Archivi categoria: memoria

Negare l’esistenza dell’Olocausto significa uccidere una seconda volta vittime innocenti. Cancellare la memoria è tipico dei regimi totalitari. Bisogna reagire contro queste pratiche con la massima energia.
Nicolai Lilin

13 febbraio 2015 – Tra memoria e ricordo

pahordoc

Stamattina ho telefonato al professor Boris Pahor e l’ho trovato a casa.

Luciano Bombarda era solito chiamarlo per un saluto o mandargli cartoline di auguri nell’occasione del Natale o del Compleanno. Da un po’ di tempo ho continuato a far sentire al “Professor”, come lo chiamano gli sloveni, l’affetto del Fiume, chiamandolo di tanto in tanto.

Dall’alto dei suoi 102 anni mi ha risposto con voce prima flebile e poi sempre più viva. Un po’ perplesso sul telefono cordless di cui è stato dotato ma tutto sommato contento di poter stare in posti diversi della casa e rispondere alle chiamate. Ci siamo scambiati i saluti e qualche impressione sul Giorno del Ricordo voluto da Destra e Sinistra per una sorta di pacificazione omologante che non chiarisce né unisce.

Con affetto ci siamo salutati e il professore mi ha pregato di porgere i suoi saluti gli “amici del Fiume” non escludendo di tornare da noi a presentare la sua prossima fatica letteraria! Gli ho risposto che sarà, come sempre, un piacere e dopo aver abbassato la cornetta ho capito di aver parlato con la Storia.

luciano bombarda e boris pahor a ferrara nel 2010
luciano bombarda e boris pahor a ferrara nel 2010

*Boris Pahor sloveno nato a Trieste il 26 agosto 1923 è scrittore di lingua slovena che ha sfiorato spesso la nomina al Nobel per la letteratura. Deportato dai Nazisti come oppositore politico (triangolo rosso) per la sua attività con la resistenza slovena, è stato liberato nel campo di concentramento di Natzweiler – Struthof. Scrittore prolifico ha vinto numerosi premi soprattutto in Francia la Nazione che per prima ha scoperto il suo lavoro letterario. L’opera più conosciuta è Necropolis (Fazi editore), sulla sua esperienza di deportato.

09 febbraio 2015 – LE COMPLESSE VICENDE DEL CONFINE ORIENTALE

libro cattunar
libro cattunar

Ormai da qualche anno  ci occupiamo del “Giorno del ricordo” delle vittime delle foibe, degli esuli giuliano dalmati e delle vicende del confine orientale, provando a fare un lavoro di divulgazione delle vicende storiche e non una mera celebrazione.

Per raccontare un’aspetto particolare della storia “delle vicende del confine orientale”, che sta nello spirito e nel testo della Legge con cui è stata istituita questa giornata, abbiamo chiamato come relatore Alessandro Cattunar,  storico laureato  all’Università di Bologna.

L’autore, figlio di esuli istriani, fondatore e membro di una associazione culturale che si chiama “47/04” ( le due date simbolo della storia contemporanea dell’area del goriziano) ha studiato con attenzione l’evoluzione e il fluttuare dei confini di quello che per noi è Oriente ma per il mondo slavo è invece l’Occidente, ossia quella fascia contesa tra Italia ed ex Jugoslavia che tante lacerazioni ha prodotto nei secoli.

Il libro che ha scritto e presentato si intitola “Il confine delle memorie” ed è una raccolta di interviste di oltre 50 testimoni  italiani e sloveni che hanno vissuto gli anni dal ‘22 al ’47. Attraverso la lettura delle interviste si comprende come le vicende vengano elaborate in modo diverso dalle persone appartenenti alle due comunità.  Se , infatti, si può condividere la storia e le sue vicende perché date e documenti sono inequivocabili, non è facile condividere le memorie che sempre rappresentano un punto di vista individuale.

Non è sufficiente l’una senza le altre e viceversa, ma la memoria va inserita in una griglia di punti di riferimento perché prenda forma e sia di utilità generale.      Ed inoltre esistono differenti memorie nelle stesse comunità omogenee, quelle delle vittime e quelle  dei persecutori che vanno entrambe conosciute per dare forma al quadro generale.

scuola media di Costa di Rovigo
scuola media di Costa di Rovigo

La cosa bella è che la complessità di vicende che coinvolgono tanti attori, ciascuno con un ruolo e una propria ragione, può essere raccontata e fatta comprendere anche a ragazzini digiuni di vita e di conoscenze  se chi la presenta ha capacità e onestà di comunicazione.

