Il “Cinema Duomo” di Rovigo è una realtà culturale che ha riportato il cinema in centro città dopo le chiusure che costrinsero i cinefili a raggiungere il centro commerciale cittadino per assistere a film per lo più commerciali. Da qualche tempo un gruppo coraggioso di giovani ha preso in mano la gestione di un cinema teatro a fianco del Duomo e lo ha aperto a spettacoli di valore culturale difficilmente programmati nei multisala e spesso arricchiti da presentazioni degli autori e attori.
Tra i molti prodotti interessanti che la Direzione programma e diffonde attraverso i social, ci corre l’obbligo segnalare il documentario sullo scultore israeliano Daniel Karavan scomparso nel 2021 ma protagonista di un lavoro di quattro anni del regista Barak Heymann. Il documentario segue l’artista nella sua ricognizione di alcune delle opere, in particolare dei memoriali della Shoah che l’artista ha realizzato in molti paesi e che avremo il piacere di illustrare in sala nella proiezione di mercoledì 12 aprile.
Sarà una serata in cui percorreremo i luoghi che sono stati oggetto di studio e visita nel corso degli anni e dei percorsi di approfondimento della Shoah e sui drammi del ‘900. E’ importante studiare la storia ma bisogna anche capire come si possa trasmetterne la memoria a chi non è storico ma si avvicina ai luoghi e alle vicende attraverso i memoriali che li rappresentano.
Proveremo a introdurvi al Memoriale dello sterminio di Rom e Sinti, quello di Port Bou per Walter Benjamin, a Piazza Habima e a molti altri luoghi, attraverso l’autore ma anche attraverso le nostre personali conoscenze.
Ci piace avvicinarci agli appuntamenti dedicati alla storia del confine orientale, delle foibe e dell’esodo, nello spirito della Legge 92 del 2004, attraverso una serie di libri abbastanza recenti di autori italiani e sloveni , alcuni dei quali hanno il pregio di poter fare ricerca in archivi diversi conoscendo la lingua. Molti di questi giovani autori li abbiamo ospitati in anni più o meno recenti e con noi hanno parlato nelle scuole del Polesine di un tema di grande complessità. Alcuni ci piacerebbe portarli in un prossimo futuro per provare ad avere una narrazione plurale di questa storia che a violenza aveva aggiunto violenza e dovrebbe insegnarci a risolvere le controversie ripudiando la guerra e la supremazia dell’uno sull’altro. Una lezione che sarebbe utile proprio oggi in cui si rispolvera l’orgoglio ferito della nazione e si fa leva sulla permalosità nei rapporti internazionali dell’Italia a trazione sovranista. Dio ci scampi dal ripetere stupidi errori.
Il programma dell’Associazione il Fiume per la Giornata della Memoria negli anni scorsi era ricchissimo e durava un po’ tutto l’anno. Spaziava dalla persecuzione dei Rom, alla vicenda degli IMI (abbiamo fatto con Arduino Nali e le scuole lavori egregi), agli omosessuali e ovviamente la persecuzione degli ebrei. Si può dire che abbiamo fatto tutto il possibile e che ora molto viene ripreso e scoperto nella provincia di Rovigo e oltre. Con piacere abbiamo visto che la pubblicazione “…Siamo qui solo di passaggio. La persecuzione antiebraica in Polesine 1941-45” è diventato un testo ampiamente utilizzato nei programmi degli interventi nelle scuole di tutto il Polesine e viene elaborato sotto forma di racconti, video e drammatizzazioni varie.
Questo significa che noi, assieme ai molti collaboratori che a vario titolo hanno lavorato su questi temi ma soprattutto Luciano Bombarda, Shlomo Venezia, Andra e Tatiana Bucci nonché Arduino Nali, abbiamo lavorato bene a far emergere la storia del nostro territorio.
Questo ci consente di fare qualche piccolo ma significativo intervento e assistere al molto o troppo che si fa con esiti buoni e meno buoni.
Quanto fatto in diretta dal Fiume sono tre interventi diretti ed uno indiretto
26/1/23 : con le terze medie di Taglio di Po abbiamo parlato di Estica Danon e delle analogie e differenze con la più famosa e sfortunata Anna Frank. Abbiamo parlato di vittime, carnefici, giusti e di indifferenti. Assieme alla fortuna tutte le storie sono determinate da queste quattro categorie di persone.
27/1/2023: Istituti comprensivi di Taglio di Po- Porto Viro – abbiamo portato a conoscenza la storia di Manfred Bernard Buchaster e della sua famiglia, che è storia di fughe e di profuganza.
