perché si possono guardare negli occhi cercando di capire se ciò che si racconta ha un qualche effetto. I cinesi guardano fissi apparentemente senza reazione, i ragazzi di colore ai cenni sul razzismo verso gli africani del fascismo coloniale si guardano intorno cercando di mimetizzarsi. Gli studenti marocchini alzano la mano e alla domanda su i totalitarismi che conoscono citano subito Israele.     Le ragazze “secchione” sono preparate ed interessate. Poi c’è anche la giovane che inaspettatamente alla fine della storia di Manni si lascia andare ad un pianto commosso.

Avere il rapporto diretto e ravvicinato è impagabile perché consente di spaziare sui temi più diversi cercando di portare l’attenzione sugli aspetti che contano veramente. La responsabilità. La libertà di ciascuno di scegliere. Le vittime erano designate, non c’era scelta, ma tra esser carnefici, delatori, giusti o indifferenti qui sta la scelta che ogni ragazzo potrebbe esser chiamato a fare nella sua vita.

È fatica, e penso alla fatica cui abbiamo costretto e costringiamo i testimoni ancora disponibili. Tuttavia è giusto caricarsi di questo onere e mettersi nei panni di questi ragazzi che sono lontani e ignari perché il racconto che per noi è stato diretto dalle parole di nonni, zii e testimoni per loro arriva da noi con doppio filtro.  Una parola di testimoni vale cento delle nostre che dobbiamo comunque assumerci il compito della trasmissione della memoria.

L’intervento indiretto è stato nell’Istituto alberghiero G. Cipriani Adria, coinvolto nella grande adunata delle scuole di Adria.   Le grandi riunioni di massa hanno il solo pregio di aver fatto lavorare prima i ragazzi ma, al momento dell’esposizione, tra i saluti delle autorità e gli interventi più o meno lunghi di tutte le scuole, i ragazzi trascorrono ore seduti irrequieti, sbirciando il telefono e pronti a scattare alla fine delle ore di costrizione senza cogliere l’importanza di quanto ascoltano.   Ciò che conta è il lavoro preparatorio che con i ragazzi della classe 4 di Accoglienza, deputati quindi a fare da guida nel territorio conoscendone tutti gli aspetti, abbiamo concentrato sulle Pietre d’inciampo poste nella provincia di Rovigo.

Grazie alla presenza di un Comitato Pietre d’Inciampo, costituitosi recentemente ad Adria, abbiamo posto l’attenzione su questa opera d’arte diffusa che ha trovato posto anche nella nostra Provincia con il proposito di continuare il lavoro di posa e allo stesso tempo di consapevolezza della portata di questi fatti.

I ragazzi della 4A Accoglienza dell’Istituto Alberghiero “G.Cipriani” di Adria presso l’Auditorium Saccenti