E’ stato sorprendente vedere come tra i ragazzini delle medie di Costa di Rovigo, Alessandro Cattunar sia riuscito a mettere ordine e far capire.  Esplicitare l’esperienza della guerra, spesso sottintesa quando si parla con adulti, ma base imprescindibile per i suoi effetti oltre che per indagare le cause di ogni avvenimento, è stato indispensabile per dar modo ai ragazzi di comprendere.

alla scuola media di Costa
alla scuola media di Costa

Il relatore ha portato pian piano i ragazzi ad interrogarsi sulle dinamiche che scattano quando due contendenti si affrontano.   Dalle epiche battaglie omeriche ad oggi le guerre  portano conseguenze nefaste che rendono però più comprensibili e contestualizzabili atti scellerati come le vendette e le violenze.  Ad azioni violente seguono reazioni sempre più violente ed è stato utile interrogarsi sulle ragioni che spinsero l’esercito italiano a perseguitare civili inermi alla ricerca dei partigiani, alle quali seguirono vendette esercitate dagli stessi partigiani che non avevano i mezzi, il tempo e forse nemmeno la voglia di giudicare con i metodi democratici.

L’impressione è che i ragazzi portati al ragionamento siano riusciti a capire cose che altri, anche adulti, nemmeno vogliono chiedersi.

Per dar senso a quel “mai più” che ripetiamo sempre come un refrain di fronte alla storia passata, crediamo che la cosa migliore non sia celebrare i morti ma dare ai vivi gli strumenti per non ripetere gli stessi errori.   I popoli non vogliono la guerra ma vi sono costretti dagli aut aut del potere. Nel caso di Gorizia poi dice Cattunar  “ l’esperienza della pacifica convivenza sembra essere propria non solo della generazione dei padri e dei nonni che avevano vissuto sotto l’Impero Austro-ungarico, ma anche di coloro che erano nati sotto il Fascismo …. ed è significativo il fatto che quasi tutte le persone intervistate si soffermino a lungo sulla descrizione di un periodo in cui ”si era tutti goriziani”.

Non sono mancate le soddisfazioni quindi, e la consapevolezza di aver fatto un buon lavoro nei confronti di chi si è fermato in Feltrinelli catturato dalla passione dell’autore, degli amici che ci hanno raggiunto in Biblioteca Buchaster a Costa di Rovigo ma soprattutto di ragazzini nati un secolo dopo i fatti.

in libreria Feltrinelli Ferrara
in libreria Feltrinelli Ferrara
in Biblioteca Buchaster
in Biblioteca Buchaster

27 gennaio 2015 – 70 anni dall’apertura dei cancelli di Auschwitz

No lo possiamo raccontare per immagini, pare che ogni foto disponibile nella rete sia di proprietà di qualcuno e allora non resta che raccontare come in ogni paese europeo si sia dato appuntamento ad Auschwitz, emblema della Shoah.

Dal regista Steven Spielberg, al presidente Hollande, a molti sopravvissuti e autorità di paesi diversi hanno simbolicamente scelto di varcare i cancelli di Auschwitz per testimoniare una accorata partecipazione a una tragedia europea che non tutti hanno affrontato e risolto.

 

 

 

  

 

   

22 gennaio 2015 – Il Fiume alle Scuole medie di Ficarolo e Stienta

Come ogni anno il prezioso lavoro di insegnanti che credono nel loro lavoro e nella possibilità di educare insegnando (il riferimento, nel caso particolare è a Carla Garbellini e ad Alessandra Peccini) ha dato vita ad un bell’incontro sulla Memoria della Shoah con i ragazzi delle seconde e terze medie di Ficarolo e Stienta.

Come Associazione Il Fiume abbiamo voluto mettere a confronto tre esperienze di bambini ebrei che hanno vissuto la persecuzione con esiti diversi; il primo di cui abbiamo raccontato, Manni Buchaster vi ha perso la vita e la famiglia, gli altri due Luciano Caro e Franco Levi presenti e arzilli di fronte ai ragazzi, hanno avuto salva la vita ma il padre ucciso ad Auschwitz.

Se di Manni possiamo raccontare la storia per aver cercato e trovato tutto negli archivi, abbiamo affidato invece a Luciano Caro, oggi Rabbino di Ferrara, il racconto appassionato di quelle che lui ha definito “avventure” ma erano in realtà la fuga dalla persecuzione e dalle retate dei fascisti. La verve di Rav Caro ha incantato i ragazzi che alla fine hanno scoperto come tante avventure si siano chiuse con la drammatica cattura e l’uccisione del padre ad Auschwitz.

Allo stesso modo Franco Levi ha raccontato di come, pur essendo figlio di madre cattolica e battezzato, ha dovuto nascondersi con la madre e la sorella separandosi dal padre. Quest’ultimo era nascosto poco lontano presso il mugnaio antifascista di Salara e venne probabilmente “venduto” da qualche delatore.

Tutta la famiglia venne catturata e Franco ricorda i suoi giochi nel cortile del carcere di Padova fino all’ultimo saluto dato al padre visto da lontano mentre lo portavano via.