Insegnare la Shoah significa lavorare con abbastanza tempo, in rete tra insegnanti e con la lungimiranza dei Dirigenti scolastici, proponendo contenuti e lasciando che sedimentino perché le riflessioni le facciano i ragazzi dentro di se’. Il rapporto diretto con i ragazzi è fondamentale perché si possono guardare negli occhi cercando di capire se ciò che si racconta ha un qualche effetto. I cinesi guardano fissi apparentemente senza reazione, i ragazzi di colore ai cenni sul razzismo verso gli africani del fascismo coloniale si guardano intorno cercando di mimetizzarsi. Gli studenti marocchini alzano la mano e alla domanda su i totalitarismi che conoscono citano subito Israele. Le ragazze “secchione” sono preparate ed interessate. Poi c’è anche la giovane che inaspettatamente alla fine della storia di Manni si lascia andare ad un pianto commosso.
Avere il rapporto diretto e ravvicinato è impagabile perché consente di spaziare sui temi più diversi cercando di portare l’attenzione sugli aspetti che contano veramente. La responsabilità. La libertà di ciascuno di scegliere. Le vittime erano designate, non c’era scelta, ma tra esser carnefici, delatori, giusti o indifferenti qui sta la scelta che ogni ragazzo potrebbe esser chiamato a fare nella sua vita.
È fatica, e penso alla fatica cui abbiamo costretto e costringiamo i testimoni ancora disponibili. Tuttavia è giusto caricarsi di questo onere e mettersi nei panni di questi ragazzi che sono lontani e ignari perché il racconto che per noi è stato diretto dalle parole di nonni, zii e testimoni per loro arriva da noi con doppio filtro. Una parola di testimoni vale cento delle nostre che dobbiamo comunque assumerci il compito della trasmissione della memoria.
L’intervento indiretto è stato nell’Istituto alberghiero G. Cipriani Adria, coinvolto nella grande adunata delle scuole di Adria. Le grandi riunioni di massa hanno il solo pregio di aver fatto lavorare prima i ragazzi ma, al momento dell’esposizione, tra i saluti delle autorità e gli interventi più o meno lunghi di tutte le scuole, i ragazzi trascorrono ore seduti irrequieti, sbirciando il telefono e pronti a scattare alla fine delle ore di costrizione senza cogliere l’importanza di quanto ascoltano. Ciò che conta è il lavoro preparatorio che con i ragazzi della classe 4 di Accoglienza, deputati quindi a fare da guida nel territorio conoscendone tutti gli aspetti, abbiamo concentrato sulle Pietre d’inciampo poste nella provincia di Rovigo.
Grazie alla presenza di un Comitato Pietre d’Inciampo, costituitosi recentemente ad Adria, abbiamo posto l’attenzione su questa opera d’arte diffusa che ha trovato posto anche nella nostra Provincia con il proposito di continuare il lavoro di posa e allo stesso tempo di consapevolezza della portata di questi fatti.
I professori Claudio Vercelli e Frediano Sessi hanno tenuto ad Adria un primo seminario di approfondimento rivolto principalmente ad insegnanti ma non solo, sul tema antisemitismo e Shoah.
I due studiosi e pubblicisti di grande spessore e chiara fama, hanno dato molti spunti su cui riflettere per capire come attraverso pregiudizi radicati ma soprattutto attraverso la parcellizzazione di provvedimenti su basi giuridiche, scientifiche e filosofiche si possa arrivare all’assassinio di milioni di uomini, donne e bambini.
Una lezione che mette in primo piano non tanto il popolo ebraico, quanto un’Europa fatta di popoli spaventati e manipolati non da folli ma da lucidi rappresentanti di istituzioni impostesi con la violenza.
Della Shoah di solito si racconta la fine mentre bisognerebbe partire dall’inizio per dare ai giovani strumenti di conoscenza e di difesa. Gli stimoli dati dall’introduzione nei programmi scolastici della Educazione Civica troverebbero in questo contesto materiale molto utile.
Importante e’ stato mettere insieme le competenze di Isers di Badia, Associazione il Fiume di Stienta e del neonato Comitato Pietre d’Inciampo di Adria per offrire una occasione di studio accolta da un piccolo gruppo di insegnanti di buona volontà.
Abbiamo cercato di dare degli strumenti di lavoro agli insegnanti perché lavorino con gli studenti nel corso dell’anno.
Tuttavia in prossimità del giorno della memoria accade sempre che le scuole chiedano interventi a noi associazioni non pensando che l’efficacia di tali interventi sarebbe maggiore se fatti per far lavorare gli studente con una vera e propria azione didattica, anziché renderli spettatori, spesso disinteressati, di una storia che sembra non riguardarli.
I RELATORI
Frediano Sessi – Nato a Torviscosa (UD) nel 1949, è un saggista, scrittore, traduttore consulente editoriale italiano.