Entrambi hanno saputo dopo molti anni la sorte del genitore per averne trovato traccia nelle ricerche degli studiosi dell’Olocausto.   Storie simili raccontate da signori rispettabili , al tempo bambini inconsapevoli, che hanno aperto gli occhi ai ragazzi su come alcuni abbiano aiutato e nascosto ma sia stata più forte l’indifferenza dei molti che non hanno alzato un dito per opporsi alla dittatura.

Al termina della mattinata una piccola delegazione ha portato una simbolica corona di alloro sulla lapide posta in memoria di Bruno Levi nel monumento ai caduti della seconda Guerra Mondiale.  Non si è potuto non ricordare quel che diceva sempre Luciano Bombarda osservando la lapide, ossia che il povero Bruno Levi non fu solo “vittima della persecuzione nazifascista” ma più precisamente “assassinato ad Auschwitz”…   con buona pace di chi vuol annacquare la storia.

A proposito di Auschwitz… di Mauthausen e degli altri campi di sterminio

Al termine di una recente relazione dello storico David Bidussa sulla figura di Anna Harendt   nella quale  ha dato una lettura approfondita del testo “La banalità del male” ma soprattutto del pensiero dell’intellettuale tedesca, nel corso del dibattito con il pubblico, un’insegnante  ha chiesto aiuto sul modo di affrontare con i ragazzi il tema della Shoah, senza banalizzare ma anche senza farne un tema da specialisti.

Il dibattito sul Giorno della Memoria e su come viene affrontato da scuole e istituzioni può essere sintetizzato da questa sincera richiesta.

Il tema dell’insegnamento sulla Shoah si può  affrontare su due piani diversi e complementari: un piano di approfondimento specialistico dedicato agli insegnanti ed agli operatori delle istituzioni (Provincia, un tempo, Prefetture e Polizia, come si fa in Francia) ed uno più divulgativo diretto ai ragazzi che, nella maggioranza, non erano ancora nati quando in Europa abbiamo visto la guerra nei Balcani.

E’ quello che, poco alla volta, abbiamo tentato di fare come Associazione il Fiume, proponendo incontri di carattere diverso e diretti ad un pubblico diverso.   Capita poi di ricevere richieste per proporre qualcosa alle scuole una settimana prima del Giorno della Memoria, come se quella della Memoria fosse una branchia del sapere che ha prodotti da vendere.  In questo caso di solito decliniamo l’invito, sia perché veramente non abbiamo risorse umane sufficienti, sia perché ci vuole un rapporto consolidato per sapere cosa proporre agli insegnanti che ne devono essere i veicolatori a scuola.

Detto questo segnaliamo gli incontri in programma per i prossimi giorni nella provincia di Rovigo:

22 gennaio 2015  Ficarolo e Stienta “Aula Magna Scuole Medie ” a Ficarolo” ore 10.00

il Rabbino di Ferrara Luciano Caro con M. Chiara Fabian su “La shoah in Polesine ed il ruolo dei giusti” sarà presente Franco Levi figlio di Bruno Levi ebreo di Ficarolo ucciso ad Auschwitz

23 gennaio 2015  Costa di Rovigo “Biblioteca Buchaster” ore 21.00

24 gennaio 2015  Castelmassa . Teatro Cotogni  ore 10.30

Appuntamento di Castelmassa Teatro Cotogni ore 10.30 24 gennaio
Appuntamento di Castelmassa Teatro Cotogni ore 10.30 24 gennaio

Doppio incontro con Grazia di Veroli, rappresentante dell’Aned (l’associazione che raccoglie gli ex-deportati nei campi nazisti e i loro parenti e discendenti) e studiosa della Shoah per elezione, in quanto  discendente di una famiglia in gran parte distrutta nella razzia del ghetto di Roma.  L’autrice parlerà della storia di “zì mario” quello che a Roma per tutti era lo zio Mario ossia Mario Limentani, ebreo veneziano che pur avendo raggiunto Roma per tentare di sfuggire ai nazisti, venne catturato e deportato a Mauthausen.

Oltre ad organizzare direttamente questi incontri vogliamo suggerire a coloro che sono interessati ad avere gli strumenti per parlare agli studenti di  fare attenzione a tutto quanto proposto sotto l’egida del Memoriale de la Shoah,  da Laura Fontana, che ne è il rappresentante italiano.

La studiosa sarà a Ferrara nei prossimi giorni,  al Meis (Museo dell’ebraismo e della Shoah)  per una utile conferenza.

26 gennaio 2015  Ferrara “MEIS” via Piangipane .     ore 15.00

Laura Fontana –   A proposito di Auschwitz. La storia e la memoria del luogo tra rappresentazioni simboliche lezioni morali e alcune derive della pedagogia della shoah 

Laura Fontana con gli studenti ed il Ministro della Scuola Giannini ad Auschwitz
Laura Fontana con gli studenti ed il Ministro della Scuola Giannini ad Auschwitz