Vive a Mantova. Insegna Sociologia generale nel Corso di Laurea in Educazione professionale della Facoltà di Medicina dell’Università di Brescia e presso il Master di Didattica della Shoah dell’Università di Roma 3. Collabora con diversi editori, tra cui, Einaudi, Marsilio, Rizzoli, EL, e attualmente pubblica nella pagina culturale del Corriere della Sera. Nei suoi scritti, saggi e romanzi, mette al centro le storie vere delle persone che hanno vissuto il Novecento delle guerre e dei totalitarismi, basandosi spesso su documenti e ricerche d’archivio. Ha curato l’edizione definitiva del “Diario di Anna Frank”per Einaudi. Ha tradotto “La distruzione degli ebrei d’Europa” di Raul Hilberg, pubblicata nella nuova edizione da Einaudi nel 2017.
Pubblicazioni: “L’ultimo giorno” (1995), “Alba di Nebbia”(1998), “Nome di battaglia: Diavolo” (2000), “Foibe rosse” (2007). E’ anche autore di libri per ragazzi, tra gli ultimi:“Ero una bambina ad Auschwitz” (2015) “Ultima fermata Auschwitz” (2016) “Prof, che cos’è la Shoah? “ (2020), “La seconda guerra mondiale” (2021) “Sotto falso nome” (2022). Su Auschwitz ha pubblicato in collaborazione con Carlo Saletti “Visitare Auschwitz. Guida all’ex campo di concentramento e al sito memoriale” (2011) una guida per i numerosissimi visitatori che ogni anno raggiungono la Polonia per vedere la fabbrica di messa a morte del nazismo. Oltre alla guida citata sempre su Auschwitz ha scritto anche :“Auschwitz. Storia e memorie” (2020), “L’angelo di Auschwitz” (2019), “Il bambino scomparso” (2022), “Non dimenticare l’olocausto” (2022)-
Claudio Vercelli. – Nato a Torino nel 1964, è esperto di storia contemporanea nonché docente a contratto di storia dell’ebraismo presso l’Università Cattolica di Milano. Ha svolto attività di ricerca presso l’Istituto di studi storici Salvemini e il Centro Studi Piero Gobetti di Torino. Occupatosi di storia della Shoah ha indagato la vicenda dei triangoli viola, i deportati in quanto Testimoni di Geova e si è occupato di negazionismo. Ha presieduto numerose istituzioni storiche ed è relatore assiduamente impegnato nella divulgazione del genocidio del popolo ebraico ma ha anche approfondito le questioni relative alla nascita di Israele e del conflitto israelo-palestinese.
Tra le sue numerose pubblicazioni: “Israele. Storia dello Stato 1881-2008, dal sogno alla realtà” (La Giuntina, 2007-2008); “Breve storia dello Stato d’Israele” (Carocci, 2009); “Storia del conflitto israelo-palestinese” (Laterza, 2010); “Il negazionismo. Storia di una menzogna” (Laterza, 2013); “Il dominio del terrore. Deportazioni, migrazioni forzate e stermini nel Novecento” (Salerno editrice, 2016). Per Edizioni del Capricorno ha pubblicato “Israele settant’anni. Nascita di una nazione” (2018). “Francamente razzisti. Le leggi razziali in Italia” (2018) e “Neofascismi” (2018).
ADRIA (Ro) – Casa delle Associazioni – via Dante 13
Lunedì 12 dicembre ore 16.00-18.00
Claudio VERCELLI Storico contemporaneista
L’antisemitismo come premessadella Shoah
Mercoledì 14 dicembre ore 16.00-18.00
Frediano SESSI Saggista, scrittore, traduttore, insegna Sociologia generale all’Universitàdi Brescia.
L’incubo di Auschwitz
Dai primi anni in cui si è introdotta la Giornata della Memoria dello sterminio del popolo ebraico e delle altre minoranze, le iniziative pubbliche e nelle scuole si sono moltiplicate così come le proposte dei media. Parallelamente molto materiale storico si è aggiunto alle più importanti testimonianze a partire da quella di Primo Levi e in tutta Europa gli studi sulla Shoah hanno avuto grande sviluppo. Tuttavia il loro incremento ed approfondimento non sempre non sempre sono giunti nella scuola che in molti casi ha finito per celebrare anziché dare strumenti di conoscenza agli studenti.
Il seminario per gli insegnanti della scuola primaria e secondaria, aperto anche al pubblico esterno ha l’obiettivo è richiamare le premesse teoriche dello sterminio e della Shoah sottolineandone l’unicità seppure all’interno del magma di violenza del ‘900. Dare degli strumenti per organizzare una efficace trasmissione delle violenze del ‘900 senza spettacolarizzazione ma con una adeguata contestualizzazione è il nostro scopo.
Il seminario che si svolgerà in presenza in due pomeriggi ad Adria, è organizzato dall’ISERS di Badia Polesine, dall’Associazione Il Fiume di Stienta e dal Comitato Pietre d’Inciampo di Adria